Giovedì prossimo la Roma antifascista, antirazzista e antisessista ricorda Valerio Verbano, ucciso da un commando neofascista a casa sua, alla presenza dei genitori, il 22 febbraio 1980

di Marina Zenobio

Il 22 febbraio di trentotto anni fa un commando di neofascisti assassinava il giovane studente dell’autonomia operaia Valerio Verbano, in casa sua a Roma, i genitori Carla e Sardo costretti ad assistere.

Anche quest’anno le compagne e i compagni di Valerio lo ricorderanno con un corteo cittadino che, partendo alle 16 da via Monte Bianco (dove il giovane e la famiglia vivevano) attraverseranno i quartieri romani di Montesacro e Tufello.

Una manifestazione contro ogni razzismo e fascismo che quest’anno coincide con i tragici fatti di Macerata, il raid di Traini contro i migranti e le migranti della città marchigiana che ha provocato 6 feriti, ma anche il partecipatissimo corteo che la stessa città ha attraversato per dire no all’avanzata delle destre. Per questo il ricordo di Valerio quest’anno assumerà un significato ancora più sentito.

“La memoria di Valerio – scrivono gli organizzatori e le organizzatrici nella convocazione dell’evento – in questi anni è stata un’arma importante per combattere la nostra battaglia antifascista: una storia viva, incarnata da lotte, occupazioni, manifestazioni, presa in mano delle nuove generazioni che l’hanno fatta propria. ‘Non un nome su una vita, ma su tutte le vie, su tutte le piazze’, recita la tarda apposta dai compagni di Valerio ormai quasi quarant’anni fa. Possiamo dire che è stato davvero così”. E ritengono che oggi sia indispensabile un antifascismo militante che dal basso reagisca alla propaganda xenofoba e alle organizzazioni neofasciste. Ancora di più quando le parole d’ordine dell’estrema destra sembrano diventate patrimonio condiviso della retorica e della politica istituzionale, quando un ministro dell’Interno di un governo che si dice di centrosinistra “dichiara guerra ai poveri e ai migranti, quando il candidato della Lega alla Regione Lombardia parla, senza imbarazzo, di ‘difesa della razza bianca’, quando il razzismo di Stato si fa senso comune tra gli ultimi, quando le aggressioni ai cittadini stranieri aumentano indisturbate e i neofascisti siedono paciosi nei salotti televisivi a fare campagna elettorale”

Il 22 febbraio in ricordo di Valerio sarà dunque e ancora una giornata di lotta antifascista, antirazzista, meticcia ma anche antisessista che, per organizzatori e organizzatrici, “faccia tesoro della lezione del movimento femminista ‘Non Una Di Meno’” , che parli di mutualismo, cooperazione e solidarietà, oltre la retorica umanitaria ed assistenzialista, per costruire insieme spazi comuni e di lotta per i diritti di tutte e tutti.
Perché “Non ci può essere antifascismo senza un’ipotesi di trasformazione della società esistente: la pratica antifascista, per noi, non può essere separata dalle lotte sul terreno della casa, del reddito e del lavoro, della cittadinanza, dei diritti sociali e delle libertà civili. Del feticcio della difesa dei valori democratici non ce ne facciamo nulla”.

Va intanto ricordato che 38 anni dopo, nonostante ogni tanto arrivino nuove rivelazioni sulla sua morte, la verità su chi ha ammazzato Valerio ancora non è venuta alla luce, condannata a rimanere seppellita con tanti altri misteri del nostro paese.
Ma i compagni e le compagne di Valerio non dimenticano, perché Valerio vive nella rivolta continua.

 

Ricordando Valerio a 38 anni dal suo assassinio, contro ogni fascismo

Di Nardi

Davide Nardi nasce a Milano nel 1975. Vive Rimini e ha cominciato a fare militanza politica nel 1994 iscrivendosi al PDS per poi uscirne nel 2006 quando questo si è trasformato in PD. Per due anni ha militato in Sinistra Democratica, per aderire infine nel 2009 al PRC. Blogger di AFV dal 2014

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