Nella cittadina di Goerlitz, situata a destra del confine tra la Sassonia e la Repubblica Ceca, i pericoli dell’attuale polarizzazione politica sono forse messi a nudo perché tutti li possano vedere.

I lavoratori del distretto di Goerlitz hanno sofferto in misura sproporzionata per l’attacco neoliberista dopo la riunificazione, con salari al livello più basso di ogni provincia tedesca e a malapena pari a due terzi della media nazionale e con una disoccupazione considerevolmente superiore all’8,3 per cento.

A parte Siemens e Bombardier, che hanno importanti impianti nella località e impiegano circa 2.000 lavoratori di posti sindacalizzati, sono pochissime le imprese che pagano significativamente più del salario minimo.

Larghi strati di persone hanno manifestato la loro rabbia votando per Alternativa per la Germania (AfD) alle ultime elezioni federali, con il 33 per cento che ha dato il voto al partito di estrema destra.

Quando sia Siemens sia Bombardier hanno annunciato chiusure di impianti a Goerlitz mesi dopo le elezioni, molti a sinistra nel movimento sindacale hanno trattenuto il fiato temendo un’ulteriore svolta a destra.

In modo cruciale, la federazione sindacale DGB e il sindacato industriale IG Metall sono stati in grado di prevenire le chiusure in negoziati lo scorso maggio, dopo grandi dimostrazioni a Goerlitz, Berlino e in altre città dove la Siemens aveva annunciato tagli o chiusure e nel farlo hanno respinto l’AfD.

Alla dimostrazione dei lavoratori di Siemens e Bombardier a Goerlitz lo scorso gennaio, un abitante su otto, cioè 7.000 persone, ha aderito alla lotta contro le chiusure.

Rappresentanti di tutti i partiti politici, a eccezione dell’AfD, sono stati invitati a parlare, provocando l’estrema destra o organizzare una propria, minore manifestazione e ad attaccare malignamente i sindacati nei mesi successivi, isolandosi dal sindacato che aveva appena respinto quello che sarebbe stato un colpo economico mortale alla regione.

Questa polarizzazione è in pieno svolgimento in tutta la Repubblica Federale. A livello nazionale l’AfD ha conquistato un impressionante 12,6 per cento alle elezioni federali dell’anno scorso, rendendo il partito di estrema destra il maggior partito d’opposizione in parlamento.

In modo inquietante l’AfD ha conquistato ancora più voti tra i lavoratori manuali. La quota del voto a favore dell’AfD in tale segmento è stata stimata da vari sondaggi tra il 16 e il 20 per cento.

Il 15 per cento degli aderenti al sindacato ha dato il voto all’AfD alle ultime elezioni, considerevolmente più della media nazionale. Nell’ex Repubblica Democratica Tedesca le regioni nelle quali i redditi tendono a essere inferiori e i lavori più scarsi, l’AfD aveva avuto una quota ancora più elevata dei voti, al 20 per cento.

Questi risultati, così come esempi quali Goerlitz, avallano ulteriormente preoccupazioni che la deprivazione sociale successiva all’economia dell’austerità neoliberista abbia alimentato l’ascesa dell’estrema destra, uno sviluppo che elementi fascisti, che oggi sono la vera forza dell’AfD, sono ansiosi di sfruttare.

Anche se l’AfD è nata nel 2013 come partito populista di destra concentrato sulla critica della politica UE della Merkel, il partito si è da allora spostato sempre più a destra.

Il professore neoliberista di economia e fondatore del partito Bernd Luck è stato presto battuto ai voti come presidente dalla più estrema, e razzista, Frauke Petry, che ha dichiarato nuovo centro di attenzione del partito l’islamofobia.

A sua volta lei è stata respinta a dicembre 2017 per essere rimpiazzata da Alexander Gauland, ancor più di destra, che ha impiegato numerosi neonazisti e causato scandali elogiando la Reichswehr dell’era nazista o affermando che il Terzo Reich è stato solo una cacchetta d’uccello in una storia tedesca altrimenti gloriosa.

In reazione al successo e alla radicalizzazione dell’AfD, i partiti e i media del sistema si sono spostati continuamente a destra su migrazione, profughi e islam, legittimando ulteriormente il razzismo e consentendo all’AfD di spostarsi ancor più a destra.

