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Mentre la frenesia della Coppa del Mondo 2018 inizia a prendere il controllo del ciclo delle notizie, è essenziale evidenziare esempi di come lo sport abbia unito le persone, come nel caso del Celtic FC e della Palestina. Il Celtic Football Club, una società calcistica con sede a Glasgow, in Scozia, ha costantemente mostrato solidarietà con la lotta palestinese.La domanda posta da molti non è se la causa palestinese sia degna di essere supportata, lo è, ma perché il Celtic FC e i suoi fan hanno così costantemente assicurato il loro sostegno mentre molti altri non lo hanno fatto.Molti fan della squadra di calcio, dicono di simpatizzare con la lotta della Palestina perché vedono somiglianze tra la loro lotta contro il colonialismo israeliano e l’imperialismo e la lotta dell’Irlanda contro il colonialismo, l’imperialismo e la sottomissione britannici. 

Mentre i problemi affrontati dagli irlandesi dovrebbero essere visti nel loro contesto unico, vi sono alcune somiglianze con quelli affrontati dai palestinesi.

 

È essenziale affermare che questo articolo non vuole definire entrambe le lotte uguali, perché non lo sono, ma intende ad analizzare le somiglianze dei due conflitti ed evidenziare la solidarietà che valica le frontiere attraverso uno sport come il calcio.

 

Lotte anti-imperialiste irlandesi e palestinesi

 

La diaspora irlandese, dal 1700 ad oggi, conta decine di milioni di persone. Sebbene molti si siano spostati per fuggire dalle carestie e per abbracciare nuove terre apparentemente più generose, milioni sono anche fuggiti a causa della dislocazione di terra o della sottomissione sotto l’impero britannico. La diaspora palestinese, a partire dall’evento della Nakba (che in arabo significa “La catastrofe”) ha affrontato una lotta simile dalla creazione dello Stato di Israele nel 1948. A quel tempo, oltre 700.000 arabi palestinesi sono stati spostati dalla loro terra d’origine, un numero, che ora è aumentato di oltre 12 milioni.

 

Il Regno Unito e Israele hanno principalmente causato questi spostamenti, attraverso politiche attuate per i loro progetti coloniali, approvando regolarmente leggi che cercavano di imporre la cittadinanza di seconda classe ai cattolici irlandesi e agli arabi palestinesi, agli sfollati forzati e procedevano verso l’occupazione militare delle terre di entrambi i popoli. Hanno anche giustificato il loro omicidio e hanno sottoposto entrambi i gruppi a condizioni oppressive e disumane.

 

Il complesso militare-industriale negli Stati Uniti e nel Regno Unito ha anche usato a lungo le terre di entrambi i popoli come un “campo di addestramento”.

 

Durante il conflitto trentennale nell’Irlanda del Nord noto come The Troubles, le truppe britanniche erano conosciute per chiamare l’Irlanda del Nord il “miglior terreno di addestramento dell’esercito britannico”. Allo stesso modo, l’esercito israeliano ha usato il popolo palestinese e le sue terre come ‘banco di prova’ per le armi fornite da Stati Uniti, Regno Unito e altri.

 

I paralleli tra le due lotte vanno molto più in profondità dei soli muri torreggianti che separano le due comunità in entrambe le regioni del mondo.

 

Il Regno Unito, nel corso della sua storia di colonialismo e oppressione del popolo irlandese, ha introdotto numerosi atti come la legge sui poteri speciali del 1922, la legge sulla prevenzione della violenza nel 1939 e la legge sulla prevenzione del terrorismo (1973) che ha permesso alle forze armate del Regno Unito e al personale militare di detenere e arrestare individui senza un mandato e di tenerli sotto custodia per un periodo di tempo non dichiarato senza processo, per il solo sospetto che la persona avesse “legami con il terrorismo”.

