Di Paul  De Rooji

Ci si deve meravigliare dei primi pochi paragrafi del recente comunicato stampa di Amnesty International:

“Il catastrofico fallimento da parte della comunità internazionale di agire concretamente per proteggere i Siriani, ha permesso alle parti coinvolte nel conflitto, soprattutto il governo siriano, di commettere crimini di guerra e crimini contro l’umanità con impunità completa, spesso con l’assistenza  di potenze esterne, particolarmente della Russia. Ogni anno pensiamo che proprio non è possibile che le parti nel conflitto infliggano più sofferenza ai civili e, tuttavia, ogni anno, dimostrano che abbiamo torto.

Proprio adesso, a Goutha Est 400.000 uomini, donne e bambini che sono vissuti sotto un assedio governativo illegale, si stanno facendo morire di fame e bombardando in modo indiscriminato dal governo siriano con l’appoggio della Russia. […] La comunità internazionale aveva detto ‘mai più’ dopo che il governo aveva devastato Aleppo con simili tattiche illegali. Ma eccoci di nuovo qui. I gruppi di opposizione armata hanno contrattaccato bombardando indiscriminatamente due villaggi a Idleb che hanno anche assediato fin dal 2014.”

Questo è un appello inequivocabile e una giustificazione per la guerra; sembra che AI chieda una campagna di bombardamenti simile a quella effettuata in Libia nel 2011. Non c’è alcuna ambiguità neanche riguardo a chi AI ritenga colpevole e che dovrebbe essere     di una campagna di “bombardamenti umanitari”. Prima di ancora un’altra guerra Stati Uniti/NATO, è utile analizzare la storia di Amnesty International riguardo alla campagne      alla vigilia delle guerre. Vale anche la pena riesaminare il rapporto di AI sulla Siria e come è paragonabile con quello su altri paesi della zona.

Un triste record

Non è la prima volta che Amnesty International ha svolto un ruolo in una campagna di propaganda subito prima di una guerra. Alcuni esempi:

Prima dell’invasione statunitense per cacciare gli Iracheni dal Kuwait, il presidente George Bush Senior è apparso alla televisione tenendo in mano un rapporto di Amnesty International in cui si dichiarava che i soldati iracheni avevano gettato via i neonati dalle incubatrici. Questa è stata la partecipazione favorevole alla diffusione di una “bufala” costruita da un’importante compagnia americana di Pubbliche Relazioni.

Nei mesi precedenti all’attacco di USA e NATO alla Serbia, Amnesty-USA ha messo due donne croate a fare un giro in dieci città per proiettare  il loro resoconto della loro traversia in un ‘campo di stupro’,  in realtà una di loro era un’importante funzionaria croata della propaganda, stretta consigliera del presidente Tudjman, che era nota anche per le sue capacità di attrice. Anche questa volta la bufala è stata promossa da un’importante compagnia di pubbliche relazioni.

Anche la copertura/non copertura di AI riguardo ai crimini di massa israeliani, merita di essere analizzata. In questo caso, Amnesty svolge il ruolo di adulterare e ridurre le critiche dopo le guerre o l’infelicità causata dalla sua continua occupazione e abusi sui Palestinesi (discussi qui sotto). Amnesty International-Israele è servita come fronte di propaganda impegnato a manipolare i rapporti sui “diritti umani” per adattarsi agli interessi di Israele. AI di Londra non ha fatto commenti sulla manipolazione da parte dei suoi fratelli israeliani.

Nel 2012, Amnesty ha innalzato cartelloni pubblicitari negli Stati Uniti che elogiavano le azioni della NATO in Afghanistan: “Continuate col progresso”, presumibilmente facendo qualchecosa per i diritti delle donne. Questa era semplicemente volgare propaganda a favore dell’intervento della NATO.

Amnesty France è stata determinante del diffondere la propaganda anti-Libia prima del bombardamento della NATO del paese, nel 2011.

