Francesco Cecchini

JAIR BOLSONARO E ALBERTO FUJIMORI

JAIR BOLSONARO

Se Bolsonaro sarà il futuro presidente del Brasile darà potere ai militari. Lo ha dichiarato lo scorso lunedì, 15 ottobre in una riunione con  il Batallón de Operaciones Policiales Especiales de Brasil (BOPE). Ha detto che se vincerà il prossimo 28 ottobRe saranno i capitani della milizia brasiliana, che reggeranno le redini del paese. Blosonaro in un video diffuso così si è espresso: &Potete essere sicuro che, se arrivo presidenza, avremo uno dei nostri là&. Per Bolsonaro, ex capitano, uno dei nostri è un uomo in uniforme.

ALBERTO FUJIMORI

Il Parlamento peruviano ha recentemente approvato il disegno di legge, che fornisce benefici penitenziari a persone di età superiore ai 65 anni. Potrebbero scontare la loro pena agli arresti domiciliari e controllati da catene elettroniche. Se il progetto viene approvato, andrebbe a vantaggio delle persone che hanno commesso violazioni dei diritti umani, come il dittatore Alberto Fujimori. Nel paese sta crescendo un movimento che vuole Fujimori in prgione e non a casa.

BOLSONARO E FUJIMORI

Se Bolsonaro vincerà le elezioni, in un certo senso sarà un Fujimori brasiliano. Fujmori nel 1990 fu eletto presidente del Perù, promettendo di superare la crisi economica e vincere Sendero Luminoso. Nei suoi dieci anni di governo Fujimori installò una dittatura durata 10 anni, che si macchio di crimini contro l’umanità, per i quali fu condanato a 25 anni di prigione. Lo fece con l’aiuto dell’esercito e di servizi speciali di Montesino. Bolsonaro ha già promesso che ricorrerà ai suoi antichi cmpagni di caserma. Comunque i giochi sono ancora aperti. Prima deve vincere. Nel caso di vittoria dell’ex capitano vi sono due possibilita. O quattro anni di democrazia autoritaria o una vera e propria dittatura militare,

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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