Francesco Cecchini

Sono iniziate la campagna per elezioni del prossimo 4 marzo e anche le promesse elettorali. Matteo Renzi del PD promette l’abolizione del canone Rai, Piero Grasso, fino a ieri nel PD, l’abolizione delle tasse universitarie. Con un aumento medio delle tasse universitarie del 60% negli ultimi dieci anni, l’Italia si piazza al terzo posto tra i Paesi più cari d’Europa per gli studenti, dopo Olanda e Regno Unito. Con rette che superano i 2mila euro di media al Politecnico di Milano, che è l’ateneo più caro d’Italia. La proposta di Piero Grasso di Liberi e Uguali di abolire le tasse universitarie costerebbe in ogni caso. Qualcosa nell’ultimo anno però è cambiata. Con la legge di bilancio 2017 è stata alzata la no tax area fino a 13 mila euro di I.S.E.E. (l’I.S.E.E. è l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente che, certificato tramite un attestato, consente ai contribuenti a basso reddito di accedere a prestazioni sociali e servizi di pubblica utilità a condizioni agevolate). Alcune università l’hanno aumentata fino a 15mila euro. Per ottenere l’esenzione totale, bisogna soddisfare determinati requisiti di reddito e di merito. Il risultato è che circa un terzo degli studenti oggi rientra in quest’area. La proposta populista di Grasso ha sollevato molte critiche, innanzitutto in un’area contigua a Liberi e Uguali. Matteo Renzi ha affermato che favorisce i ricchi e i fuoricorso come il grillino Luigi Di Maio. Il ministro dello sviluppo economico Calenda ha scritto su Twitter che prima di abolire le tasse universitarie si potrebbero invece attuare politiche di incentivo all’istruzione tecnica, che ini Italia registrano cifre bassissime. Calenda ha poi calcato la mano paragonandola a una misura trumpiana. Il segretario generale della Fim-Cisl Marco Bentivogli, sempre su Twitter (ritwittato da Calenda), si era chiesto quale fosse la necessità di tale abolizione, considerato che “le tasse universitarie sono già gratis per meno abbienti ed evasori. Tuttavia, cancellarle è un regalo alle famiglie con redditi medio alti. Grasso ha già tradito la promessa di non fare populismo e se vuole premiare i ricchi cambiasse simbolo. Liberi eUguali?”. E così via. Chi ha difeso Grasso è stato Bersani, che sulla riforma renziana della scuola aveva affermato: “con qualche ritocco, al Senato felicissimi di votare.” Che si sappia manca ancora il sostegno di Massimo D’Alema. Comunque affrontando il tema con un altro approccio il tema, Potere al Popolo sulla scuola nella proposta di programma propone: “La “Buona Scuola”, degna figlia delle riforme precedenti, insulta gli insegnanti, svuota le conoscenze, punta a trasformare gli studenti in schiavi obbedienti pronti a lavorare gratis e senza protestare. Mancano totalmente politiche di assistenza e sostegno alla famiglia, come gli asili o dei servizi sul territorio per il sostegno agli anziani. I diversamente abili ed i soggetti sociali fragili sono sempre più spesso abbandonati a loro stessi o alle loro famiglie, senza alcuna assistenza economica e materiale e alcun serio programma di inserimento e inclusione sociale. Per questo noi vogliamo:                                                                                   – la cancellazione di tutte le riforme che hanno immiserito la scuola, l’università e la ricerca;                                                                                      – l’assunzione a tempo indeterminato di tutto il personale precario della Pubblica Amministrazione e un nuovo programma di assunzioni per scuola, sanità, servizi socio-assistenziali, con immediato sblocco del turn-over lavorativo;                                                                             – un serio adeguamento salariale;                                                                                   – l’ampliamento dell’offerta formativa e l’estensione del tempo scuola col tempo pieno per tutto il primo ciclo d’istruzione;                                                                               – la gratuità dei libri di testo e la certezza del diritto allo studio fino ai più alti gradi;”                                              Inoltre il diritto allo studio per Potere al Popolo è anche legato a una riforma fortemente progressiva della fiscalità generale.                                                             Conclusione, la proposta di Grasso, più un’ansia di contrapporsi a Matteo Renzi che altro, è una gaffe politica populista e non di sinistra che non favorisce l’uguaglianza, ma il liberalismo.  E’ un’abolizione regressiva perché regala la cultura ai figli dei borghesi, che possono permettersela, e li pone sullo stesso piano dei figli degli ‘operai che avrebbero/hanno il diritto  di avercela gratis. Cancellare per tutti le tasse universitarie che devono essere gratis per i meno abbienti è fare un regalo alle classi medio-alte. Per Grasso i meno abbienti e le classi medio-alte sono Liberi e Uguali, così conferma che il nome  è un ossimoro, perché più c’è libertà capitalista e meno c’è uguaglianza reale.

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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