«¡Patria sí, colonia no!», slogan a favore dell’ex presidente Cristina Fernández de Kirchner, di Juan Domingo Perón e altre figure politiche di riferimento per il continente. Così Buenos Aires ha accolto il presidente boliviano Evo Morales, in Argentina per ricevere una laurea honoris causa presso l’Universidad Metropolitana para la Educación y el Trabajo (UMET).

 

Il motivo di tale entusiasmo è spiegato da una frase pronunciata da Morales nel suo discorso: «Prima governavano i gringos, adesso governano gli indios». In chiaro riferimento al proprio paese.

 

Un cambio al potere dove a guadagnarci è stato sicuramente il popolo della Bolivia. Il paese andino, infatti, si conferma stabile e in piena crescita economica. «Nel 2018 la Bolivia ha fatto registrare la maggiore crescita in America Latina». Ha spiegato Evo Morales.

 

Alcuni osservatori hanno definito questo processo ‘evonomics’. Secondo il presidente boliviano il paese ha potuto raggiungere certe performance economiche grazie a buona «redistribuzione delle risorse naturali» e procedendo a un massiccio piano di nazionalizzazioni.

Riportando sotto controllo pubblico molti settori che erano stati svenduti ai privati. Dalle risorse naturali alla telefonia mobile.

Questo avviene in una fase segnata dal pesante attacco contro i leader popolari attraverso il potere giudiziario. Attraverso quel fenomeno conosciuto come lawfare, quando leggi, procedure giudiziarie e giuridiche, vengono utilizzate per colpire e mettere fuori gioco i leader popolari afferenti la sinistra in America Latina. Il caso Lula, in tal senso, appare paradigmatico.

 

«Prima si inventavano i golpe militari, adesso abbiamo golpe parlamentari e giudiziari», ha denunciato Morales in riferimento alle vicende che vedono coinvolti troppi leader della sinistra latinoamericana come Kirchner, Lula da Silva e Rafael Correa, e la destituzione parlamentare di Fernando Lugo in Paraguay e Dilma Rousseff in Brasile.

 

Davanti a questi attacchi e gli assalti dell’imperialismo statunitense, Evo Morales, ha invocato l’unità dei popoli latinoamericani.

 

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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