ROMA – Stavolta no. Non c’e’ ‘ragion di stato’ che regga. I militanti Cinque stelle non hanno dubbi e gridano a gran voce sui social che i portavoce in Parlamento hanno sbagliato a votare contro l’emendamento di Leu al decreto dignita’ che prevedeva il ripristino dell’articolo 18. “E’ un punto centrale del programma, ora ci devono spiegare com’e’ potuto accadere”, dicono in coro sulla rete.

Dal Parlamento ai social, l’eco della contestata votazione si allarga a macchia d’olio di commento in commento, vergato sui social con nomi e cognomi di decine e decine di militanti, raccolti dall’agenzia Dire. A cominciare dai profili facebook di Luigi Di Maio. Antonio Viviano chiede sgomento: “Ma perche´avete votato contro l´articolo 18? Ma che c…. di gioco state a fare?“.

Paolo Cossu si rivolge direttamente al vicepremier: “Caro Luigi, cercate di reintrodurre le tutele che il Jobs act ha cancellato, l’articolo 18 in primis. Le chiacchiere stanno a zero. Un vostro convinto sostenitore”. Molti, come Barbara Trezza, gli chiedono di rendere conto del voto contrario: “Perchè l’art. 18 no? Un video con delle spiegazioni Luigi?“. Anche Beatrice Gara e Marilina Karpan non si danno pace: “Chiarimenti, per favore“.

L’invito e’ a concentrarsi sulle questioni di sostanza. E lasciar perdere Renzi. “Ma che ci frega delle bufale di Renzi? Ma la cancellazione del Job Act e la reintroduzione dell’Articolo 18? Bufala megagalattica pur di andare al governo?“, chiede Cristiana Nicoletti Altimari.

Simeone Daniele Pesce punge con sarcasmo: “Volete sapere un’altra bufala megagalattica? ‘Rimetteremo l’articolo 18 perché noi pensiamo ai poveri lavoratori’. Si è visto oggi in aula come vi interessano i lavoratori“.

Non Renzi. Il ‘nemico’ e’ il jobs act. Federico Asaro ancora rivolto a Di Maio: “Ma perché non spieghi ai tuoi elettori come mai avete votato contro la reintroduzione dell’articolo 18? Non dovevate smantellare il Job act? Non dovevate reintegrare sto benedetto articolo 18? Avete avuto l’occasione e non l’avete fatto. Buffonacci“, dice sprezzante.

E Giannantonio Di Domenico, pur apprezzando il decreto, “molto innovativo”, non si spiega una cosa: “In campagna elettorale e’ stato detto di introdurre l’articolo 18. Come mai non è stato fatto?“. Ferdinando Sapienza sprona i parlamentari pentastellati. “E l’articolo 18? Quando pensate di reintrodurlo? O vi sembra giusto che si possa licenziare senza giusta causa e al massimo pagare un obolo se si ha torto?

Paolo Cerrone vede il rischio che il programma politico di M5s si inquini a contatto con la Lega. “Il M5S ha votato contro l’emendamento di Leu per la reintroduzione dell art.18. Caro Luigi- dice a Di Maio- il Movimento si evolve ma se l’evoluzione significa appiattirsi sulla Lega pur di stare al governo bisogna valutare. Ciò che ci avevi promesso in campagna elettorale non possiamo dimenticarlo solo perché alla Lega non piace”. Giuseppe Caramanna condivide e sintetizza: “Oggi un punto perso per i 5 stelle. Non è che poco a poco mi fate cambiare idea?“.

Qualcuno, come Paolo La Torre, avanza il sospetto che le critiche siano avanzate “dai trolloni Pdioti”. Felice Arcuri rifiuta la logica embedded. “Ma perchè se uno discute è un troll? Dico semplicemente aspettiamo i fatti, ma fino ad adesso solo specchietti per le allodole”.

Ciro Gagliardi invoca una spiegazione: “Cortesemente vorrei essere spiegato da qualcuno di questa pagina- dice sul profilo di Di Maio- perché alla Camera, i deputati 5stelle hanno votato contro l’articolo 18. Una diretta per spiegare quello che è successo non è possibile?

Articolo 18, la promessa tradita del M5S: e ora la base è in rivolta

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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