Sinistre e Ue. La presidente dell’eurogruppo ambientalista Ska Keller: Mélenchon con il suo Piano B rappresenta un serio ostacolo all’idea di una corsa unitaria.

di Ruggero Scotti – Il Manifesto

 

La situazione in Germania dopo l’accordo Merkel-Seehofer, le europee e il rapporto con le sinistre «che ora rischiano di spaccarsi». Ne parla Ska Keller, 36 anni, eurodeputata tedesca, copresidente del gruppo dei Verdi al parlamento europeo. Domenica scorsa era in Italia, a Reggio Emilia, ospite del Politicamp di Possibile. Che infatti punta alle elezioni europee del 2019 con una lista comune delle sinistre.

 

Iniziamo dalla Germania. L’accordo Merkel-Seegofer reggerà?

Quello che abbiamo visto in Germania è una lotta di potere tra due fazioni conservatrici. Quella di Horst Seehofer (leader della Csu, ndr) e quella della cancelliera Angela Merkel (e leader della Cdu, ndr). Fra i due ci sono ruggini antiche. E non bisogna dimenticare che a ottobre si terranno le elezioni bavaresi. Lo scontro potrebbe riaffiorare. È difficile dire oggi se reggerà il loro accordo: al centro dello scontro c’era l’immigrazione su cui si può trovare una mediazione. Ma ripeto, il problema reale non è quello.

 

Se la crisi tedesca dovesse riaprirsi, i Verdi correrebbero in aiuto dalla cancelliera?

Non penso. L’accordo fra Csu e Cdu si fonda su scelte politiche troppo diverse dalle nostre sul tema dell’immigrazione in particolare sugli accessi legali e sui diritti dei rifugiati. Ma anche sull’ambiente non vedo miglioramenti e già nella scorsa legislatura la cancelliera non aveva brillato. Se dovesse esserci una rottura tra non andremo a sostituirci alla Csu. Si andrà a nuove elezioni.

 

In Italia lei si è incontrata con Elly Schlein e Isabelle Thomas, due europarlamentari socialiste, e con Lorenzo Marsili, braccio destro di Yanis Varoufakis.Vede una possibile lista unica alle prossime elezioni europee?

Sì, sono ottimista, un’alternativa di sinistra e progressista è troppo urgente. E potrebbe essere d’aiuto proprio la situazione attuale, specialmente in Italia con un ministro dell’interno che chiude i porti lasciando in mare i migranti. Non sarà facile: in alcuni paesi europei ci sono partiti più strutturati. Ma per esempio in Italia il bisogno di una presenza più forte della sinistra è cresciuto dopo il 4 marzo e oggi è reso più urgente dall’alleanza Lega-M5s.

 

Podemos, Bloco de Esquerda e France Insoumise ad aprile hanno lanciato l’appello di Lisbona. Potete collaborare con loro?

I Verdi spagnoli sono alleati e lavorano bene con Podemos in alcune città spagnole. Con France Insoumise è più difficile. Noi vogliamo cambiare l’Europa ma crediamo che sia il luogo principale dove battersi per nuove politiche sociali e ambientali. Su questo non possono esserci ambiguità: bisogna trovare una piattaforma minima comune per capire se si è dalla stessa parte. Mélenchon però non la pensa così e con il suo Piano B rappresenta un serio ostacolo.

 

Il protagonismo di Mélenchon ha ripercussioni sulla sinistra tedesca?

La Die Linke è in seria difficoltà. La maggioranza è vicina alle nostre posizioni. Ma Mélenchon sta giocando a dividere il partito, aiutato dall’interno da esponenti della minoranza.

http://www.sinistraineuropa.it/approfondimenti/intervista-a-ska-keller-serve-lista-unitaria-linke-a-rischio-scissione/