Francesco Cecchini
Il 21 dicembre 2016 un verdetto della Corte di giustizia dell’Unione europea (CGUE) ha annullato la sentenza del Tribunale europeo del dicembre 2015 che aveva concluso nel senso contrario. Per il Fronte Polisario, autore del ricorso di annullamento contro la decisione del Consiglio dell’Unione europea di concludere l’accordo di liberalizzazione, si è trattato, sostanzialmente di una vittoria politica e giuridica importante.
Tenuto presente che la Carta delle Nazioni Unite afferma lo status separato e garantito del territorio del Sahara Occidentale, il CGUE ha ritenuto che è escluso che gli accordi di associazione e di liberalizzazione, comprendano il Sahara occidentale, stabilendo che il Marocco e il Sahara occidentale sono due territori distinti sotto una sovranità separata. Il suo giudizio è stato chiaro: “non può vi può essere alcun sfruttamento economico nel Sahara occidentale senza il consenso del popolo saharawi”.
In una recente lettera al capo della diplomazia europea, Federica Mogherini e ai ministri degli Esteri europei, circa 30 organizzazioni della società civile saharawi hanno chiesto all’UE di “sospendere i tentativi di aggirare la decisione della Corte di giustizia, ma di concentrarsi invece sulle azioni che sostengono il popolo saharawi nella sua lotta per l’autodeterminazione e la democrazia “.
Vedremo quale sarà la riposta e le misure europee per non truffare il Sahara Occidentale e il suo popolo.