di Dario BIANZANI – Coordinatore Nazionale Movimento Essere Sinistra MovES

Il rapporto sulle armi nucleari del Pentagono “Nuclear Posture Review 2018” prevede l’Italia coinvolta in prima linea.

Il documento è attualmente in fase di revisione alla Casa Bianca e si attende che la versione definitiva venga firmata dal presidente Trump, ma una bozza è stata fatta filtrare dal Pentagono.

Nel rapporto viene descritto un mondo pieno di minacce per la sicurezza degli Stati Uniti e dei loro alleati.
Dice il Pentagono che mentre gli USA avrebbero continuato a ridurre le loro forze nucleari, Russia e Cina sarebbero dotate di nuove forze nucleari con nuove capacità tecnologiche e assumerebbero, si legge, “un comportamento sempre più aggressivo anche nello spazio esterno e nel cyberspazio“.

Inoltre la Corea del Nord continuerebbe illecitamente a dotarsi di armi nucleari e l’Iran, nonostante l’accordo che gli impedirebbe di continuare un progetto di proliferazione nucleare manterrebbe “la capacità tecnologica di costruire un’arma nucleare nel giro di un anno“.

Nel rapporto, il Pentagono, anche utilizzando dati palesemente falsificati, cerca di dimostrare che le armi nucleari statunitensi sono obsolete e necessitano di radicale ristrutturazione ma non fa menzione al fatto che gli USA, nel 2014, hanno già avviato un programma di riarmo nucleare con una spesa di oltre 1000 milioni di dollari, il più imponente dalla fine della guerra fredda.

Quel programma ha permesso agli Stati Uniti di triplicare la capacità distruttiva dei loro missili balistici.
Il nuovo programma di ristrutturazione consentirebbe, in realtà, di acquisire “capacità nucleari flessibili“, con lo sviluppo di “armi nucleari di bassa potenza” da utilizzare anche in conflitti regionali o per rispondere a un attacco di hacker ai sistemi informatici.

Nel 2020, secondo il rapporto, le forze armate statunitensi saranno dotate della principale arma di questo tipo, la bomba B61-12.
Questa bomba sostituirà le B61 attualmente schierate in Italia, Germania, Belgio, Olanda e Turchia e, dice ancora il Pentagono, costituirà “un chiaro segnale di deterrenza a qualsiasi potenziale avversario”, in quanto gli Stati Uniti: “posseggono la capacità di rispondere da basi avanzate alla escalation“.

 

 

Questa bomba non sarebbe solo la versione ammodernata della attuale B61 ma sarebbe una nuova arma con una testata nucleare a quattro opzioni di potenza selezionabili, un sistema di guida che permetterebbe di sganciarla da distanza sull’obiettivo, la capacità di penetrare nel terreno per distruggere i bunker dei centri di comando.

Sempre secondo il rapporto, dal 2021, questa nuova arma sarà disponibile anche per i caccia dei paesi alleati, tra cui i Tornado italiani PA-200 del 6° Stormo di stanza a Ghedi. Ma, per sfruttarne a pieno le potenzialità e per guidarle sull’obiettivo e sfruttarne le capacità anti-bunker, occorrono i caccia F-35A.

Questi caccia di nuova generazione, continua il rapporto, manterranno la forza di deterrenza della Nato e la capacità di schierare armi nucleari in posizioni avanzate, se necessario per la sicurezza.

Il Pentagono annuncia quindi il piano di schierare F-35A, armati di B61-12, a ridosso dei confini con la Russia. Naturalmente per la “sicurezza” dell’Europa.

L’italia, come si evince da questo rapporto, si troverebbe ancora di più in prima linea.
Se qualche forza politica che si presenta alle elezioni 2018 intende prendere posizione, magari anche spiegando bene il come, batta un colpo. Grazie.

Noi, che siamo contrari al riarmo, alla continua produzione di armi e alla permanenza dell’Italia nella NATO, siamo disponibili a qualsiasi iniziativa di protesta e di proposta seria e non elettoralistica che vada in questa direzione.

 

ARMI NUCLEARI E ITALIA IN PRIMA LINEA

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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