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Francesco Cecchini

Cesare Battisti è tornato in libertà. Il tribunale regionale federale della terza regione del Brasile ha accolto il ricorso presentato dagli avvocati dell’ex militante di Proletari Armati per il Comunismo e ha concesso l’Habeas Corpus, l’istituto giuridico che tutela le libertà individuali e che nel corso della storia è sempre stato un importante strumento per la salvaguardia della libertà individuale contro azioni arbitrarie. Cesare Battisti era stato arrestato lo scorso 7 ottobre a Corumbà, alla frontiera tra Brasile e Bolivia dalla polizia stradale federale, convinta che stesse cercando di fuggire in Bolivia. Rimane l’attesa per la sentenza della Corte suprema riguardo l’estradizione, ma i tempi non sono chiari. La Procura federale ha chiesto più tempo per esprimersi e quindi, forse vi sarà una decisione la prossima settimana. Va ricordato che nel settembre 2017 il governo italiano chiese al Brasile, del presidente reazionario e corrotto Temer, di rivedere le condizioni dello status di rifugiato di Cesare Battisti. Il primo a commentare la scarcerazione di Battisti è stato il senatore Stefano Pedica del Partito Democratico: “Questa è l’ennesima beffa per l’Italia? Il Brasile quando si deciderà finalmente a concedere l’estradizione dell’ex terrorista? Bisogna riportarlo in Italia dove lo attende l’ergastolo. È un dovere nei confronti dei famigliari delle vittime”. Dello stesso avviso il Ministro della giustizia Andrea Orlando: “L’Italia è fortemente determinata a far sì che Battisti sconti la pena, e la sconti nel nostro paese. È un modo per restituire, almeno in parte, quanto è stato tolto al nostro paese e ai familiari delle vittime”. Cesare Battisti, nato nel 1954 a Cisterna di Latina, condannato all’ergastolo per quattro omicidi, compiuti tra il 1978 e il 1979, naturalmente contesta il contenuto di queste dichiarazioni.  Secondo lui la testimonianza di Piero Mutti, collaboratore di giustizia, decisiva per la sua condanna, è stata ottenuta con la tortura. E’ una testimonianza falsa, i torturatori ordinarono al torturato di denunciarlo. Una sua interessante intervista è stata pubblicata da Contropiano.

http://contropiano.org/altro/2017/10/25/caso-battisti-libero-al-31-prevarra-linciucio-jardim-orlando-097006

La storia di Cesare Battisti ha origine e termina in quegli anni quando, dal 67 al 78, una generazione in Italia e nel mondo tentò di assaltare il cielo. In Italia il sistema scolastico e universitario era molto arretrato e inadatto ad una società che stava cambiando e incapace di affrontare il massiccio ingresso dei giovani. A Roma il 27 aprile 1966 nello scontro tra studenti e polizia fuori la facoltà di lettere morì Paolo Rossi e fu la nascita del movimento studentesco organizzato.  Sempre a Roma durante l’occupazione dell’università vennero scritte e pubblicate le Tesi della Sapienza, primo tentativo di una piattaforma politica che parlò di studenti e lavoratori come “forze insubordinate al capitale”. A Milano il movimento studentesco esplose nel 1967 all’Università cattolica di Milano in seguito all’aumento delle tasse universitarie. Da questi due momenti iniziò un periodo di contestazioni, occupazioni e manifestazioni in tutta Italia. Significativa di quei tempi fu la battaglia di Valle Giulia a Roma il primo marzo del 1968, davanti alla facoltà di Architettura, va in scena il culmine della protesta studentesca. Dagli studenti agli operai. La grande mobilitazione operaia, l’autunno caldo fu figlia del clima politico del sessantotto. In questo periodo le rivendicazioni salariali nelle fabbriche si allearono con le lotte e rivendicazioni studentesche. L’autunno caldo fu anche la culla di molte nuove formazioni politiche extraparlamentari che negli anni successivi definiranno differenti strategie di antagonismo teorico e pratico che copriranno l’arco delle iniziative politico-sociali dalla sinistra, tutto sommato, moderata a forme più estreme. La radicalizzazione dello scontro che culminò con la barbarie dell’uccisione di Aldo Moro, nell’aprile del 1978, mise fine alla conflittualità, sia nella scuola che nelle fabbrica, e iniziò un periodo di normalizzazione. Gli anni 70 videro anche lotta armata. Di rivoluzione, poteri sulla punta del fucile parlarono tutti i movimenti e organizzazioni dei primi anni ’70, specie dopo le bombe fasciste e il colpo di stato di Pinochet in Cile. Fu però messa realmente in pratica dalle Brigate rosse, da Prima Linea e da organizzazioni sgangherate come i Proletari Armati per il Comunismo, ai quali aveva aderito Battisti. Le Brigate Rosse vennero definitivamente sconfitte nei primi anni ’80. Proprio in riferimento alla vicenda di Cesare Battisti, bisogna ricordare che lo stato usò tutti i mezzi. Si arrivò a giustificare la tortura, che provocò pentimenti, delazioni, tradimenti.

