Santa Maria di Zevio, in provincia di Verona, è la cittadina dove, lo scorso 19 dicembre, Ahamed Fdil, un sessantaquattrenne marocchino disoccupato da tempo, è stato arso vivo all’interno della sua automobile – diventata casa – da due minorenni. I ragazzi, un diciassettenne ed un tredicenne di origine straniera, fermati ed interrogati dai carabinieri hanno giustificato – se tal termine si può utilizzare – la loro azione, immortalata dalle telecamere a circuito chiuso, affermando “Era uno scherzo, non l’abbiamo fatto apposta.” La vicenda, oltretutto non la prima nel suo genere, successe lo stesso anche qualche anno fa a Palermo, non può che farci riflettere.

I conoscenti della sfortunata vittima sostengono che i due giovani importunavano spesso il senzatetto, ed erano già arrivati a tirargli dei petardi all’interno dell’auto. Ci troviamo dunque di fronte a due ragazzi che, probabilmente per sfuggire alla noia e per quella voglia di – sciocca – trasgressione che spesso pervade gli animi adolescenziali, hanno oltrepassato il limite che separa l’uomo dalla bestia e sono arrivati ad uccidere in uno dei peggiori modi possibili una persona per ammazzare il tempo, come si suol dire, e riempire la loro altrimenti ripetitiva serata. Come possano due ragazzi arrivare soltanto a concepire una simile azione, come possano custodire e sviluppare un’idea di questo tipo nelle loro menti e come possano mettere in pratica un tale comportamento, non sono certo in grado di dirlo; è una riflessione davvero al di fuori delle mie possibilità. Mi soffermerei però sulle parole di questi due scriteriati ragazzi, sul fatto che, per loro, appiccare un incendio ad un’auto all’interno della quale vive un uomo sia uno scherzo. Davvero hanno detto così? Quale deviazione mentale può sottostare alla discrepanza lessicale che definisce scherzo un omicidio premeditato? Da cosa dipende un atteggiamento criminale di questo tipo? Dalla desensibilizzazione imperante alla violenza, che parte dai telegiornali e arriva a tutti gli altri media di cui gli adolescenti di oggi fanno scorpacciate? Dall’incapacità tremenda – ed incomprensibile – di una generazione di educatori che non riesce neppure a tramandare la più fondamentale, atavica ed ancestrale delle differenze: quella tra giusto e sbagliato? Tra bene e male? Dal demonio del bullismo, vera e propria piaga sociale che aliena i più giovani e li rende selvaggi, prepotenti, bestiali, criminali, addirittura assassini, in casi come questo? Dalla semplice ed insiegabile follia di due giovani? Di nuovo, non ho risposte. Di domande però, un episodio come questo, me ne fa sorgere tante.

Di Mattia Mezzetti

Mattia Mezzetti. Nato nel 1991 a Fano, scrive per capire e far capire cosa avviene nel mondo. Crede che l’attualità vada letta con un punto di vista oggettivo, estraneo alle logiche partitiche o di categoria che stanno avvelenando la società di oggi. Convinto che l’unica informazione valida sia un’informazione libera, ha aperto un blog per diffonderla chiamato semplicemente Il Blog: http://ilblogmm.blogspot.it.

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