Di Ali Abunimah

 

Il Dipartimento di Stato ha negato un rapporto in cui si dice  che gli Stati Uniti non hanno rispettato una scadenza per trasferire 125 milioni di dollari all’UNRWA, l’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi.

Ci sono, però, delle indicazioni di una lotta feroce all’interno dell’amministrazione Trump riguardo al taglio di finanziamenti a quella organizzazione che fornisce cure mediche, istruzione e servizi umanitari a cinque milioni di Palestinesi nella Cisgiordania occupata e a Gaza, alla Giordania, al Libano e alla Siria.

Quando gli hanno domandato di un rapporto di venerdì scorso secondo il quale gli Stai Uniti avevano saltato il pagamento, il Sottosegretario di Stato Steven Goldstein, ha detto: ”Ci sono ancora delle discussioni da fare. Non abbiamo saltato la scadenza e non abbiamo fermato i finanziamenti, e si sta riesaminando la decisione.”

“Non mi aspetterei una decisione questa settimana,” ha aggiunto Goldstein.

All’inizio di questa settimana, il portavoce dell’UNRWA, Chris Gunness, ha detto al giornale on line Electronic Intifada, che l’agenzia non era stata informata né in un modo né in un altro circa qualche cambiamento nel finanziamento da parte degli Stati Uniti.

Un funzionario del Dipartimento di Stato ha riferito al giornale palestinese Al Quds che non si sapeva se sarebbero continuati i finanziamenti per l’UNRWA, ma che c’era stato un incontro “tecnico” venerdì scorso alla Casa Bianca per esaminare tutti gli aiuti americani dati ai Palestinesi, inclusa l’UNRWA, per vedere quali tagli potrebbero essere fatti.

Gli Stati Uniti sono il donatore individuale più grande dell’UNRWA. Hanno contribuito con 380 milioni di dollari al bilancio di 1,1 miliardo di dollari nel 2015 dell’agenzia  arrivata al limite e senza un soldo.

Scontro”

Un articolo sul Washington Post di questa settimana, del giornalista filo-israeliano Josh Rogin, asserisce che l’Amministrazione Trump “va verso uno scontro riguardo al fatto di continuare nelle minacce fatte dal Presidente Trump e dall’Ambasciatrice degli Stati Uniti all’ONU, di tagliare i fondi degli Stati Uniti ai rifugiati palestinesi.”

Trump e la Haley hanno fatto queste minacce come ritorsione per il rifiuto dell’Autorità Palestinese del riconoscimento deciso da Donald Trump di Gerusalemme come capitale di Israele.

Secondo Rogin, la Casa Bianca ha deciso di indire un incontro non ancora programmato di massimi funzionari per decidere se svincolare i 125 milioni di dollari che Rogin afferma siano in sospeso.

Rogin afferma che gli è stato detto da vari funzionari dell’amministrazione che la Haley “ha fatto pressione per un taglio totale dei finanziamenti degli Stati Uniti all’UNRWA.”

Tra i massimi funzionari che si presume  appoggino la posizione della Haley ci sono il Capo dello staff di Trump, John Kelly, il Consigliere per la sicurezza nazionale Herbert Raymond McMaster e il genero di Trump, Jared Kushner, ai quali è stato dato il compito di riprendere il cosiddetto processo di pace.

Rogin cita anche “fonti vicine alla Haley” che gli dicono che l’ambasciatrice “nel complesso non sostiene l’abolizione dell’UNRWA.”

L’eliminazione dell’agenzia è stata per lungo tempo sostenuta dall’estrema destra favorevole a Israele e apertamente dal Primo Ministro Israeliano Benjamin Netanyahu, nella speranza di eliminare per sempre dall’agenda internazionale il diritto di ritorno dei rifugiati palestinesi.”

Danneggiare i rifugiati

Rogin dice che alcuni funzionari dell’amministrazione avvertono che tagliare i finanziamenti all’UNRWA avrebbe conseguenze umanitarie potenzialmente  disastrose, anche per gli alleati degli Stati Uniti.

“La Haley è bene intenzionata, ma gli effetti pratici della posizione che ha assunto danneggeranno i rifugiati, il nostro alleato in Giordania, e lasceranno gli Israeliani nei pasticci quando inizieranno i guai,” come Rogin riferisce che gli abbia detto un funzionario del Dipartimento di Stato.

Le opzioni che vengono considerate comprendono una parziale riduzione dei finanziamenti degli Stati Uniti all’UNRWA o una richiesta ad altri paesi, come l’Arabia Saudita, di pagare il conto, secondo Rogin.

Alcuni funzionari credono che i tagli agli aiuti  da parte Stati Uniti non riusciranno a obbligare i paesi che sono stati minacciati – compresi la Palestina  e il Pakistan – di inchinarsi alla linea dell’amministrazione Trump. Secondo Rogin, però, attuando i tagli, Trump sarà in grado di sostenere che sono stati risparmiati dei soldi e che è stata soddisfatta una promessa.”

Calunnie sistematiche

Separatamente, la Norvegia e l’Unione Europea hanno annunciato un incontro “straordinario” più in là, in gennaio,  di un gruppo di donatori che aiutano i Palestinesi che comprende rappresentanti degli Stati Uniti e di vari organismi internazionali.

Il cosiddetto Comitato di Collegamento ad Hoc ha funzionato per lungo tempo come modo per i donatori internazionali, specialmente gli Stati Uniti, per imporre le loro richieste politiche ai Palestinesi, mascherate come offerta di aiuti.

L’apparente scopo dell’incontro è di discutere dei modi di accelerare gli sforzi che possono sostenere una soluzione negoziata dei due stati,” ma la sua tempistica in seguito alle minacce americane per i finanziamenti probabilmente non è una coincidenza.

I difensori dei diritti umani palestinesi stanno aggiungendo le loro voci a coloro che avvertono delle disastrose conseguenze umanitarie dei considerevoli tagli alle risorse dell’UNRWA.

Da decenni “l’UNRWA ha affrontato campagne sistematiche mirate a chiuderla e a macchiare la sua reputazione,” ha dichiarato mercoledì il gruppo per i diritti umani Al Mezan.

Al Mezan ha fatto notare il “deterioramento senza precedenti della situazione umanitaria” in Cisgiordania e specialmente a Gaza che ha subito  un duro blocco israeliano per decenni.

Osserva che l’UNRWA è stata già costretta a ridurre i servizi a causa dei deficit nei finanziamenti in mezzo a necessità che aumentano notevolmente.

Secondo Rogin, però, i Palestinesi devono servire come un “test importante del nuovo approccio di Trump di usare gli aiuti per punire i governi stranieri per il loro cattivo comportamento.”

Non potrebbe esserci un esempio più chiaro – o più crudele – del loro voler tirar fuori la loro rabbia e voglia di vendetta contro alcune delle persone più vulnerabili del mondo.

Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte: https://zcomm.org/znetarticle/trump-punishing-palestinians-as-example-for-world

Originale: Electronic Intifada

Traduzione di Maria Chiara Starace

Traduzione © 2018 ZNET Italy – Licenza Creative Commons  CC BY NC-SA 3.0

http://znetitaly.altervista.org/art/24117

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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