di Rino Condemi
Al grido di “NO all’FMI” ieri e l’altro ieri gli argentini sono scesi in piazza in segno di protesta contro la decisione di Macri di chiedere un nuovo prestito-capestro al Fmi.
La nuova crisi finanziaria sta riaprendo vecchie ferite per gli argentini con il peso, sotto la minaccia dell’iper inflazione e un presidente Mauricio Macri che chiede aiuto al Fondo Monetario Internazionale.
Ma la condizione per far sì che l’Argentina ottenga il prestito dal Fmi è che raggiunga una serie di obiettivi economici, sul fronte dell’inflazione e della politica monetaria. I tassi di interesse sono stati portati in pochi giorni al 40% proprio per impedire una svalutazione del peso (-20% nel 2018) e mettere un freno alla fiammata dei prezzi al consumo. Il costo della vita per le famiglie è cresciuto del 30% da gennaio.
L’ultima volta che l’Argentina aveva concluso un accordo di standby con il Fmi è stato quasi 20 anni fa quando il tasso di disoccupazione del paese era salito al 20 per cento, i salari si erano brutalmente ridotti e la gente aveva ritirato grandi somme di pesos dai propri conti bancari per cambiarli in dollari USA.
continua…