Francesco Cecchini

Jair Bolsonaro

In Brasile l’esperienza di governo di Lula e Dilma, il bilancio è buono hanno salvato 32 milioni di persone dalla fame, hanno permesso l’accesso delle classi popolari ed altro, non è riuscita a portare un’eredità positiva per il canditato presidenziale del PT (Partido dos Trabalhadores), Fernando Haddad. Jair Bolsonaro, nostalgico del regime militare 1964-85, fautore della tortura e della pena di morte, ha vinto il primo turno elettorale come candidato Psl,Partido social liberal, un piccolo partito cristiano-nazionalista di estrema destra, ottenendo quasi il 47%. Il sostituto di Lula, Fernando Haddad, ex prefetto di San Paolo, candidato Pt (Partido dos trabalhadores) si è fermato al 28%. Ciro Gomes, ex governatore del Ceara e leader Pdt (Partido democratico trabalhista, i laburisti) ha chiuso in terza posizione, con il 12%.
Jair Bolsonaro è un uomo mediocre, ex capitano dell’esercito, anche in parlamento non ha fatto molto. Ha saputo impostare la campagna Oltre che per il ritorno al passato e per privatizzazioni generalizzate, principalmente contro la corruzione, anche del presidente in carica Temer, ma un punto debole del PT, che però , a torto, ha coinvolto anche Lula. Inoltre un fatto criminale ha favorito la volata finale. Un seguace del PT il 6 settembre ha accoltellato Bolsonaro ferendolo gravemente allintestino e costringendolo in terapia intensiva con colostomia temporanea. Subito dopo il fatto, i sondaggi del candidato Psl sono schizzati dal 22% al 30%. Bolsonaro, comunque ha vinto il primo turno, ma non le elezioni. Hadad deve avere la capacità di formare un frente amplio, che vada oltre la naturale alleanza con il social democratico Ciro Gomes. Inoltre vi è il 20% di astensioni che deve, almeno in parte, convincere a votare contro il fascista, aspirante dittatore, Bolsonaro. Il gioco è aperto quindi. Come diceva Antonio Gramsci: pessimismo dell’intelligenza ottomismo della volontà.
Personalmente scommetto su Fernando Haddad.

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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