Domenica scorsa si sono svolte le elezioni presidenziali e politiche in Honduras. Ad urne chiuse, nella notte tra domenica 26 e lunedì 27, con il 59% dei voti scrutinati, nel suo primo bollettino ufficiale il Tribunale Supremo Elettorale (TSE) aveva annunciato il chiaro vantaggio del candidato Salvador Nasralla, della “Alianza de Oposición contra la Dictadura” sul candidato conservatore del Partido Nacional Juan Orlando Hernandez, partito di governo e coinvolto con il golpe del 2009. Il vantaggio era del 5%, corrispondente a circa 100.000 voti di differenza. Col passare delle ore il vantaggio si è approfondito, ma il TSE non ha voluto emettere altri bollettini parziali.
Da parte sua, anche Luis Zelaya, candidato del Partito Liberale, giunto al terzo posto, ha riconosciuto la vittoria della formula Salvador Nasralla – Xiomara Castro.
L’unico che non vuole ammettere la sua sconfitta è appunto il candidato del Partido Nacional, oggi al governo.
Preoccupa che il TSE non abbia voluto emettere un altro bollettino con informazioni aggiornate, mantenendo l’incertezza sul risultato e contribuendo così al clima di tensione che si è creato.
In queste ore, diverse sono le denunce apparse nei mezzi di comunicazione internazionali e nelle reti sociali relative ai brogli avvenuti per favorire il Partido Nacional. Secondo una registrazione pubblicata da “The Economist” alcuni membri del Partido Nacional si preparerebbero a falsificare i risultati. Nelle reti sociali sono apparsi diversi casi di schede elettorali a favore del candidato dell’opposizione ritrovate nella spazzatura.
Lo Stato Maggiore della Marina honduregna ha allertato le truppe per possibili disturbi, mentre si moltiplicano le voci di un possibile “stato d’assedio” da decretare nelle prossime ore.

Il Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea, come si legge in una nota a firma di Marco Consolo, responsabile Esteri, manifesta la propria profonda preoccupazione per la situazione post-elettorale nel Paese centro-americano. “Un Paese che ha già sofferto un colpo di Stato nel 2009, quando il suo legittimo Presidente Manuel Zelaya, è stato sequestrato e deposto.
Ci sono pochi dubbi sulla vittoria elettorale di Salvador Nasralla e Xiomara Castro. Chiediamo al TSE di dare quanto prima i risultati elettorali per non alimentare irresponsabilmente incertezza e tensione nel Paese”.

“Dal golpe del 2009, l’impunità la fa da padrona – continua la nota – e si sono moltiplicati gli omicidi dei dirigenti sociali e politici (uno per tutti quello dell’ambientalista Berta Cáceres), la repressione, il carcere e le minacce verso chi protesta”.
Rifondazione Comunista fa appello alla vigilanza ed alla mobilitazione a difesa del voto, della volontà degli elettori ed in solidarietà con il popolo honduregno.

http://www.controlacrisi.org/notizia/Politica/2017/11/29/50461-honduras-forte-clima-di-tensione-risultato-del-voto-sospeso/

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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