Francesco Cecchini

Uribe, Santos e Bergoglio.

Bergoglio, Papa Francesco, sarà in Colombia dal 6 all’ 11 settembre, una visita di 5 giorni, più politica, considerata la situazione del paese, che pastorale, nonostante le dichiarazioni ufficiali del Vaticano. Il precedente è stata la riunione in Vaticano lo scorso dicembre con il presidente Juan Manuel Santos e l’ex presidente Álvaro Uribe, tra l’altro responsabili politici dei falsos positivos, vedi l’articolo sul tema.

https://www.pressenza.com/it/2016/12/papa-francesco-uribe-santos-e-la-pace-colombia

Il tentativo di mettere d’accordo i due fallì, ci riproverà ancora Bergoglio il prossimo settembre? Tra l’altro i due sono divisi non solo sulla pace, ma su un caso di corruzione con l’impresa brasiliana Odebrecht.

La strategia di Bergoglio in America Latina è in difficoltà, perché la connotazione politica del continente è cambiata e sta cambiando. Non è più quella di visite precedenti, quando Bergoglio si presentava come paladino progressista di fronte a molti governi progressisti. Poco tempo fa, Rafael Correa, ex presidente dell’Ecuador, parlando dei problemi attuali che deve affrontare la sinistra nel continente ha detto: “Son momentos duros”, “Sono tempi duri.” Ha anche parlato di “sconfitte elettorali” in alcuni paesi della regione, dove la sinistra, che ha prevalso negli ultimi dieci anni, ha dovuto cedere il passo a governi più conservatori e liberisti, aperti al mercato. Negli ultimi tempi sono stati eletti l’uomp d’affari Mauricio Macri in Argentina, l’ex banchiere Pedro Pablo Kuczynski in Perù e in Brasile, dopo la cacciata di Dilma Rousseff, vi è un centro-destra guidato da Michel Temer.    Questa situazione richiede la crescita di movimenti di lavoratori e di popolo che preparino l’alternativa ai governi e liberisti o difendano i governi progressisti che rimangono, per esempio il Venezuela. Non vi è spazio per dichiarazioni progressiste super partes, mediazioni o conciliazioni “pastorali”. D’altra parte Bergoglio/papa Francesco per il Venezuela, abbandonato il tentativo fallimentare di conciliazione e ha preso posizione a favore dell’opposizione antibolivariana dichiarandosi contro la Costituente. Vedere l’articolo:

https://www.ancorafischiailvento.org/2017/08/06/bergoglio-la-rivoluzione-bolivariana/

Nei 5 giorni che Bergoglio/Papa Francesco trascorrerà in Colombia visiterà Bogotà, Villavicencio, Madellin e Cartagena, scelte secondo alcuni criteri. Contrariamente a quanto affermato da Luis Augusto Castro, presidente de la Conferencia Episcopal colombiana: ” Una delle condizioni del pontefice è andare a un luogo dove possa portare speranza agli abbandonati, a coloro che sono privi di protezione e alle minoranze.” Bergoglio eviterà queste realtà. Vi erano aspettative per una visita al Chocó. Questa regione è caratterizzata da un 79% della popolazione che vive con le necessità di base insoddisfatte, con l’indice di disoccupazione più alto del paese, con migliaia di persone sfollate a causa della violenza del conflitto, con livelli scolastici bassissimi, etc.,etc.. Ma il Chocó non è stato incluso nel tour di Bergoglio

Come il tour anche la beatificazione di due preti è una scelta politica di Bergoglio. Pedro Maria Ramírez Ramos e Jesús Emilio Jaramillo Monsalve non furono martiri per odio della fede, ma della politica, politica violenta, ma la fede non ebbe nulla a che vedere. Quando il leader liberale Jorge Eliécer Gaitán fu assassinato dai conservatori, vi fu un’esplosione di vioenza in tutta la Colombla. L’11 aprile 1948, un paio di giorni dopo, ad Armero fu ucciso a colpi di machete da una folla di liberali Pedro Maria Ramirez perché conservatore.  Jesús Emilio Jaramillo Monsalve fu assassinato il 2 October 1989 dall’ELN, perché considerato un collaboratore del governo colombiano. Anche in questo caso l’odio alla fede non centrava. Tra l’altro l’ELN è stata l’oragnizzazione di Camilo Torres e di altri religiosi.

Qual’è la Colombia che Bergoglio incontrerà?

