La previsione di crescita per il 2018 attribuita all’Italia dal Fondo monetario internazionale è del 1,4%, una cifra confermata anche dalle previsioni della Banca d’Italia. “Sono cifre che ci dicono che tecnicamente siamo fuori dalla recessione. Ma, come sempre, i numeri nascondono tante diversità, tante diseguaglianze sia tra chi lavora, sia tra le singole imprese”, commenta ai microfoni di RadioArticolo1, è Maurizio Landini, segretario confederale della Cgil.
Per il segretario confederale Cgil,“ci sono imprese che crescono di più, perché investono in ricerca in innovazione e stanno sfruttando le leggi di incentivazione che lo Stato ha concesso in questi anni, eppure abbiamo perso quasi il 25% della nostra capacità produttiva e non la stiamo recuperando. Continuano a esserci invece piccole, medie e grandi imprese in cui si taglia, i problemi non sono risolti e manca una politica industriale degna di questo nome”.
“Oltre a dare i numeri – continua Landini – , bisogna ragionare su cosa c’è dietro questi numeri, sulla reale condizione del nostro sistema industriale e sulle condizioni di vita e di lavoro delle persone. Inoltre, non si può non parlare del fatto che si continua a morire sul lavoro, e che pur lavorando meno ore si muore di più. Anche questo è un indice della qualità del nostro sistema produttivo”.