Cesare Battisti da giovanissimo si iscrisse alla FGCI del Partito Comunista Italiano, dalla quale usci presto. Ebbe una giovinezza fatta di molti episodi di ribellione e piccola delinquenza. Per la prima volta fu arrestato nel 1972, per una rapina compiuta a Frascati. Nel 1974 venne nuovamente tratto in arresto per una rapina con sequestro di persona compiuta a Sabaudia ma non scontò la pena. Venne denunciato anche per essere andato in un albergo con due ragazze di 16 e 13 anni, lui aveva 20, e incriminato per corruzione di minore, ma non venne condannato. Nel 1977 fu arrestato per aver aggredito un Sottufficiale dell’Esercito mentre svolgeva il servizio militare, e quindi rinchiuso nel carcere di Udine dove entrò in contatto con Arrigo Cavallina, ideologo dei Proletari Armati per il Comunismo, che lo accolse nell’organizzazione. ; nei PAC era presente anche Pietro Mutti, futuro aderente a Prima Linea, poi collaboratore di giustizia e principale accusatore di Battisti e di altri, e sulla cui testimonianza si basa la quasi totalità delle condanne affibbiate. Quando Battisti venne liberato partecipò ad azioni del PAC, principalmente rapine che allora venivano definite espropri proletari. Arrestato nel 1979, evase dal carcere nel 1981, fu condannato in contumacia, andò prima in Messico a Puerto Escondido e poi in Francia, dove ottenne lo status di rifugiato politico, secondo la Dottrina Mitterrand che affermava che la Francia evitava di estradare cittadini in paesi, il cui sistema giudiziario non corrispondeva all’idea che Parigi aveva delle libertà. Il sistema giudiziario italiano non corrispondeva, secondo la Dottrina Mitterand. Ottenne anche la naturalizzazione che gli fu poi revocata prima di avere cittadinanza. Per evitare un probabile arresto ed estradizione in Italia, fuggì in Brasile nel 2004, dove venne arrestato dieci anni fa, nel 2007 e rimase in carcere fino a inizio giugno 2011. Il Presidente Brasiliano Lula rifiutò l’estrazione, richiesta dall’Italia, e gli concesse il diritto d’asilo con un visto permanente. Anche Dilma Roussef, presidente del Brasile dopo Lula sentì l’8 giugno la Corte costituzionale che confermò che l’estradizione doveva essere negata, in quanto Battisti avrebbe potuto subire persecuzioni per le sue idee politiche. Inoltre secondo le leggi brasiliane le condanne a Battisti sarebbero cadute in prescrizione nel 2013.

Nel corso di questi anni, innanzitutto nel periodo francese, molte sono state le contestazioni al contenuto delle condanne di Battisti. Documenti in merito si trovano nel sito di Carmilla.

https://www.carmillaonline.com/categorie/il_caso_battisti/

Gli hanno espresso solidarietà, aiutato e si sono dichiarate contro l’estradizione persone come Fred Vargas, che scrisse un libro La Vérité sur Cesare Battisti, inedito in Italia*, Gabriel Garcia Marquez, Bernard-Henry, Daniel Pennac, Tahar Ben Jelloun, Valerio Evangelisti e anche a titolo personale esponenti di Amnesty International.

Non vi è ancora la parola fine alla vicenda di Cesare Battisti, alla quale i media italiani prestano molta attenzione, riportando dichiarazioni forcaiole di molti personaggi. Fa eccezione ed esce dal coro Paolo Ferrero di Rifondazione Comunista che ha recentemente dichiarato al Fatto Quotidiano:

“Penso che ci sia stata una pagina in Italia, quella degli anni Settanta, che l’Italia non è mai riuscita a chiudere civilmente e che ci sono questi strascichi. Io credo che continuare su questo piano sia insensato. Non penso sia una priorità chiedere che Cesare Battisti venga estradato”. Sono le parole di Paolo Ferrero alla trasmissione Siamo Italiani. Intervistato da Roberto Poletti sul caso dell’ex terrorista, l’ex segretario di Prc ed ex Ministro ha risposto: “Il Brasile ha deciso così e io ritengo che la legislazione che c’è stata in Italia negli anni Settanta abbia prodotto dei disastri per cui sarebbe meglio tirare una riga”. Infine alla domanda: “Lo lasciamo là?” La risposta di Ferrero è stata: “Sì”

La vicenda può essere l’occasione per riflettere seriamente sui seguenti fatti.

Sulla giustizia in Italia. Molti sono i casi di condanne ingiuste.

Sulla tortura in Italia. Per esempio, gli atti commessi dalle forze dell’ordine a Bolzaneto nei giorni del G8 del 2001 furono atti di tortura. Lo ha stabilito la Corte europea dei diritti umani che ha condannato l’Italia per le azioni dei membri delle forze dell’ordine, e perché lo Stato non ha condotto un’indagine efficace.

Sugli anni ’70 che hanno fatto da sfondo politico, sociale e culturale alla storia di Cesare Battisti.

 

* https://www.carmillaonline.com/2004/05/09/fred-vargas-la-verite-sur-cesare-battisti/

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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