Ho spiegato la prassi cristiana del presidente russo Vladimir Putin di porgere l’altra guancia alle provocazioni occidentali come strategia per comunicare all’Europa che la Russia è ragionevole ma Washington non lo è, e che la Russia non è una minaccia per gli interessi e la sovranità europei, ma Washington lo è. Assecondando Israele e ritirandosi dall’accordo internazionale sulla non proliferazione delle armi nucleari iraniane, il presidente americano Donald Trump ha forse fatto vincere la strategia di Putin.

I maggiori stati vassalli di Washington (Inghilterra, Francia, Germania) hanno disapprovato la decisione unilaterale di Trump. Il quale è dell’opinione che l’accordo internazionale dipenda solo da Washington. Il ritiro di Washington dall’accordo è la fine dell’accordo stesso. Non importa che cosa vogliano le altre parti dell’accordo. Di conseguenza, Trump ha intenzione di imporre di nuovo le precedenti sanzioni sugli scambi commerciali con l’Iran, e di imporne di nuove. Se Inghilterra, Francia e Germania mantengono i contratti economici con l’Iran, Washington sanzionerà anche i suoi stati vassalli, e proibirà le attività di Inghilterra, Francia, Germania negli Stati Uniti. Chiaramente, Washington pensa che i profitti che l’Europa fa negli USA siano superiori a quelli che si possono fare in Iran, e che gli stati vassalli si adeguino alla decisione di Washington, come fatto in passato.

E potrebbero. Ma questa volta c’è una reazione opposta. Se si arriverà ad una rottura, oltre le parole forti con Washington, rimane da vedere. John Bolton, consigliere della Sicurezza Nazionale di Trump neoconservatore e pro-Israele, ha ordinato alle aziende europee di rompere i loro contratti con l’Iran. L’ambasciatore di Trump in Germania, Richard Grenell, ha ordinato alle aziende tedesche di ridurre le loro attività commerciali in Iran. Le prevaricazioni sull’Europa e lo sfacciato disprezzo americano della sovranità e degli interessi europei, ha reso improvvisamente fin troppo evidente e scomodo il lungo vassallaggio dell’Europa.

La Cancelliera Angela Merkel, in precedenza un fedele burattino di Washington, ha detto che l’Europa non può più fidarsi di Washington e deve “prendere il suo destino nelle proprie mani[in inglese].

Il presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker ha detto che è fallita la leadership di Washington, e che era il momento per l’Unione Europea di assumere quella leadership e “rimpiazzare gli Stati Uniti”. Vari ministri francesi, tedeschi e inglesi hanno fatto eco a questa opinione.

La storia sulla copertina della rivista tedesca Der Spiegel, intitolata “Addio Europa”, mostra Trump che fa il dito medio all’Europa [in inglese]. La rivista dichiara che è “Tempo per l’Europa di unirsi alla resistenza”.

Sebbene i politici europei siano stati ben pagati per il loro vassallaggio, ora potrebbero trovarlo un onere indegno e scomodo.

Mentre io rispetto la coerenza del rifiuto di Putin a rispondere alla provocazione con la provocazione, ho espresso la mia preoccupazione sul fatto che la facile accettazione da parte di Putin delle provocazioni incoraggi ulteriori provocazioni, che cresceranno di intensità fino a quando la guerra o la resa russa saranno le uniche opzioni; laddove, se il governo russo avesse preso una posizione più aggressiva contro le provocazioni, avrebbe portato il pericolo e il costo delle provocazioni in casa degli Europei, il cui allineamento con Washington consente le provocazioni. Ora sembra che forse lo stesso Trump abbia insegnato questa lezione agli Europei.

La Russia ha passato molti anni ad aiutare l’esercito siriano a ripulire la Siria dai terroristi che Washington aveva inviato per rovesciare il governo siriano. Ma malgrado l’alleanza russo/siriana, Israele continua i suoi attacchi militari illegali in Siria. Gli attacchi potrebbero essere fermati se la Russia fornisse alla Siria il sistema di difesa missilistica S-300.

Israele e gli Stati Uniti non vogliono che la Russia venda il sistema di difesa aerea S-300 alla Siria, perché Israele vuole continuare ad attaccare la Siria, e gli Stati Uniti vogliono che la Siria continui ad essere attaccata. Altrimenti, Washington richiamerebbero Israele.

Molti anni fa, prima che Washington mandasse le sue truppe islamiche per procura ad attaccare la Siria, la Russia aveva concordato di vendere alla Siria un sistema di difesa aerea avanzato, ma aveva ceduto a Washington e Israele, e non aveva consegnato il sistema di difesa. Ora di nuovo sull’onda della visita di Netanyahu in Russia, abbiamo appreso dall’aiutante di Putin, Vladimir Kozhim, che la Russia sta continuando a negare alla Siria il moderno sistema antiaereo.

Forse Putin è convinto che lui debba fare così al fine di non dare a Washington un elemento che potrebbe essere usato per far tornare l’Europa in linea con la politica di aggressione di Washington. Tuttavia, per coloro che non la vedono così, ciò fa apparire la Russia di nuovo debole e non intenzionata a difendere un alleato.

Se Putin crede che avrà qualche influenza su Netanyahu in termini di vendita di accordi di pace con la Siria e l’Iran, il governo russo non ha capito l’intento di Israele, o i 17 anni di guerra in Medio Oriente di Washington.

Io spero che la strategia di Putin funzioni. Se no, dovrà cambiare la sua posizione nei confronti delle provocazioni, o queste porteranno alla guerra.

http://sakeritalia.it/attualita/la-strategia-di-putin-inizia-finalmente-a-funzionare/