  1. Paramilitari e uccisioni di leader sociali.

La situazione più drammatica è descritta da una lettera che la Rete Italiana Colombia Vive gli ha scritto il 18 luglio scorso: “La violenza paramilitare è ogni giorno più forte in Colombia ed il Governo non fa niente per fermarla». I gruppi paramilitari ed i suoi finanziatori stanno approfittando della smobilitazione della guerriglia delle Farc per controllare le zone rurali colombiane”. Ascolterà Bergoglio la Rete Italiana Colombia Vive e prenderà posizione contro il governo colombiano che non agisce? La lettera a Bergoglio termina con un appello: “Santo Padre, la preghiamo di incontrarsi con altre realtà della Colombia, lontane e silenziate dalla versione ufficiale del governo e degli organi statali. In tal modo, conoscendo l’altra realtà delle vittime, sia lei l’amplificatore del loro grido per la verità, riparazione e non ripetizione. Le chiediamo che includa nella sua agenda contadini, indigeni, afrodiscendenti, difensori dei diritti umani che, da decenni, stanno rischiando la loro vita per costruire e conseguire una pace con giustizia sociale, stabile e duratura”.    

Vedremo in che misura Bergoglio raccoglierà questo appello, durante le visite a Bogotà, Villavicencio, Madellin e Cartagena, innanzitutto a Villavicencio, dove sono in programma incontri con settori di cui parla l’appello della Rete.

2. FARC-EP (Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia – Ejércitos del Pueblo).

Il 15 agosto le FARC-EP hanno completato la consegna delle armi.Un’ assemblea generale delle FARC-EP dopo la consegna delle armi che si è tenuta i giorni 23, 24 e 25 luglio ha definito i tempi per la costituzione di un partito politico: primo congresso a fine d’agoso e uficializzazione il primo settembre nella Plaza de Bolívar di Bogotá. Nonostante i molti e seri inadempimenti da parte dello Stato colombiano guidato da Manuel Santos “Nobel per la pace”. Il cammino non è stato, non è e non sarà lineare, basti pensare all’assassinio in meno di tre mesi di sei membri delle FARC-EP e cosa questo comporti. Vi sono drammatici problemi di sicurezza per gli ex guerriglieri che si stanno incorporando alla vita civile che il governo colombiano sembra incapace di far fronte. Gli ex combattenti sono completamente indifesi. La Missione dell’ONU ha assunto il mandato di verificare la reincorporazione nella vita civile e le garanzie di sicurezza.  Finora i risultati son stati deludenti e in ogni caso la protezione è importante, ma non sufficiente. I paramilitari vanno eliminati militarmente. Lo dirà Bergoglio?

  1. ELN (Ejército de Liberación Nacional)

Lo scorso 21 agosto, Pablo Beltran, capo della delegazione dell’ELN per il negoziato di pace con il governo, durante un incontro con la Federazione Internazionale della Stampa dei Popoli (FIPU), davanti a Hispan TV, a Quito in Ecuador, ha dichiarato che dopo 53 anni di conflitto armato, all’unanimità l’organizzazione guerrigliera accetta un cessate il fuoco bilaterale. Secondo Beltran il cessate il fuoco dovrebbe essere ottenuto prima dell’inizio della visita di Bergoglio il 6 settembre. Finora sono continuati casi di scontro armato tra esercito governativo ed ELN. Il governo ha posto come condizione la fine di ogni episodio di lotta armata, l’ELN i seguenti 5 punti: lotta al paramilitarismo, fine ad accuse e persecuzioni a leader sociali, garanzie per i diritti umani, terminare con i blocchi alle comunità indigene, fine della crisi umanitaria che investe le carceri. Le due parti sembrano ora vicine alla fine delle ostilità.Comunque senza un accordo di pace con la seconda guerriglia del paese non vi sarà pace definitiva in Colombia. L’accordo per un cessate il fuoco bilaterale è una conditio sine qua non per una pace.

  1. IL GOVERNO E LA PACE.

Per questo governo e per il prossimo, che uscirà dalle prossime elezioni del 2018, il tema centrale è e sarà la pace. L’Accordo Finale tra governo e guerriglia firmato a dicembre dello scorso anno non va rinegoziato, ma attuato ora e dopo. Va detto che tutto non è e non sarà lineare. Un esempio solo. Lo scorso marzo 24 parlamentari decisero di non votare la Giurisdizione Speciale per la Pace, JEP (Jurisdicción Especial para la Paz) per avere vincoli diretti con paramilitari processati o condannati per paramilitarismo.

Il viaggio di Bergoglio in Colombia è importante, Cosa dirà e farà, va seguito e analizzato. Per capire sia la complessa situazione in Colombia sia l’atteggiamento di Bergoglio nei confronti del paese e l’America Latina in generale.

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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