di Jack Rasmus – 24 agosto 2018

Questo mese, agosto 2018, segna la ‘fine’ del terzo salvataggio, 2015-2018, della Grecia dal debito. Se si dovesse credere alla stampa europea e statunitense, la Grecia si è ora ripresa ed è emersa dal salvataggio e dalla quasi decennale crisi debitoria e dalla depressione da essa creata. Ma tale conclusione non potrebbe essere più lontana dalla verità.

La Grecia è semplicemente passata da un insieme di creditori a un altro. Nel primo salvataggio, nel 2010, si trattava prevalentemente di banche private europee nei cui confronti il paese era indebitato. Nel secondo salvataggio le istituzioni statale pan-europee (a volte chiamate Troika, cioè Commissione Europea, Banca Centrale Europea e Fondo Monetario internazionale) sono intervenute a concedere alla Grecia prestiti per rimborsare i suoi creditori privati. Di fatto la Grecia non ha mai visto il denaro. La Troika ha rimborsato i creditori privati e ha in effetti trasferito il loro debito nei bilanci della Troika e poi ha presentato il conto alla Grecia. La Grecia a quel punto doveva effettuare pagamenti anche maggiori, questa volta alla Troika. La Troika ha poi rimborsato le banche dell’Euro. (Studi del German Institute mostrano che il 95 per cento di tutti i pagamenti del debito dalla Grecia alla Troika sono stati alla fine ridistribuiti dalla Troika alle banche dell’Europa settentrionale).  La Troika ha così operato da “sensale” esattore dei conti per i banchieri dell’Euro nel secondo (2012) accordo sul debito greco.

La recessione “a doppia V” dell’Eurozona del 2011-2013 ha esacerbato ancora di più il debito della Grecia imponendole di indebitarsi ulteriormente nel 2015-18 per rimborsare alla Troika il debito assunto nel 2012-15 (che era stato assunto per rimborsare il debito privato del 2010). Così la Grecia si è ulteriormente indebitata nel 2015-18 per finanziare il rimborso del debito incorso nel 2012 per rimborsare il debito incorso nel 2010! Ogni volta che è stato concordato un nuovo accordo sul debito, il debito è stato in effetti “rinnovato” e altro vi è stato aggiunto. Se effettuati attraverso la Troika o direttamente, i pagamenti sono sempre finiti nelle banche private settentrionali dell’Euro (principalmente tedesche).

Oggi, nel 2018, il “rullo” della stampa è che la Grecia sta emergendo da questo, in grado di entrare nei “mercati privati” al fine di raccogliere nuovo debito da privati per rimborsare il vecchio debito nei confronti della Troika. Ma non è così. Tutto quello che è cambiato è che la Grecia può oggi prendere a prestito (cioè indebitarsi) di nuovo da investitori privati, come aveva fatto prima del 2012. Questa volta si indebiterà con il settore privato (banche, speculatori in titoli, fondi speculativi, altri capitalisti avvoltoi) per rimborsare il debito del passato nei confronti della Troika.

Come fa la Grecia a pagare gli interessi sul debito? Mediante l’austerità imposta ai suoi cittadini, specialmente lavoratori, piccole aziende, pensionati, disoccupati, poveri.  Lo stato greco e la banca centrale greca (una mera appendice della Banca Centrale Europea nel sistema dell’Euro) incassa il surplus conseguito dal governo greco di Syriza (da aumenti delle imposte, tagli alle pensioni, tagli ai salari, vendita di industrie nazionali: cioè tramite l’austerità). I banchieri centrali greci poi effettuano i rimborsi del debito da prestiti della Troika (che rimborsa i banchieri). Oggi la Grecia può continuare a rimborsare la Troika indirettamente, facendosi di nuovo prestare denaro da investitori privati e riconosce anche a loro gli interessi sul nuovo debito.

Nulla cambia quanto alle misure di austerità. L’austerità rimane. La disoccupazione greca continua a restare a livelli di depressione, al 19,5 per cento. L’occupazione è tuttora del 17,5 per cento inferiore ai livelli pre-depressione. I salari greci continuano a stagnare: i salari dei lavoratori specializzati sono stati tagliati del 35 per cento, quelli dei lavoratori non specializzati del 31 per cento e i salari minimi sono stati ridotti del 22 per cento. Le pensioni continuano a essere tagliate e l’età per la pensione è stata aumentata di dieci anni. Le imposte sono state aumentate sia sui lavoratori sia sulle piccole imprese. E’ tuttora austerità sotto un altro nome. E la chiamano ripresa! Il solo cambiamento è chi è l’esattore del conto. La Troika? I nuovi prestatori privati? Entrambi? La risposta è: entrambi. La Troika si trasferisce in panchina e lascia che ancora una volta entrino in campo gli investitori avvoltoi per prestare denaro alla Grecia (per rimborsare la Troika e le banche dell’Euro) mentre gli avvoltoi ancora una volta caricano altri interessi in aggiunta al nuovo debito che concederanno alla Grecia.

In ‘Looting Greece: A New Financial Imperialism Emerges’ [Il saccheggio della Grecia: emerge un nuovo imperialismo finanziario] pubblicato nel 2016 da Clarity Press ho descritto questa nuova forma di sfruttamento organizzata a livello di Stato verso Stato su scala nazionale, nel quale istituzioni e apparati statali oggi svolgono, nel ventunesimo secolo, un ruolo sempre più diretto nell’estrarre surplus e valore da lavoratori e piccole imprese per conto di grandi banche capitaliste. Questa è una forma di imperialismo diversa da quella anteriore al ventesimo secolo (descritta nel classico lavoro di Hobson) e dalle spiegazioni degli inizi del ventesimo secolo (influenzate da Lenin e Hilferding).

(Nel capitolo conclusivo del libro sono trattati l’evoluzione storica dell’imperialismo dal diciannovesimo e ventesimo secolo, non i vari dibattiti relativi. La Grecia è il caso esemplare a livello di microcosmo della nuova forma dell’imperialismo del ventunesimo secolo. I lettori interessati a questa più ampia analisi possono leggere il capitolo conclusivo completo del libro all’indirizzo http://kyklosproductions.com/articles.html. Recensioni del libro sono anch’esse disponibili in tale sito web, cliccando su ‘reviews’ sulla barra degli strumenti.)

 

Da Znetitaly – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte: https://zcomm.org/znetarticle/what-is-financial-imperialism/

traduzione di Giuseppe Volpe

Traduzione © 2018 ZNET Italy – Licenza Creative Commons CC BY-NC-SA 3.

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy