Francesco Cecchini

Iván Duque e Gustavo Petro
L’elettorato colombiano risulta diviso tra il sostegno e il rifiuto all’accordo di pace siglato dal governo di Manuel Santos con i guerriglieri delle FARC-EP. Una radicale dicotomia se impersonifica nei due rivali: l’uribista Ivan Duque e l’ ex guerrigliero ed ex sindaco di Bogotà, Gustavo Petro. Il risultato ottenuto domenica 27 maggio da Iván Duque lo mette in buona posizione per diventare il prossimo presidente della Colombia, non è però scontato, e ratifica la strategia di Álvaro Uribe, il nemico numero uno della pace. Duque ha ottenuto 7.558.382 voti, il 39%, quasi raddoppiò il suo risultato nelle elezioni dell’ 11 marzo, triplicò il voto di Álvaro Uribe al Senato e del Centro Democratico e ha preso più di un milione di voti del risultato del No alla pace nel referendum. Nella campagna elettorale ha trasmesso l’idea di essere al 100% uribista, rifiutando la partecipazione politica delle FARC-EP, ora FARC, la JEP (Giuridizione Speciale per la Pace) e altro. Chi ha ottenuto il buon risultato dietro Duque è Uribe, un leader di estrema destra che ha unito la destra, indicando come nemico, non solo la ex guerriglia, ma anche il Venezuela chavista di Maduro. Anche anche il secondo posto di Gustavo Petro, candidato di sinistra, con oltre 4,8 milioni di voti, 21%, è stata un’impresa storica, superando di gran lunga i 2,6 milioni che Carlos Gaviria aveva preso nel 2006 quando l’intera sinistra era unita. L’ex Sindaco di Bogotà sostiene l’accordo di pace, ma critica la gestione dell’applicazione da processuale di Santos. Inoltre afferma “La terra, la salute, l’educazione, il sistema giudiziario, il regime politico sono cose fondamentali per costruire la vera pace e non si negociaziano con i guerriglieri, ma con la società”. La sua possibilità di vittoria tra tre settimane dipende dalla capacità di unire alla sua proposta settori di centro e centro sinistra. Compito non facile, ma non impossibile. Se vincerà Duque il processo di pace non terminerà, tra l’altro Duque non lo ha detto con chiarezza, ma vi sarà un serio ostacolo sia all’applicazione dell’accordo di pace FARC-EP e Santos sia ai colloqui di pace tra ELN e governo, ora in coro all’Avana.
Per conoscere i problemi della pace in Colombia leggere il precedente articolo.

COLOMBIA. OMBRE E LUCI SULLA PACE.

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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