Sul nostro pianeta ci sono circa 15 mila armi nucleari, la maggior parte appartengono a Russia e Stati Uniti

di Marina Zenobio

Arms Control

Il 28 luglio scorso la Corea del Nord ha effettuato un altro lancio di un missile che, secondo quanto riportato da AP, questa volta sembra essere un balsitico Hwasong-14. Il missile ha coperto in 40 minuti una distanza in volo di 700 chilometri, raggiungendo l’altezza massima di 2802 chilometri, ed è caduto in acque territoriali del Giappone, a 370 chilometri dalle coste nipponiche. Si è trattato del volo più lungo mai effettuato da un missile coreano.

La notizia ha aumentato ulteriormente le preoccupazioni sulla capacità nucleare nel mondo e l’imprevedibilità dei responsabili delle testate. Ma quanti ordigni nucleari ci sono attualmente sul pianeta e chi le possiede?

Secondo dati dell’Arms Control Association al mondo ci sono 15.000 testate nucleari, la maggior parte delle quali appartengono agli Stati Uniti e alla Russia. Circa 10.000 di queste testate nucleari sono al servizio dei militari mentre le restanti 5000 sarebbero in lista per lo smantellamento.
Più in particolare entra il SIPRI, Stockholm International Peace Research Institute che, attraverso i suoi Yearbook e dati con riferimento a gennaio 2017, riporta che nove stati – Stati Uniti, Russia, Regno Unito, Francia, Cina, India, Pakistan, Israele e Corea del nord – posseggono circa 4.150 testate nucleari operative. Se si sommano tutte le testate di tutti questi Stati, comprese quelle ritirate ma intatte e in attesa di essere smantellate, si arriva a un totale di 14.935 ordigni nucleari. (vedi tab. 1)

tab1

“A causa della natura segreta con cui la maggior parte dei governi trattano le informazioni sui loro arsenali nucleari – precisa il SIPRI -, la maggior parte delle stime sono ricavate da informazioni di aziende produttrici di armi nucleari, comprese le testate strategiche e i dispositivi a basso rendimento denominati armi tattiche”.
Cina, Francia, Regno Unito, Russia e Stati Uniti hanno sottoscritto il Trattato di non proliferazione nucleare, mentre quattro – Pakistan, India, Israele e Corea del Nord – pur avendo complessivamente 340 testate nucleari non riconoscono il Trattato. Ma dai trattati, come la storia ci ha insegnato, ci si può ritirare.
Facendo due conti, in base ai dati registrati, Russia e Stati Uniti messi insieme posseggono l’88% dell’arsenale mondiale di armi nucleari, cifra che può arrivare al 93% se si tengono in conto le testate ritirare, ossia quelle che non fanno più parte dell’arsenale ma restano intatte nell’attesa di essere smantellate.

E’ chiaro che 14.935 testate nucleari rappresentano un pericolo per la terra e le sue popolazioni. Potrebbero uccidere milioni di persone e distruggere decine di città. Secondo una recente ricerca di The Telegraph  si stima che gli arsenali statunitensi e russi insieme hanno un potenziale equivalente a 6600 megatoni, una potenza equiparabile a una decima parte dell’energia solare che la terra riceve ogni minuto.

piccola Tsar_Bomba

Secondo le simulazioni del portale Nuke Map  è in mani russe l’ordigno nucleare più potente della storia dell’umanità. E’ la bomba Zar, o Tsar Bomb. Se fosse lanciata fu New York potrebbe uccidere 7.6 milioni di persone e ferirne 4.2 milioni. Provocherebbe un vento di 15 chilometri orari, la pioggia radioattiva potrebbe raggiungere approssimatamente i 7.880 chilometri quadrati, colpendo milioni di persone. Un modello della bomba Zar (nella foto a sinistra) è esposto al museo nucleare di Sarov.
B-83

Dopo la Zar viene la bomba B-83 (nella foto a destra) ancora presente negli arsenali degli Stati Uniti. Bomba a caduta libera, non guidata la cui detonazione rilascerebbe un’energia pari a 1,2 megatoni. Ciò la rende la più potente bomba a caduta libera in dotazione alla US-Air Force. Se lanciata ucciderebbe 1.4 milioni di presone nelle prime 24 ore mentre altre 3.7 milioni resterebbero ferite. L’irradiazione raggiungerebbe i 13 chilometri.

 

Gli arsenali americani e russi sono regolati da diversi trattati che fissano limiti ai numeri e ai tipi di testate da guerra e sistemi di consegna. Se uno o due paesi dovesse espandere ulteriormente la propria capacità nucleare, come hanno minacciato Trump e Putin, gli accordi potrebbero saltare e il mondo sprofondare in una nuova guerra fredda.

 

http://popoffquotidiano.it/2017/08/21/15-mila-armi-nucleari-sulle-nostre-teste/

Di Nardi

Davide Nardi nasce a Milano nel 1975. Vive Rimini e ha cominciato a fare militanza politica nel 1994 iscrivendosi al PDS per poi uscirne nel 2006 quando questo si è trasformato in PD. Per due anni ha militato in Sinistra Democratica, per aderire infine nel 2009 al PRC. Blogger di AFV dal 2014

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