Non contro la guerra

Ci si aspetterebbe che un’organizzazione per i diritti umani fosse intrinsecamente contraria alla guerra, ma AI è una sostenitrice del cosiddetto intervento umanitario e perfino del “bombardamento umanitario”. In passato, quando gli fecero delle domande sulle affermazioni ambigue  e poco convincenti sulle guerre, un funzionario di AI affermò che “Amnesty International non è contro la guerra.” Perfino con questa predisposizione, AI ha avuto l’onore di ricevere il Premio Nobel per la Pace; ancora un altro beneficiario non meritevole di un premio che si dovrebbe dare soltanto a coloro che si sono attivamente opposti alle guerre. Nel caso della Siria, AI ha rinunciato alla sua falsa posizione di “non contro la guerra” per sceglierne una che sostiene attivamente la guerra. Notate che AI usa un argomento piuttosto dubbio circa il “mai più” riguardo al fatto di stare da un parte  davanti ai crimini di mass; in realtà questo è un appello alle idee dell’olocausto intese a favorire questa guerra.

La Siria oggi…

Attualmente il governo siriano sta rimandando indietro  gli jihadisti che erano riusciti a stabilirsi in una zona vicina a Damasco. Nessun governo sopporterebbe di avere una parte della loro città capitale sotto il controllo jihadista, un’area dalla quale il resto della città viene cannoneggiato e un’area vitale per controllare la fornitura d’acqua della città. Che cosa accadrebbe se gli jihadisti prendessero il controllo di Arlington, in Virginia, e la usassero per bombardare il centro di Washington D.C.? La riposta sarebbe chiara. Per una qualche ragione, AI non vuole  conferire questo diritto di auto-difesa al governo siriano, ma invece si riferisce a un “assedio illegale [della Ghouta] di 6 anni”. E’ ridicolo.

E’ notevole scoprire che in nessuno dei recenti comunicati stampa o rapporti di stampa, AI discute sulla natura dei gruppi armati che combattono in Siria. Anche quelli a cui Washington si riferisce come “moderati” sono un gruppo piuttosto sgradevole. La maggior parte di questi sono jihadisti stranieri dei quali una buona parte sono Sauditi (NB: i Sauditi hanno offerto ai prigionieri politici e ai criminali una via di scampo dalla prigione a condizione di andare a combattere in Siria). Sono armati, addestrati e finanziati dagli Stati Uniti, dal Regno Unito, dai Sauditi, dagli Emirati, dalla Turchia, dal Qatar… al prezzo di almeno 12 miliardi di dollari. L’ex ambasciatore degli Stati Uniti in Siria ha affermato che il contributo degli Stati Uniti era di almeno 12 miliardi di dollari; questa cifra esclude i finanziamenti forniti dai Sauditi  e da altri regimi nella zona.  Gareth Porter riferisce che le quantità di armi fornite agli jihadisti erano sufficienti a rifornire un esercito. Questa banda di jihadisti armati, tuttavia, è a malapena citata nel giudizio di Amnesty sulla situazione in Siria. Nella Ghouta, gli jihadisti appartengono al Fronte Nusra (o a una delle sue versioni con un nuovo nome), cioè a un gruppo con un’ideologia estremista; sono un ramo di Al-Qaeda. Il comunicato stampa di AI non cita questo fatto saliente.

Amnesty rappresenta il governo siriano come se fosse in guerra con la sua stessa gente – e Aleppo, Ghouta sotto assedio; e che non permette alla popolazione di fuggire. Anche se AI ha analogamente condannato la liberazione di Aleppo, non ha intervistato le sue vittime dopo il fatto. Se intervista qualcuno – invariabilmente anonimo – riflette cupe paure del governo. Malgrado tutti i suoi errori, il governo ha l’appoggio popolare, e ostacola un progetto jihadista di dividere la Siria e di fare pulizia etnica.

Ci sono due pesi e due misure

Quando si tratta dei crimini israeliani di massa, AI è piuttosto cauta nel linguaggio che usa e nei suoi consigli. E’ piuttosto ritrosa a fare cenno a “crimini di guerra” e a “crimini contro l’umanità”, e il riferimento a questi ultimi è praticamente inesistente o accennato con linguaggio scagionatorio (le parole preferite che attenuano sono: “presunti”, “potrebbero essere interpretate come”). Mentre usa moderatamente queste accuse contro Israele, lancia le stesse accuse contro i Palestinesi: applica l’idea che ci sono crimini “da entrambe le parti”. L’ammonizione più severa di AI è che le azioni di Israele non sono “proporzionate”. Non ci sono appelli alla “comunità internazionale” che non dovrebbe restare in attesa, “mai più…” Ci si chiede che cosa abbia da dire Amnesty sull’assedio israeliano di Gaza, dove la popolazione è stata messa “a dieta” con una conseguente disperata situazione per circa 1,8 milioni di persone oggi. In questo caso non ci sono rapporti, non ci sono inviti alla “comunità internazionale” di fare qualchecosa, nessuna accusa di “crimini contro l’umanità”… AI usa tutto un altro copione.

