Francesca Fornario estratto pagina Fb

Potere al popolo

Il risultato elettorale di Potere al popolo è deludente. Era difficile fare di più e lo sapevamo: la “capa politica”, come impone di chiamarla la legge elettorale, Viola Carofalo non è mai stata invitata, nemmeno una volta, da Formigli o da Flores o all’Aria che Tira o a in mezz’or da Lucia Annunciata come invece il leader di Casapound che ieri sera lamentava di essere stato poco in tv. Viola ha parlato per pochi secondi a Cartabianca ospite di Bianca Berlinguer, ha partecipato a un’unica trasmissione su Mediaset e la stragrande maggioranza degli elettori, ancora oggi, si informa attraverso la tv. A differenza di tutte le altre liste che sono note a tutti (non essendoci uno che non sappia che cos’è Casapound, che cos’è il Partito Comunista o l’Udc, chi è Emma Bonino o il ministro Lorenzin, chi sono D’Alema e Bersani e le due più alte cariche dello stato con loro in Liberi e Uguali) il simblo, il nome, il programma di Potere al popolo è ancora oggi sconosciuto alla stragrande maggioranza degli elettori. Anche se all’interno di Potere al popolo ci sono piccole forze organizzate, come Rifondazione o l’Usb, queste hanno rinunciato al loro simbolo, pur sapendo che la rinuncia li avrebbe resi irriconoscibili a tanti elettori non militanti che anora ieri chiedevano come mai non c’era Rifondazione sulla scheda. Trovare un nuovo nome, un nuovo linguaggio, era però necessario per anadre oltre il recinto degli elettori che si riconoscono nella falce e martello, e una forza politica che ha l’ambizione e di parlare agli sfruttati sa che molti di loro non hanno oggi gli strumenti per decifrare il senso di quel simbolo, per comprendere quel linguaggio. Sa che bisogna cercare e trovare il modo di farsi capire e di conivolgere nella lotta di classe chi sta subendo in silenzio, convinto che subire sia il suo destino. Quattrocentomila persone che hanno votato Potere al popolo sono oltre il 10 per cento di quelli che lo hanno conosciuto, in due mesi di campagna elettorale fatta senza soldi, casa per casa.
Qualcuno mi ha fatto notare che anche il Movimento 5 Stelle era sconosciuto quando è nato. Al contrario! Il Movimento 5 Stelle era il partito di Beppe Grillo e non c’era un italiano che non sapesse chi fosse Beppe Grillo e che dunque non fosse curioso di ascoltare che cosa aveva da dire. I talk di punta trasmettevano in prima serata lunghi spezzoni dei suoi comizi, senza alcun contraddittorio, poiché lui astutamente rifiutava il confronto diretto in studio. Così tutti hanno sentito che Grillo era contro “la casta” e tanto bastava e ancora basta, perché “la casta” è ancora la stessa ed è ancora lì.
Il risultato elettorale di Potere al popolo è deludente ma quello elettorale non è il solo né il principale risultato. Il risultato è aver mobilittato e entusisamato migliaia di persone che non si conoscevano e che ora si sentono legate e continueranno a lottare insieme contro l’austerity, per i diritti e contro i privilegi, per la solidarietà e contro l’inganno della guerra tra poveri che è invece una guerra ai poveri. Insieme e non più soli. Il risultato è stato aver creato questo protagonismo attraverso la mobilitazione dei non Tav, No Triv, No Muos, di chi lotta per la difesa dei posti di lavoro, per la scuola e la sanità pubblica, per le donne, e per i migranti, di chi non si sentiva più rappresentato e non si sarebbe mobilitato e tantomeno entusiasmato così solo per farsi rappresentare. Donne, ragazzi, anziani che non si sono arresi all’idea che non c’è alternativa, all’idea che non valga la pena combattere.
C’è uno scarto tra il pensarla così e l’agire di conseguenza. Il risultato di Potere al poplo è in quello scarto. Chi agisce, chi lotta, è già in salvo. Questo è poi lo scopo della sinistra: salvare i sommersi, uno per uno. Siamo a quota 400mila elettori in solo due mesi: andiamo avanti. Non c’è nulla di cui rallegrarsi nel risultato di queste elezioni solo per chi non ha beneficiato di questa ricchezza. Per noi, per me, è stata un dono immenso del quale ringrazio le compagnie e i compagni che si sono mobilitati. Sono felice di essermi battuta per costruire questa comunità di lotta, felice di vederla crescere, di stringere legami così solidi con persone così belle. È stata una gioia e un’emozione incancellabile e resta, nello sconforto, un più grande conforto. È quello che mi state scrivendo a decine e vi rispondo qui: grazie a voi, certo che andiamo avanti, c’è molto lavoro da fare e continueremo a batterci. Ci vediamo il 18 a Roma, teniamoci stretti.

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

Un pensiero su “Francesca Fornario, “andiamo avanti””

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