In uno scenario sempre piu’ teso verso il voto del 30 luglio per la nuova Assemblea costituente, continua il muro contro muro tra il presidente venezuelano Nicolas Maduro e i partiti di opposizione. Un braccio di ferro non solo con l’opposizione interna ma anche con il mondo intero che rischia di far salire la tensione nel paese, gia’ stritolato da una forte crisi economico-sociale e sull’orlo di una guerra civile. Il segnale che arriva dagli Usa non è certo rassicurante.
Il presidente Donald Trump, dopo aver definito Maduro “un pessimo leader che sogna di diventare un dittatore”, ha lanciato un monito: se il capo di Stato venezuelano non rinuncera’ al voto del 30 luglio, l’America prendera’ in seria considerazione la possibilita’ di applicare dure sanzioni economiche nei confronti di Caracas.
Dall’Ue anche la Mogherini, Alto rappresentante per a politica estera europea, ha chiesto al presidente venezuelano di ripensare alle sue posizioni. Da Caracas Nicolas Maduro risponde a tutti: se alla Mogherini ricorda che il Venezuela non e’ una colonia dell’Unione europea, a Trump lancia un avvertimento via Twitter: “Saremo molto fermi nella difesa del patrimonio
anticolonialista ed antimperialista della nostra patria. Nessun governo straniero ci da’ ordini, qui comandano solo i venezuelani”, attivando poi il Consiglio di Difesa Nazionale in risposta alla “minaccia imperialista”, nonostante questo preveda il coinvolgimento anche di quell’Assemblea nazionale che lo stesso Maduro, tramite la decisione del Tribunale supremo ad aprile, ha fatto dichiarare illegittima.
Intanto le forze armate si sono schierate a difesa di Maduro giudicando “insolite” le critiche arrivate dall’Unione europea e dagli Stati Uniti. Il ministro della Difesa, Vladimir Padrino, ha letto un comunicato della Forza armata nazionale bolivariana che attacca le ingerenze esterne nella politica di Caracas. A difesa delle scelte di Maduro sono scesi in campo anche i presidenti della Bolivia, Evo Morales, e del Nicaragua, Daniel Ortega. Durante i festeggiamenti a Managua per il 38° anniversario della rivoluzione sandinista Ortega ha chiesto agli Stati Uniti di rispettare le scelte del presidente venezuelano. “Le minacce di Trump non portano da nessuna parte” ha detto il capo di Stato nicaraguense. Morales, ospite delle celebrazioni, ha invece denunciando un’aggressione nordamericana e invitato “l’hermano” Maduro a resistere. Il presidente boliviano ha anche sottolineato che i partiti e i movimenti di sinistra parte nel foro di Sao Paulo (gruppo politico fondato nel 1990 da Fidel Castro e dall’ex presidente del Brasile Luiz Inacio Lula da Silva) non permetteranno alcun intervento in Venezuela.

Di Nardi

Davide Nardi nasce a Milano nel 1975. Vive Rimini e ha cominciato a fare militanza politica nel 1994 iscrivendosi al PDS per poi uscirne nel 2006 quando questo si è trasformato in PD. Per due anni ha militato in Sinistra Democratica, per aderire infine nel 2009 al PRC. Blogger di AFV dal 2014

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