Francesco Cecchini

Fino al 16 dicembre alla Brunei Gallery di Londra sarà aperta la mostra Behind The Indian Boom curata dal documentarista Simon Chambers e dalla antropologa Alpha Shah. La mostra Dietro il Boom Indiano, fa vedere le lotte quotidiane le condizioni precarie del lavoro e dei Dalit e Adivasi che a basso costo producono beni e costruiscono le infrastrutture per lo sviluppo economico dell’India. Si basa su un programma di ricerca sulla disuguaglianza e la povertà del dipartimento di Antropologia di Alpha Shah e Jens Lerche della London School of Economics e coinvolge il lavoro di ricercatori, giornalisti e attivisti. Dalit, paria, intoccabili. Si tratta della casta più bassa. I dalit sono stati chiamati intoccabili perché a loro spettavano le mansioni considerate impure: quelle a contatto con la nascita,le ostetriche, la morte macellaio, conciatore di pelli) o la sporcizia, lavandaia, netturbino, donne delle pulizie. Adivasi, dal sanscrito Ādivāsīs, sono gli abitanti originari, l’eterogeneo insieme dei popoli aborigeni dell’India. La mostra stimola alcune riflessioni. Nell’ India, come sottolineato nell Economic Survey del ministero dellEconomia indiano, il prodotto interno lordo pro capite è cresciuto di circa il 4,5% annuo negli ultimi 37 anni. Il paese, però è anche quello dei tragici effetti della demonitizzazzione voluta dal premier Modi, http://ancorafischia.altervista.org/la-demonetizzazione-india e dei suicidi dei contadini a causa dei debiti che non riescono a pagare. http://www.slowfood.it/clima-killer-india-crescono-suicidi-contadini. L’ India opprime con la violenza il popolo kashmiri che vuole l’indipendenza del Kahmir, che non è India. http://ancorafischia.altervista.org/kashmir-assedio-senza-fine. L’India è il paese degli slums. A Bombay è chiamata Slumbai e Dharavi dove vivono circa un milioni di persone e fa a pezzi molti stereotipi sulla realtà indiana. Gli adivasi sono la base sociale del movimento naxalita che occupa in India il corridoio rosso, negli stati di Chhattisgarh, Odisha, Jharkhand, Bihar e Andhra Pradesh. La storia del movimento naxalita ha 50 anni e inizia nel villaggio di Naxalbari. http://www.ancorafischiailvento.org/2017/05/27/naxalbaricinquant’anni . Il movimento naxalita se non riuscirà a passare dalle campagne del corridoio rosso alle città delle fabbriche e degli slum non farà mai la rivoluzione in India. Il indiano insediatosi a seguito dellIndipendenza indiana, avvenuta il 15 agosto 1947, ha istituito vari leggi per proteggere le caste e le tribù, includendovi sia gli intoccabili che i gruppi tribali che, ancora oggi, vivono stili di vita tradizionali. Queste leggi, tuttora vigenti, includono sistemi di quote per garantire laccesso allistruzione e ai posti di governo. La struttura sociale indiana è stratificata gerarchicamente in caste in cui i gruppi e gli individui che vi appartengono vengono guidati da prescritte norme, valori e sanzioni sociali (tra cui anche la definitiva esclusione dalla comunità) tipici di quella casta, realizzando così specifici modelli di comportamento. Le caste sono previste dalla religone induista, altre religioni in India come quelle dei Sikhs, Gianisti, Buddisti e l’Islam non riconoscono il sistema delle caste, ma questo sistema svolge ancora in India un ruolo fondamentale. Importante un intervento della scrittrice e militante politica Arundhati Roy, http://www.guidaindia.com/index.php?option=com_content&view=article&id=2889:il-dottore-e-il-santo-arundhati-roy&catid=56:letture&Itemid=61, che ha valorizzato il ruolo e l’impegno di B.R. Ambedkar per l’abolizione delle caste, sottolineando che Gandhi le giustificava. Alpa Shah è Professore Associato (Lettore) nel Dipartimento di Antropologia presso la LSE. La ricerca e la scrittura di Alpa si concentra sulle persone povere e emarginate in India e in Nepal. Esplora i processi di disuguaglianza che le persone vengono intrappolate e i vari modi in cui cercano di sovvertire. Ha vissuto per diversi anni, come antropologa, tra le persone di cui scrive. Il suo primo libro, Nelle ombre dello Stato, è sui diritti e la politica indigeni di Adivasis a Jharkhand, in India. Dopo la guerra popolare ispirata dai Maoisti in Nepal, Alpa ha condotto una ricerca, finanziata dall’Accademia britannica, sulle disuguaglianze per comprendere i processi di discriminazione in India e in Nepal. Alpa Saha sta scrivendo un libro sulla lotta rivoluzionaria dei maoisti naxaliti che da 50 anni cercano di conquistare il potere per creare una società comunista.

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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