Ci sono bambini di serie A e di serie B. La differenza? Quelli di serie B muoiono nel silenzio più assoluto. Per raccontare l’inferno dei bimbi della Ghouta è stata giustamente lanciata una campagna social chiamata #IAmStillAlive, ovvero “sono ancora vivo”. L’obiettivo, secondo quanto si legge nelle agenzie che diffondono la notizia, è quello di raccontare l’assedio che le truppe governative stanno sferrando contro le forze ribelli che si trovano alle porte di Damasco. Un’iniziativa sacrosanta che però racconta solamente una parte della realtà.
Già perché anche dall’altra parte, quella governativa, ci sono bambini che muoiono e per i quali andrebbe lanciata una campagna di sensibilizzazione. Ma quei morti non fanno notizia. O, meglio, non interessano a nessuno in occidente.
Quasi che siano meno innocenti e meno civili degli altri, come il piccolo Omar Oasheh Bashi , colpito da un missile dei ribelli la scorsa settimana. Mille frammenti incandescenti lo hanno colpito mentre giocava con i suoi amici a calcio nel quartiere di Rukn al-Din. È successo tutto in pochi secondi. Il boato, la polvere e il caldo. Il piccolo è stato investito dalla violenza dell’esplosione e il suo volto, sorridente fino a pochi secondi prima, è diventato di cera.
Continua..
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