(Cambridge, MA - December 14, 2009) - Raj Chetty '00, PhD '03, Professor of Economics. Staff photo Jon Chase/Harvard University News Office
(Cambridge, MA – December 14, 2009) – Raj Chetty ’00, PhD ’03, Professor of Economics. Staff photo Jon Chase/Harvard University News Office

Di Raj Chetty e Rebecca Vallas

 

Molte cose che sappiamo sulla disuguaglianza in America ci arrivano dall’opera dell’economista della Stanford University, Raj Chetty. Ci ha mostrato quanto un luogo è importante nel determinare la mobilità verso l’alto, gli effetti durevoli di aver provato la povertà nell’infanzia, e che la disuguaglianza ha collegamenti con tutto, dall’invenzione alla mortalità.

Ora, in un nuovo studio pionieristico compiuto da un gruppo di ricercatori ad Harvard, a Stanford e all’Ufficio del censimento, sta ancora una volta cambiando argomento di conversazione. Questo recente studio scopre che anche quando i bambini crescono uno vicino all’altro con genitori che guadagnano salari simili, i ragazzi di colore      peggio dei ragazzi bianchi nel 99% del paese. E, cosa ancora più

sconcertante, questi divari peggiorano nei quartieri con bassi livelli di povertà e con scuole buone.

Ho parlato con Raj Chetty per  questo nuovo studio e su che cosa significa per la nostra comprensione della disuguaglianza razziale in America.

Rebecca Vallas: E così è stato a lungo documentato il divario di razza e di ricchezza, ma il suo studio getta nuova luce su ciò che sta spingendo la disuguaglianza di reddito nei gruppi di razza. Che cosa ha trovato con i suoi colleghi?

Raj Chetty: il fatto nuovo circa questo studio è che considera una prospettiva in tutte le generazioni. La maggior parte delle ricerche precedenti sulla disuguaglianza razziale negli Stati Uniti hanno guardato alle persone facendo un’istantanea in un certo momento nel tempo – paragonando gli adulti di colore  che avevano, diciamo, 40 anni agli Ispanici bianchi e guardando come erano diversi i loro redditi e i loro risultati. Quello che facciamo qui, però, è di usare dati che abbracciano generazioni dove possiamo collegare i ragazzi ai loro genitori. In questo caso, inoltre, siamo in grado di usare dati resi anonimi che comprendono circa 20 milioni di bambini e i loro genitori e di guardare in che modo queste disparità si evolvono attraverso le generazioni.

La conclusione fondamentale che emerge da questa analisi, è che ci sono differenze molto grandi di razza, specialmente quando si tratta della possibilità di ragazzi di salire in cima alla scala del reddito e di rimanerci. La cosa più notevole è che anche tra i ragazzi che crescono in famiglie ad alto reddito, se sono di colore, hanno una possibilità molto più bassa di restare, nella generazione successiva, in cima alla distribuzione del reddito, o anche a metà, rispetto ai ragazzi bianchi. I ragazzi di colore hanno una possibilità quasi uguale di ritrovarsi in fondo che in cima se iniziano a vivere in una famiglia che ha un reddito alto.

Il motivo che la conclusione è così importante è che ci dice che queste disparità non sorgono soltanto da qualcosa che accade oggi. Cercare di salire sulla scala del reddito, per gli Americani di colore è quasi come stare su un tapis roulant. Si sale durante una generazione soltanto per rimanere indietro di nuovo e dover risalire ancora una volta; è quell’elemento, quel ciclo che deve essere infranto per combattere alla lunga queste disparità.

RV: Il suo studio ha anche scoperto che la disuguaglianza razziale con si può spiegare con le differenze di capacità cognitiva  che può sembrare echeggiare buon senso a molte delle persone che ascoltano, ma in realtà è molto importante come scoperta empirica, considerano le molte narrazioni che persistono là fuori riguardo a ciò che spiega la povertà in America.

RC: Giusto. In realtà non pensiamo che le differenze di capacità spieghino i divari che stiamo documentando e ci sono due semplici ragioni per questo. La prima è il modello che ho appena descritto di mobilità  attraverso le generazioni. In realtà esiste soltanto per i ragazzi di colore. Le donne di colore hanno successo  più o meno come le donne bianche una volta che si elimini il loro reddito genitoriale. E questo suggerisce, prima di tutto, che se si guarda alla maggior parte delle preesistenti teorie sulle differenze di abilità cognitive, il libro The Bell Curve, per esempio, non offre le prove che vi aspettereste del fatto che tali differenze cambiano a seconda del genere. Inoltre, se si guardano i dati sui punteggi dei test, che sono la base per la maggior parte delle teorie precedenti sulle differenze di capacità, il fatto che i ragazzi di colore quando sono a scuola tendono ad avere un punteggio più basso nei test standardizzati rispetto a quello dei ragazzi bianchi, vale sia per i ragazzi che per le ragazze di colore, nella stessa misura. Invece, quando si guarda ai guadagni, ci sono marcate differenze di genere.

