di Franco Lorenzoni*

Gentile Valeria Fedeli,

la denuncia della madre veneta raccolta da Concita De Gregorio il 21 giugno circa la classe speciale pomeridiana in cui sono stati relegati dodici bambini di prima elementare non è un caso isolato. In queste ultime settimane lei ha ricordato don Lorenzo Milani e ha organizzato una giornata dedicata alla sua opera. Poiché il rischio dell’ipocrisia e della retorica è grande desidero suggerirle un provvedimento in linea con la battaglia condotta solitariamente dal Priore di Barbiana mezzo secolo fa. È a costo zero e potrebbe attuarlo in tempi rapidi.

Tra le informazioni che l’Invalsi restituisce alle scuole c’è un dato relativo alla composizione delle classi. Normalmente le classi di una stessa scuola dovrebbero essere simili, cioè avere al proprio interno alunni più ricchi e più poveri, alunni più preparati e altri meno. In molte scuole, soprattutto al sud, non avviene. I dati Invalsi dicono che la variabilità tra le classi, che dovrebbe aggirarsi intorno al 5-6 per cento, in Italia è intorno al 14 per cento e al Sud tocca il 27 per cento, più del quadruplo del valore fisiologico. In più di un terzo delle scuole, dunque, si realizza una vera e propria segregazione per cui molti alunni sono raggruppati per condizioni socio-economiche simili. Sono dati raccolti da un ente di ricerca preposto alla valutazione del sistema scolastico, forniti al Miur.

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Responsabili di questa palese ingiustizia sono i dirigenti scolastici, ma sappiamo bene che tale pratica profondamente immorale è attuata per la pressione di alcuni genitori e con la complicità degli insegnanti interessati a lavorare con ragazzi ‘scelti’. Molte delle scuole che operano in tal senso si trovano al Sud o nelle periferie delle grandi città, dove più acuti sono i problemi sociali, come attestano i dati raccolti dall’Invalsi. Sarebbe importante che fossero pubblicizzati e diffusi.

Si tratta di una palese violazione dell’articolo 3 della nostra Costituzione:

“È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana’. Si promuovono molti progetti per portare la Costituzione nella scuola. Qui si tratta di riportare la scuola nella Costituzione”.

Da anni viene rilevato quanto in Italia, a differenza di altri paesi europei, sia bloccato l’ascensore sociale a partire dall’accesso ad una istruzione di qualità. Qui accade qualcosa di peggio. I più poveri, deprivati ed emarginati per diverse ragioni, sono invitati a scendere direttamente in cantina e a non muoversi da lì.

Moltissime sono le insegnanti e gli insegnanti e non pochi i dirigenti che ogni giorno si spendono con dedizione per dare le migliori opportunità a tutti. Proprio per dare spazio e respiro a chi nella scuola ci crede la invito a interrompere con provvedimenti drastici e controlli questa odiosa discriminazione, spesso assecondata e taciuta. Sappiamo bene che lavorare in classi disomogenee comporta impegno, dedizione e continua formazione da parte di noi insegnanti. Ma è anche questo il compito dell’educare: far sì che le diversità non si trasformino in discriminazioni. Se la scuola non è un po’ meglio della società che le sta intorno, cosa ci sta a fare?

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* Maestro, tra i fondatori Cenci Casa-Laboratorio, straordinario punto di riferimento per scuole, insegnanti ed educatori. Il suo ultimo libro è I bambini pensano grande (Sellerio). Ha aderito alla campagna Facciamo Comune insieme. Questa lettera è stata inviato anche al blog Invece Concita (e qui con il consenso dell’autore).

comune-info

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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