La crescente ala fascista dell’AfD è riuscita a guadagnare terreno in questa atmosfera ed è stata in grado di conquistare maggioranze in questioni chiave. A marzo di quest’anno i fascisti attorno a figure come Bjoern Hoecke, Andre Poggenburg, Andreas Kalbitz e Jens Meier, sono riusciti a stracciare lo statuto del partito che rigettava un’aperta collaborazione con movimenti estremisti di destra di piazza come Pegida, aprendo la via alla costruzione di movimenti razzisti di piazza.

I razzisti conservatori più “rispettabili” dell’AfD temono che tale aperta associazione potrebbe mettere a rischio un potenziale futuro governo modellato sulla coalizione austriaca OVP-FPO.

L’ala fascista sta tentando di guadagnare influenza presso gli elettori della classe lavoratrice schierandosi a favore di una politica “nazional-sociale” in opposizione al radicalismo del mercato dell’ala conservatrice nazionale.

Mirando a costruire movimenti di destra di massa, affrontano ingiustizie sociali reali e poi offrono il loro razzismo come risposta. L’AfD ha organizzato eventi del Primo Maggio, spesso assieme ad altre organizzazioni di estrema destra, e incita slogan quali “sociali senza diventare rossi” e “niente attacchi allo stato sociale”. Hanno almeno il potenziale di inserire un cuneo tra la sinistra e il movimento dei lavoratori e specialmente lavoratori precari non sindacalizzati.

Fascisti dell’AfD hanno anche creato “organizzazioni alternative del lavoratori” come ALARM nella Germania centro-orientale o “dipendenti nell’AfD” (AVA) e sono state fortemente coinvolti in una recente spinta fascista a proporre candidati di estrema destra alle elezioni dei consigli di fabbrica in società tedesche la scorsa primavera.

Per il momento continuano a non riuscire a presentare liste di candidati nella maggior parte delle società chiave, come la Siemens a Goerlitz. Le eccezioni sono principalmente presso la Daimler. Nell’impianto di Unterturkheim, dove Oliver Hilburger, ex membro del gruppo musicale nazista Noie Werte era già stato eletto e organizzava da anni una lista, il suo “Zentrum Automobil” ha ottenuto il 13,2 per cento dei voti. Alla Daimler di Rastatt la lista di destra ha ottenuto quattro dei 45 seggi. Alla BMW di Lipsia la nuova lista “alternativa” ha ottenuto sei seggi.

Il movimento della classe lavoratrice in Germania affronta un tentativo organizzato di un crescente movimento fascista di dividere i lavoratori con il suo razzismo e odio della sinistra e dei sindacati.

[I fascisti] sono ben collegati, hanno perso molto del loro isolamento sociale e si sentono rafforzati da un razzismo sempre più aperto della politica dominante.

Il recente tentativo di strangolamento di un rappresentante sindacale da parte di due sostenitori dell’AfD nel corso di una manifestazione a Hanau sottolinea il fatto che non temono di usare la violenza rozza anche contro sindacalisti ben noti.

Per fortuna i sindacati e la sinistra in molti luoghi hanno cominciato a prendere la minaccia sul serio, prendendo chiaramente le distanze dall’AfD e partecipando a mobilitazioni antifasciste nelle piazze.

L’opposizione al loro odio ha anche un grande potenziale e può contare su un sostegno di massa. Ci sono stati seri successi del movimento antifascista, come le decine di migliaia di persone che hanno contestato le conferenze del partito AfD, i 70.000 dimostranti che hanno sovrastato la marcia nazionale dell’odio dell’AfD lo scorso maggio a Berlino o le umiliazioni di Bjoern Hoecke che è stato cacciato quando ha tentato di impossessarsi di una dimostrazione dei lavoratori della Siemens ad Eisenach lo scorso aprile.

Sono vittorie come queste che incoraggiano la sinistra di lotta, dentro e fuori il partito della sinistra radicale Die Linke, ad accelerare le campagne di massa esistenti contro l’AfD e la destra estrema più in generale. Dopotutto, la nostra politica di solidarietà di classe, indipendente dai confini, dalle nazionalità o dalle fedi religiose, è la vera alternativa all’assalto neoliberista delle classi dominanti tedesca ed europee.

Frederik Blauwhof lavora per Die Linke al Bundestag.

Da Znetitaly – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte:  https://zcomm.org/znetarticle/germany-resisting-the-nazis-on-the-shop-floor/

Originale: The Morning Star

traduzione di Giuseppe Volpe

Traduzione © 2018 ZNET Italy – Licenza Creative Commons CC BY-NC-SA 3.

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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