Questo, quindi,  indica che questi testi in realtà non registrano in modo molto preciso le differenze di capacità in quanto sono importanti per risultati a lungo termine, il che solleva dubbi sulle prove raccolte. In base a questo tipo di ragionamento, quindi, pensiamo davvero che non si tratti di differenze di capacità. Una prova finale è, che se si guardano i ragazzi che si spostano in zone diverse dove vediamo risultati migliori per i ragazzi di colore, si capisce che fanno molto meglio da soli; questo dimostra di nuovo che l’ambiente sembra che sia importante. Questo non c’entra con fattori immutabili come le differenze di capacità.

RV: Lei ha parlato di differenze di genere. Una delle parti più interessanti dello studio  – per me in particolare – è stato che, quando si tratta delle donne, sembra esserci una storia molto diversa.

RC: Sì, è proprio giusto. Penso che siamo stati piuttosto sorpresi da questo. C’è quindi una precedente prova che i divari di stipendi, per esempio, sono più piccole per le donne di colore e bianche rispetto agli uomini di colore e bianchi. Quello che ci ha colpito è che se considerate soltanto il reddito dei genitori e considerate due bambini che crescono  in una famiglia che guadagna 50.000 dollari all’anno, vedrete che le figlie hanno esattamente gli stessi risultati in termini di guadagno, di salari, di tassi di impiego, di occasioni di andare all’università. Si possono osservare risultati diversi.

Se considerate i ragazzi, il quadro è completamente diverso. Se paragoniamo i ragazzi di colore con i ragazzi bianchi, vedete enormi divari nei guadagni e nei tassi di impiego, forse più nettamente nel contesto della carcerazione. Uno su cinque uomini di colore nati in una famiglia con basso reddito, un certo giorno finisce in  carcere; è una percentuale incredibilmente alta. Non vediamo nulla di simile sia per gli uomini di colore che per le donne bianche.

Una cosa che ora voglio mettere in risalto qui, è che in alcune delle discussioni pubbliche seguite al documento, la gente è stata un poco sorpresa: “State dicendo che  per le donne non c’è nessun  problema  ? Non mi sembra proprio giusto.” Voglio sottolineare che questo non è ciò che stiamo dicendo. Prima di tutto, se si guardano soltanto i dati grezzi, c’è ancora una differenza significativa nei guadagni delle donne di colore e delle donne bianche e il motivo è che le donne di colore crescono ancora  in famiglie con un reddito molto più basso rispetto alle donne bianche. E così, è  soltanto quando si controlla il reddito parentale che i loro risultati appaiono molto più simili. Il secondo punto importante da osservare, è che le donne di colore, le donne bianche e gli uomini di colore hanno tutti livelli relativamente simili di guadagno ; in realtà sono gli uomini bianchi che hanno livelli notevolmente più alti di  guadagno.  Il motivo per cui ci focalizziamo sugli uomini di colore è che quando a certi risultati come la probabilità che abbiano un lavoro o a quelle di essere messi in carcere, o alle loro possibilità di completare la scuola superiore, sembra un’anomalia relativa a tutti gli altri gruppi. E’ molto meno probabile che sia un lavoro agli uomini di colore che alle donne di colore, è molto più probabile che vengano messi in carcere, ed è molto meno probabile che completino la scuola superiore. Sembra, quindi, che ci sia un insieme di sfide che gli uomini di colore affrontano. Con questo non vogliamo dire che non ci siano problemi per le donne di colore o che l’uguaglianza di genere non è un problema; semplicemente non il focus di questo studio.

RV: I tipi di divario che ha trovato nella sua ricerca peggiorano nei quartieri con basse percentuali di povertà e con scuole buone. Come mai?

RC: Sia i ragazzi di colore che quelli bianchi hanno migliori risultati in luoghi dove ci sono scuole migliori e che hanno basse percentuali di povertà che a intuito potreste pensare che sono “quartieri buoni.” Non stiamo quindi contestano per nulla quella intuizione. Quello che, tuttavia, si vede nei dati, è che i ragazzi bianchi ci guadagnano a vivere in queste zone a bassa povertà e a frequentare scuole migliori di quelle dove vanno i ragazzi di colore. La conseguenza è che in quelle zone il divario tra ragazzi bianchi e ragazzi di colore sono è maggiore. La lezione che deriva da questo non è che le scuole non sono importanti o che non è importante avere zone a bassa povertà, con bassa percentuale di crimini non è importante: tutto questo aiuterebbe i ragazzi di colore e quelli bianchi, come abbiamo dimostrato nel nostro precedente lavoro.

Ciò che dimostra questo studio è che di per sé non è appropriato eliminare le disparità tra neri e bianchi. C’è bisogno di altro. Forse è necessario integrare i ragazzi di colore in quelle scuole migliori, in modo che possano trarre vantaggio dalle risorse che offrono, nelle stessa misura in cui li ottengono i ragazzi bianchi.

Per dirlo in un’altra maniera, pensare alla classe socio-economica e al quartiere non sostituisce il pensare alla razza. Dobbiamo pensare al modo in cui limitare separatamente le disparità sociali.

Questa intervista è stata condotta per Off-Kilter ed è andata in onda il 23 marzo, come parte di un episodio completo.

Nella foto: l’autore dell’articolo

Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte: https://zcomm.org/znetarticle/racism-and-inequality

Originale: talk poverty

Traduzione di Maria Chiara Starace

Traduzione © 2018 ZNET Italy – Licenza Creative Commons  CC BY NC-SA 3.0

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy