Mohamed Dihani Omar Bachir Zein

Slyma e Sokeina

Il Sahara occidentale è un paese occupato dal Regno del Marocco, dove le truppe marocchine hanno invaso illegalmente nel 1975 dopo il ritiro spagnolo, da allora il popolo saharawi subisce gravi violazioni dei diritti umani. Queste violazioni sono subite direttamente dai Sahrawi com rapimenti, arresti, stupri e detenzioni arbitrarie in carceri segrete in Marocco. Anche indirettamente, come l’arresto, l’uccisione o lo stupro di un fratello, una sorella, padre o una madre da parte dell’intelligence e dei servizi militari marocchini. La cosa più dolorosa è che le famiglie delle vittime non possono piangere su i loro cari rapiti e torturati, perché non si conoscono dove hanno nascosto i loro corpi.Ma nonostante tutte le tragedie, le sofferenze e le atrocità a cui è soggetto il popolo saharawi, questo non si arrende all’occupante e denunciano i crimini. Questo articolo è dedicato oggi a parlare di tre ragazze che hanno affrontato l’occupante marocchino con coraggio e costanza e sono sempre stati elementi importanti della lotta dei Sahrawi . Sono Fatima, Slyma e Sokeina, responsabili e dei membri del centro sahrawi di media e comunicazione.

FATIMA

Fatima è una donna saharawi  separata dal marito e ha 4 figli.Lavora giorno e notte per mantenere la sua famiglia. Durante le ricerche sulle informazioni per scrivere questo articolo abbiamo parlato della sua vita e della sua sofferenza sotto l’occupazione marocchina e anche del suo status come donna separata, che soffre ogni giorno per provvedere ai bisogni dei suoi figli.  Fatima è nata nello stesso anno dell’invasione marocchina del Sahara occidentale nel 1975, viveva con la sua famiglia in condizioni molto difficili. Racconta della perdita di un membro della sua famiglia che è stato rapito, e la famiglia non è riuscita a trovarlo per anni e non poteva nemmeno piangerlo. Aggiunge che questo non le impedisce di lottare ed esponere i crimini dell’occupazione marocchina e le sue gravi violazioni nel Sahara occidentale. È entrata a far parte del centro sahrawi di media e comunicazione, un centro multimediale dedicato al monitoraggio dei gravi abusi e delle notizie del Sahara occidentale. La sua vita è divisa in due cose: crescere i suoi figli, preservarli e lottare per l’indipendenza nazionale e popolare, non mi interessa quale sia il prezzo ha detto fatima. Ha concluso il suo discorso facendo appello alla comunità internazionale per sostenere il popolo saharawi nella sua lotta per il raggiungimento dei suoi legittimi diritti, in primo luogo il diritto all’autodeterminazione.

 SOKEINA.                                                                      Sokeina una giovane ragazza saharawi, nell’ultimo anno di istruzione secondaria. Affronta ogni giorno l’occupante marocchino documentando le gravi violazioni dal suo stesso telefonino. Sokeina è supervisore presso il dipartimento di documentazione e fotografia nel centro sahrawi di media e comunicazione. Ha scelto di parlare del suo status di studente per sensibilizzazione della sofferenza degli studenti saharawi e dello stato di istruzione sotto la supervisione del Ministero della Pubblica Istruzione marocchino. Quando un bambino raggiunge l’età di ingresso legale a scuola, quel giorno è un giorno terribile, per i saharawi sentendosi aggredi verbalmente dagli stessi insegnanti e allunni marocchini. Il motivo è che la maggior parte degli insegnanti sono venuti dal Marocco per insegnare nel Sahara Occidentale insegnando la propaganda marocchina. Per non parlare dell’odio che il regime marocchino coltiva nei marocchini contro il popolo saharawi. Il sistema marocchino seleziona anche gli insegnanti che devono essere inviati nel Sahara occidentale. Il tutto ciò rende la scuola un centro di arresto piuttosto che di educazione. Quando siamo a scuola, vediamo come gli insegnanti si occupano degli studenti marocchini, a differenza di noi sahrawi. Altra cosa che quando noi saharawi parliamo il nostro dialetto hassaniya gli insegnanti marocchinn ci puniscono, perché ci vogliono insegnare il loro dialetto marocchino dice sokeina . Il tutto ciò porta lo studente saharawi a lasciare la scuola e a non concentrarsi sul superamento degli esami. E lo stato di occupazione ci priva di molte discipline scientifiche e istituti e le università per i saharawi sono un privileggio che il Regno non ci da la possbilità di iscriversi perché siamo saharawi del Sahara Occidentale o del Fronte Polisario. Sokeina aggiunge che ciò non impedirà loro di continuare a studiare, a lottare e a cercare mezzi che ci portino all’indipendenza. Ha concluso chiedendo ai giovani saharawi e alle associazioni di solidarietà con il popolo saharawi di non lasciare spazio all’occupante marocchino.

SLYMA.

Slyma è una giovane saharawi del 1983, ex direttrice del Centro saharawi di media e comunicazione. E’ frequentemente sottoposta ad arresti e torture e ripetute convocazioni ai tribunali. Selima viveva in condizioni molto dure in una famiglia povera, ma ricca di principi e di lotta. È stata una dei fondatori dell’ultima rivolta dell’intifada indipendentista del 2005 nel Sahara occidentale. Ha combattuto molto e ha sofferto molto e la sua casa è stata assediata dalle forze di repressione marocchine quotidianamente. Slyma è stata minacciata tante volte e ha subito molestie da parte della polizia di occupazione marocchina quando è stata arrestata. A causa della sua attività politica di condannare ai crimini commessi dall’occupazione marocchina nel Sahara occidentale. La sua sofferenza continua, ha sposato un rifugiato saharawi proveniente dai campi profughi saharawi. Il marito ha suggerito di vivere una vita tranquilla in Francia, ma lei a negato vuole continuare la sua battaglia pacifica nel Sahara Occidentale. Slyma ha sofferto un’altra volta, le autorità non hanno dato l’accesso dal suo marito nei territorio occupati perché è un rifiugiato di Tindouf. L’occupazione marocchina impedisce gli osservatori internazionali, attivisti, avvocati, giornalisti e parlamentari di entrare nel Sahara occidentale. Salima insieme ad un gruppo di giovani saharawi è riusciti a diffondere il centro saharawi di media e comunicazione con mezzi limitati a disposizione per monitorare le violazioni più gravi commesse dallo stato di occupazione marocchino nel Sahara Occidentale.

“Otterremo l’indipendenza, non ci interessa la violenza sulla nostra pelle, dice con fiducia e forza” Salima.

https://youtu.be/H64lyAsA3oY

Di Mohamed Dihani/Omar Zein Bachir

Mohamed Dihani Sono un ragazzo saharawi del laayoune la capitale del Sahara Occidentale. Sono il responsabile generale del sito www.wesatimes.com Piattaforma di informazione sul popolo saharawi in 5 lingue. Attivista lotto per i diritti umani collaboro con l'associazione ASVDH (Associazione Saharawi per le vittime di gravi violazioni dei diritti umani) Omar Zein Bachir ragazzo saharawi dei campi profughi di Tindouf - Algeria. Abito a Modena dove ho studiato Tecnico Informatico aziendale e lavoro all'Avis di Modena. Collaboro con l'associazione Kabara Lagdaf di Modena per far conoscere la questione del Sahara Occidentale. Responsabile del sito in italiano Wesatimes piattaforma di informazione sul popolo saharawi.

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