Di Cesar Chelala

 

Mentre viaggiavo in Africa negli anni ’80 e ’90, fui sorpreso nel vedere operai  cinesi che costruivano strade, scuole e case. Anche se a quel tempo questo significava poco per me, in seguito mi sono reso conto che questo faceva parte di una politica di inserimento cinese nelle economie dei paesi africani.

Storicamente, il continente africano è stato saccheggiato dalle potenze straniere, principalmente, ma non esclusivamente europee, che hanno estratto preziose risorse, corrompendo le élite africane e distruggendo i deboli tentativi di democrazia in tutto il continente. Il 17 gennaio 1961, Patrice Lumumba fu assassinato. E’ stato il primo ministro legalmente eletto della Repubblica Democratica del Congo (RDC).

Ludo De Witte, autore di un libro su questo avvenimento, ha definito l’uccisione di Lumumba “l’assassinio più importante del ventesimo secolo.” E’ stato compiuto con la complicità congiunta dei governi americano e belga, che hanno usato i complici congolesi e un plotone di esecuzione belga. Questo assassinio ha cambiato per sempre il panorama politico del continente africano e le sue prospettive economiche e politiche.

L’approccio della Cina è diverso da quello delle tradizionali potenze occidentali. I suoi principali interessi sono nel continente africano sono duplici: cercare e sfruttare il petrolio e creare nuovi mercati per le merci cinesi. Inoltre, costruire e riparare le infrastrutture fornisce posti di lavoro ai tecnici e agli operai cinesi.

Al contrario di altre grosse potenze, la Cina ha mostrato un’interferenza relativamente minima negli affari interni dei paesi africani, allo stesso tempo, però, fornendo aiuto generoso e pacchetti di prestiti. Come ha detto Clifton Pannell, Direttore del Centro per gli Studi Asiatici all’Università della Georgia: “La sua politica ripetutamente espressa nel trattare con gli stati africani, è di sottolineare la nozione di benefici reciproci, e si è a lungo auto-promossa come socia in solidarietà con gli stati africani in opposizione al colonialismo e alla dipendenza economica.”

Auto alle economie locali

Non tutti in Africa sono contenti della presenza della Cina sul continente. Anche se la Cina  dà impiego agli Africani  in alcune delle sue imprese economiche, molta gente locale risente della competizione cinese con le fabbriche e gli imprenditori locali. La Cina, tuttavia, ha una politica stabile per fornire assistenza e addestramento nelle tecniche agricole e per i problemi  della sanità pubblica.

Nel settembre 2018, al Vertice di Pechino del Forum per la Cooperazione tra Cina e Africa che ha avuto luogo a Pechino, il Presidente Xi Jinping ha rivelato 8 importanti iniziative che comprendono l’acquisto di altre merci africane e l’incoraggiamento delle compagnie cinesi a espandere gli investimenti per promuovere l’industrializzazione in Africa. Altre importanti aree di cooperazione, sono: l’energia, l’informazione, i trasporti e l’uso delle risorse idriche. Per assicurarsi l’appropriata attuazione di queste iniziative, la Cina fornirà 60 milioni di dollari a sostegno dello sviluppo dell’Africa.

Il Presidente Xi Jinping ha incoraggiato questi paesi a partecipare all’Iniziativa della

Belt and Road* per acquisire obiettivi   comuni dello sviluppo. Nell’area finanziaria, la Cina ha promesso il sostegno tramite  la Banca Asiatica d’Investimento per le infrastrutture, la Nuova Banca di Sviluppo e il Fondo per la Via della Seta. Inoltre, Xi Jinping ha promesso di fornire 50.000 borse di studio finanziate dal governo per giovani Africani e ne ha invitati 2000 a visitare la Cina.

Aiuto medico

L’aiuto della Cina all’Africa in campo medico è iniziato nel 1963, quando ha inviato 100 operatori sanitari in Algeri dopo che il paese aveva ottenuto l’indipendenza dalla Francia e da allora ha continuato ad aumentarne il numero. Nel 2014, la Cina spendeva circa 150 milioni di dollari all’anno per aiuto medico ai paesi africani. La Cina ora  si classifica  tra i primi 10 donatori globali bilaterali al continente. COMPL.

Anche se il numero esatto è sconosciuto, la Cina ha inviato parecchie equipe mediche cinesi  (CMT) in Africa e ha prestato assistenza nella costruzione delle strutture sanitarie e nell’addestramento degli operatori sanitari africani. Ha fornito anche attrezzature mediche e medicine. Si stima che fino al 2014 la Cina abbia contribuito a costruire 30 ospedali e 30 centri per la prevenzione e il controllo della malaria, e ha preparato oltre 3.000 operatori sanitari appartenenti a vari paesi africani,

La malaria è una delle malattie principali che i Cinesi stanno aiutando a prevenire e a controllare. La Cina ha donato ai paesi africani oltre 26 milioni di dollari di medicine contro la malaria. Ha anche fornito importanti aiuti per controllare l’epidemia di Ebola che ha ucciso più di 11.000 persone tra il 2013 e il 2016 e a aiutato nella prevenzione e nel controllo dell’HIV/AIDS e di altre malattie infettive.

Nel suo aiuto medico all’Africa, la Cina fa uso della sua propria esperienza di paese in via di sviluppo, comprese i limiti e gli svantaggi. Contemporaneamente, la Cina usa il suo aiuto per la salute pubblica per rafforzare le sue relazioni diplomatiche con i governi africani.

Assistenza  militare

Anche se in passato la Cina aveva principalmente come obiettivi il commercio economico e l’aiuto all’Africa, Pechino sta sempre più aumentando le politiche di sviluppo mirate a rafforzare i legami militari, allo scopo di ottenere una più forte influenza politica e di espandere le vendite di armi nel continente. A tal proposito, la Cina è stata estremamente attiva nella vendita di armi da tasca e di armi leggere a vari paesi africani.

Il Presidente Xi Jinping ha promesso di fornire 100 milioni di dollari di aiuti militari

Gratuiti all’Unione Africana per sostenere l’istituzione della Forza di Intervento Africana  e della Capacità dell’Africa di risposta immediata alla crisi. Il governo cinese, ha inoltre, invitato migliaia di funzionari militari africani in Cina per  seminari    e corsi di addestramento.

“L’interesse da parte di molti partner è esattamente saper quale ruolo svolgerà la Cina nella regione e in che modo questo coesisterà con le organizzazioni militari esistenti e con i forum sulla sicurezza,” ha detto Duncan Innes-Ker, Direttore Generale per l’Asia dell’Economist Intelligence Unit.* Coloro che ignorano le energiche politiche della Cina in Africa, lo faranno a proprio rischio.

https://it.wikipedia.org/wiki/Economist_Intelligence_Unit

http://www.istitutoconfucio.unimi.it/evento/belt-and-road-initiative-2018/

Nella foto: Uhru Kenyatta a settembre a Pechino insieme a Xi Jinping.

Il Dottor Cesar Chelala è vincitore a pari merito del premio per il 1979 dell’ Overseas Press Club of America per l’articolo “Missing or Disappeared in Argentina: The Desperate Search for Thousands of Abducted Victims.” [ Dispersi  o scomparsi in Argentina: la ricerca disperata di migliaia di vittime sequestrate].

Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte: https://www.counterpunch.org/2018/10/17/is-china-winning-the-war-for-africa-2/

Originale: non indicato

Traduzione di Maria Chiara Starace

Traduzione © 2018 ZNET Italy – Licenza Creative Commons  CC BY NC-SA 3.0

 

 

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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