 

Il Regno Unito ha difeso queste leggi, sostenendo che fossero necessarie per fronteggiare la minaccia dell’esercito repubblicano irlandese e dell’esercito repubblicano irlandese provvisorio. Questo uso dell’internamento senza processo fu gradualmente eliminato dopo il 1975, ma tra il 1971 e il 1975, 2.000 persone furono detenute nelle carceri britanniche senza processo, il 90% di queste erano repubblicani irlandesi.

Israele è anche noto per aver usato la detenzione amministrativa per tenere i palestinesi in custodia a tempo indeterminato, senza mai portarli in giudizio. Ad aprile 2018, 424 palestinesi – tra cui due donne e tre minori – sono tenuti in detenzione amministrativa in Israele. Attualmente Israele detiene 315 minori palestinesi nelle carceri israeliane e da ottobre 2015 oltre 25 bambini sono stati in detenzione amministrativa, una chiara violazione della legge internazionale sui diritti umani con l’attuazione della Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti dell’Infanzia (CRC) firmata 1991.

 

A causa di queste e altre somiglianze nelle lotte storiche contro l’imperialismo, la stragrande maggioranza di sostenitori del Celtic FC hanno appoggiato inequivocabilmente il sostegno della squadra alla Palestina, affermando che si tratta di “difendere l’umanità”.

Celtic FC e Palestina

 

Il Celtic Football Club è stato fondato a Glasgow, in Scozia nel 1857 da Fratel Walfrid, con l’intento di aiutare la povera popolazione irlandese immigrata che era fuggita in Scozia dopo essersi trasferita dalle proprie terre per fuggire dalla fame che risucchiava la loro terra. Glasgow e la Scozia in quel momento erano principalmente protestanti e trattavano i cattolici irlandesi come cittadini di seconda classe e con pregiudizi aperti e ostilità.

 

Il Celtic FC divenne un simbolo della lotta irlandese contro l’imperialismo britannico, ma divenne anche una luce splendente per la comunità irlandese migrante e un luogo in cui i suoi membri potevano unirsi. Il sostegno alla lotta irlandese ha avuto forti legami con il Celtic FC nel corso degli anni, con i fan che cantavano canzoni in sostegno del repubblicanesimo irlandese e l’esercito repubblicano irlandese durante le partite, specialmente contro il loro club rivale, i Rangers FC.

 

Per molti fan del Celtic FC, la loro dimostrazione di sostegno e solidarietà con la Palestina è un modo per mostrare solidarietà con i diseredati e gli oppressi, qualcosa con cui hanno familiarizzato nella loro lotta. Tuttavia, la loro solidarietà va ben oltre il semplice sventolare le bandiere palestinesi; hanno costantemente usato la loro piattaforma per denunciare gli abusi e le uccisioni di palestinesi da parte di israeliani e hanno raccolto oltre 130.000 sterline per le organizzazioni di beneficenza palestinesi.

 

I fan del Celtic FC, molti che si auto-identificano come anti-razzisti e antifascisti, non sono estranei a mostrare sostegno ai popoli oppressi che lottano per la loro terra e per la dignità di avere diritti umani fondamentali, così come hanno anche mostrato sostegno alla lotta sudafricana contro l’apartheid, solidarietà con il popolo basco per la sua indipendenza dalla Spagna, e sono conosciuti per aver raccolto fondi per i profughi siriani e averli accolti nella loro comunità.

I fan del Celtic FC sanno che le loro dimostrazioni di solidarietà sono un modo per dimostrare al popolo palestinese che non sono stati dimenticati, e per mostrare loro che ci sono milioni di persone in questo mondo che non hanno paura di alzarsi in piedi e urlare al mondo che sono con loro.

 

La solidarietà internazionale, ora più che mai, è necessaria in questo mondo, come un modo per tutti i diseredati e gli oppressi di riunirsi finalmente e distruggere questo terribile sistema. Forse, i fan del Celtic FC hanno mostrato al resto di noi la via da seguire.

(Traduzione de l’AntiDiplomatico)

 

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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