Francesco Cecchini

CARTA D’IDENTITA’.

Titolo: Tinissima

Autrice: Elena Poniatowska

Traduttore: F. Casafina

Editore: Nova Delphi Libri

Collana: Contemporanea

Anno edizione: 2016

Pagine: 626

La scrittrice messicana Elena Poniatowska, che lo scorso 19 maggio ha compiuto 81 anni, ha scritto diverse opere per le quali le è stato assegnato nel 2003 il premio Cervantes. E’ anche l’autrice di un bel  romanzo biografico di Tina Modotti,Tinissima. É Elena Poniatowska che mi fa conoscere Tina Modotti. Anni fa comprai il suo libro in una libreria di Calle Corrientes a Buenos Aires. In centinaia di pagine la scrittrice racconta con forza e in dettaglio i 46 anni di vita di questa donna.

Attrice fotografa, e rivoluzionaria, dopo un’infanzia trascorsa a Udine, Tina Modotti si trasferisce prima negli Stati Uniti e poi in Messico, dove sviluppa il suo talento per la fotografia e intraprende la militanza politica. Frequenta artisti, scrittori e attivisti, tra i quali Diego Rivera, Frida Kahlo, Edward Weston, Vittorio Vidali e il cubano Julio Antonio Mella. E proprio dalla storia d’amore con Mella prende le mosse l’appassionata biografia romanzo che Elena Poniatowska dedica a Tina Modotti dopo dieci anni di ricerche. Un vibrante omaggio alla donna che più di altre incarnò lo spirito romantico e rivoluzionario dei suoi tempi, divenendo icona della nuova condizione femminile del Novecento. Tina Modotti, dopo l’assassinio – tra le sue braccia dell’uomo che ama, Julio Antonio Mella, scrive: «El amor en las revoluciones no es una cosa aislada de las actividades, sino que está relacionado con las actividades políticas» (L’amore nella rivoluzione non è isolato dalle azioni politiche, ma è in relazione con queste).                                                                                                                                                Queste parole la presentano: una donna che milita e ama. Anche il suo lavoro di fotografa è dentro i confini della passione dei sentimenti e dell’impegno rivoluzionario. Tina per spiegare il suo rapporto con la fotografia e cosa pensava di questa attività affermò: «Sono solo una fotografa» ma Tina, in realtà fu una comunista rivoluzionaria con una vita intensa di sentimenti che, attraverso le sue foto, regalò al mondo immagini di rara potenza espressiva. É nella terra che ha scelto come sua che gli si spezza il cuore e muore giovane, a 45 anni. viene sepolta nell’immenso cimitero dell’immensa Città del Messico, la Ciudad de los Muertos, el Panteòn Civil de los Dolores. Prima della Conquista il terreno dove si trova il Panteòn era chiamato Acatitlán Coscacoaco. Per Nezahualcóyotl e Moctezuma II era un giardino ed un luogo di passeggiate e riposo, ora vi riposano per sempre ceneri e corpi. Di Tina restano le ceneri, come ha chiesto in un suo testamento del 24 dicembre del 1924 “… en estas linea expreso tambien mi voluntad de ser cremada.”

Anni prima aveva sepolto nel Panteón il primo marito, Rubaix de l’ Abri Richey, Robo, e il suo più grande amore Julio Antonio Mella era stato reso ceneri nello stesso crematorio.Molti artisti, muralisti e pittori, amici e compagni di lotta di Tina Modotti, Diego Rivera, Alfaro Siqueiros, José Clemente ed altri abitano con lei nella Città dei Morti di Città nel Messico.  Questa sua prima tomba,trascurata, ma non non dimenticata, è una vera e propria opera d’arte ed è vicina al cimitero degli italiani dove Tina ora è ricordata da una stele spartana di pietra bianca, voluta dagli italiani del Messico. Vi sono scritti il nome, l’inizio e la fine della vita. In cima alla stele vi è un’ovale con una foto in bianco e nero del suo bel viso. Sotto, le ceneri.

Il giorno dell’ inaugurazione di quest’ultimo monumento parla Elena Poniatowska. Non una commemorazione retorica, il solito miscuglio di elogi e misteri,ma semplici parole di ricordo, un saluto ad un’amica che non conobbe. Cos’ inizia:

“Nessuno di noi sa quando o come morì. Tina Modotti lo intuì, perchè sapeva di essere malata di cuore. Anche Vidali lo sapeva, da qui i suoi rimorsi. Tina aveva visto tante atrocità durante la Guerra Civile di Spagna, tanti combattenti le erano morti tra le braccia quando aiutava il dottor Norman Bethune a praticare le prime trasfusioni di sangue -proprio lì in trincea, tra il fragore della battaglia-, tanti giovani la chiamarono María con l’ultimo respiro, nell’Ospedale Operaio di Madrid, nel 1937, che non credo che le importasse molto morire anche lei. Non credo neanche che le importasse molto il luogo in cui sarebbe stata sepolta, anche se a Vittorio Vidali, alias Enea Sormenti y Carlos Contreras, comandante del quinto reggimento, importava, perché quando gli dissi a Trieste che Tina era ancora nella sezione più povera del Pantheón de Dolores -quella delle tombe più umili, nascoste tra l’erba e le foglie secche- e che la lapide -col suo profilo inciso da Leopoldo Méndez e alcune strofe del poema di Pablo Neruda- era incrinata, gli si inumidirono gli occhi. Per localizzare la tomba di Tina bisognava consultare un libro all’entrata del Pantheón de Dolores, camminare un chilometro e dirigersi a una porta laterale, quella che oggi porta al crematorio. Tina Modotti Pantheón de Dolores Classe quinta Lotto 5 Fila 28 Sepoltura 26 Neanche l’atto di morte fa giustizia a Tina. Al contrario, nel libro I-2 del Registro Civile, al folio folio 100 è scritto: giorno e ora di morte: si ignorano. Luogo di morte: isi ignora. Luogo di inumazione: quinta classe. Ora, gli italiani del Messico la recuperano all’Italia, perchè sia sepolta con loro in terra messicana. Recuperano le ceneri di una donna oggi leggendaria, come Frida Kahlo, a cui era stata accomunata in una mostra dagli inglesi a Whitechapel e dai messicani nel Museo Nacional de Arte . Recuperano una militante comunista che si mantenne nell’ombra e agli ordini del partito (pur essendo stata una figura importante nel Soccorso Rosso Internazionale), prima in Messico, poi in Russia e posteriormente in Spagna.”

In Tinissima Elena Poniatowska racconta anche il Messico di Tina Modotti, che è stata la sua vera patria.

In rete si può leggere in spagnolo la versione completa di Tinissima. Il link è il seguente:

https://drive.google.com/file/d/0B-bbKYevHI7pQTh1dUFCdmdQQzA/view

 

ELENA PONIATOWSKA

 

 

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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