Nell’attuale comunicato stampa, AI afferma inequivocabilmente che sia la Siria che la Russia stanno commettendo crimini di guerra e crimini contro l’umanità. E se si tratta di questo, non c’è l’obbligo da parte degli altri stati di agire, di intervenire. AI non chiede un’indagine, sollecita un intervento.

Mentre nel caso di Israele AI afferma che i crimini sono commessi su entrambe le parti, quando si tratta della Siria è soltanto il governo siriano che è ritenuto colpevole. E’ difficile levare jihadisti trincerati e bene armati che usano i residenti come scudi umani. Gli jihadisti si nascondono  in tunnel scavati da loro intorno agli ospedali e alle scuole e quando si fa un’azione contro di loro, coloro che sono simili ad Amnesty fanno dei rumori con la lingua che indicano fastidio.

Nel suo recente rapporto AI afferma: “Deve anche mandare un forte messaggio che i responsabili di crimini di guerra e di crimini contro l’umanità saranno ritenuti responsabili, riferendo la situazione al Pubblico Ministero della Corte Criminale Internazionale.” E sia. Nel 2002, a  Donatella Rovera, una ricercatrice di AI per il Medio Oriente, è stato chiesto il motivo per cui AI non faceva una richiesta analoga per ritenere Israele responsabile presso la Corte Criminale Internazionale o la Corte Internazionale di Giustizia, e ha affermato che AI non faceva richieste di questo genere. Si applica un altro standard.

Un problema circa le fonti…

Amnesty riferisce varie affermazioni fatte dai residenti della Ghouta, che fornivano tutte resoconti strazianti delle condizioni sul terreno. Tutte le affermazioni incolpano il governo della loro situazione difficile. “Come molti Siriani, il volontario esprimeva profonda sfiducia verso il governo.” Oppure “Sentiamo chiacchiere di riconciliazione che però non può mai accadere. Il governo ci odia…” e altre affermazioni del genere, non verificabili. E chi esattamente riferisce questo? AI ha una linea diretta con i “Caschi Bianchi”? * Tutto quello che deve fare Amnesty è di paragonare le affermazioni espresse prima della liberazione di Aleppo con l’opinione dei residente adesso. Se i residenti sono contenti della loro condizione senza i jihadisti intorno, allora questo dovrebbe bastare per mettere in discussione le affermazioni dubbie che hanno origine da fonti anonime a Ghouta oggi.

Altri esempi

AI non vuole che si rispetti il governo siriano. Riesaminando il suo comunicato stampa sulla Siria, si vede che è unilaterale; gli jihadisti non meritano certo un rimprovero significativo. Nessun rapporto, però, è stato così distorto come la sua presentazione multimediale dei presunti abusi nella Prigione di Saydnaya. Qui c’era esposta la metodologia di Amnesty: accettare le dicerie, magnificarle in maniera melodrammatica, estrapolare ed esagerare. Questo non è un rapporto sui diritti umani, è volgare propaganda. Anche la tempistica di tutti questi cosiddetti rapporti è dubbia. Alla vigilia dei più importanti colloqui o negoziati per la riconciliazione, Amnesty pubblica un rapporto che rappresenta il governo siriano come inaccettabile. Qualcuno vorrebbe negoziare con un partito del genere? La tempistica di vari altri rapporti di AI coincidono con i tentativi di risolvere il conflitto tramite negoziati. La tempistica di questo recente comunicato stampa coincide con una importante offensiva del governo siriano nella Ghouta, e nel rappresentarla come se fosse di natura criminale.

I diritti umani non sono neutrali

Harvey Weinstein, il predatore sessuale, ha reso possibile Amnesty International USA: ha fornito i fondi necessari per creare quella organizzazione. Weinstein non ha messo i finanziamenti perché gli piacevano i deliziosi ricercatori di AI. La gente metteva i fondi per tali organizzazioni per modellare  la forma in cui abusi e crimini sono riferiti. Ne caso di Weinstein, la sua ardente devozione a per Israele potrebbe spiegare il suo contributo finanziario ad Amnesty USA. Amnesty è anche un condotto per continuare nella propaganda desiderata da coloro che incoraggiano tali  organizzazioni. Proprio la natura dei “diritti umani”, la loro natura molto flessibile, si presta a un’ottima manipolazione.

Un venditore siriano di mobili che vive a Coventry, una cittadine del Regno Unito, gestisce l’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani (SOHR – Syrian Observatory for Human Rights). Seduto nel suo salotto, compone rapporti sulle recenti atrocità, attacchi chimici, e su qualsiasi altro squallido dettaglio per macchiare l’immagine del governo siriano. Si mette in contatto on le sue fonti misteriose con il telefono, invariabilmente qualcuno ostile al governo siriano. Il risultato di questa banda di un uomo solo viene poi usato dalla BBC, dalla CNN, da The Independent, da The Wall Street Journal… e dai maggiori organi di stampa per riferire sulla situazione in Siria. E’ costoso per le organizzazioni avere dei corrispondenti sul terreno, è pericoloso: che cosa c’è, quindi, di meglio, che rapporti sui “diritti umani” ottenuti gratuitamente? E Amnesty International fa affidamento sul SOHR? Come minimo dovrebbe aggiungere delle note a piè di pagina ai loro rapporti.

Il programma principale

Gli Stati Uniti e alcuni dei loro partner da decenni,  sono stati impegnati nel cambiamento di regime in Medio Oriente, in Europa dell’Est, in America Latina… La solita formula per fare questo è di creare organizzazioni civiche, per esempio, l’Unione dei giornalisti, le associazioni degli avvocati e dei giuristi, di scegliere i sindacati dei Lavoratori… e le organizzazioni per i diritti umani. Queste persone sono poi addestrate ad esercitare efficacemente il potere politico, organizzando dimostrazioni di massa, manipolando i media, diffondendo chiacchiere, creando disordine nel governo, fino a prendere il controllo dei parlamenti. Sono le cosiddette “rivoluzioni colorate”. Lo hanno tentato in Siria, ma hanno scelto per prima cosa di armare e organizzare gli jihadisti. Gli jihadisti sono appoggiati da un apparato per la propaganda, e gli Stati Uniti stanno conducendo la più grande campagna di propaganda di disinformazione in Siria, oggi

L’essenza della campagna è di macchiare l’immagine del governo siriano, derubandolo della sua legittimità e del suo appoggio internazionale. Il rapporto sui diritti umani è essenziale per questa campagna. Analizzando tale reportage di Amnesty International, è essenziale per questa campagna; ha armato i diritti umani.

Attualmente c’è un importante aumento di navi da guerra statunitensi nel Mediterraneo; lo Stato Maggiore russo teme che la Siria sarà l’obiettivo di un importante attacco con missili cruise. Forse  saranno prese di mira anche le forze russe. Sommate questo con la campagna di propaganda senza precedenti, contro la Russia che fatta  negli Stati Uniti e nel Regno Unito, e appare molto probabile che una grosso conflitto armato  sia in arrivo. Dato che AI si è prestata a precedenti campagne di propaganda alla vigilia di guerre, si scopre che il più recente rapporto di Amnesty International è semplicemente un primo indicatore di tale guerra. Amnesty International è inserita in una campagna di propaganda; sarà la majorette con i pompon blu e bianchi quando cadrà la bomba umanitaria.

http://www.antennedipace.org/nuovo/editoriali/item/59-chi-sono-i-caschi-bianchi

Paul de Rooij è uno scrittore che vive a Londra. Può essere contattato su  proox@hotmail.com

Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte: https://www.counterpunch.org/2018/03/23/100699

Traduzione di Maria Chiara Starace

Traduzione © 2018 ZNET Italy – Licenza Creative Commons  CC BY NC-SA 3.0

 

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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