I cani da guardia della reazione insediata al potere non si smentiscono mai; anzi, alzano il livello ogni giorno.

Il cosiddetto giornale Libero, uno dei fogliacci peggiori che appestano edicole sempre meno frequentate, ha ideato un attacco davvero infame contro Viola Carofalo. Un attacco che dà – quasi involontariamente – la cifra della “disinvoltura” di un certo modo di fare propaganda in stile Goebbels (“mentite, mentite, qualcosa resterà…“). Chiamarla “informazione” sarebbe davvero un controsenso…

Tutto parte da un post di una compagna femminista, Rosa Pascale, che viene ripreso e rispostato dalla pagina Facebook di Potere al Popolo. Un commento sulla tragica vicenda di Desirée Mariottini, la giovanissima ragazza stuprata e uccisa in un edificio abbandonato del quartiere romano di San Lorenzo. Un commento che coglie il trattamento differenziale riservato da tutti i media – ma soprattutto quelli che aizzano ogni giorno la canea leghista – a ogni episodio di cronaca.

Se una ragazza, una donna, una moglie, viene stuprata, ammazzata, percossa – come avviene in oltre il 75% dei casi – da familiari e conoscenti (quindi da “itagliani”) il caso viene rapidamente derubricato a notizia in taglio basso, numero tra i numeri. Se invece la stessa vigliaccata infame viene commessa da stranieri, o addirittura da “negri”, allora scatta un coro parossistico dove salta ogni freno o limite alla violenza verbale, accompagnata spesso dall’invito alla violenza fisica (delegata alle “forze dell’ordine” ma già giustificata se esercitata “privatamente” da qualche zucca vuota (come nel caso del fascioleghista Traina, a Macerata).

Viola, in tutto questo, c’entra solo in quanto portavoce di Potere al Popolo, dunque “oggettivamente” responsabile di quanto pubblicato sulla pagina Facebook del movimento. Basta tagliare la frase incriminata, isolarla dal discorso – l’amara ironia con cui Rosa Pascale solidarizzava profondamente con Desirée scompare – cancellare l’autrice e attribuirla a lei. Et voilà, il servizio è bello pronto!

Per permettere ai nostri lettori di misurare l’abisso morboso abitato dai “signori” di Libero, riportiamo qui di seguito la paginata del fogliaccio e la risposta della stessa Viola. Cui va ovviamente tutta la nostra solidarietà.

A seguire la ricostruzione della vicenda fatta da Potere al Popolo!

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Stamattina ho aperto i giornali e ho visto con stupore questo titolo.
Il giornalismo di destra e aggressivo di Libero in questi anni ci ha abituato a tutto, ma questa è una gravissima diffamazione e calunnia.
Quel titolo va subito rimosso.
Pubblicare un virgolettato di parole che non ho mai detto è da querela.
E infatti procederò per vie legali. Ora basta.
Capiamo che contro un movimento politico in crescita si arrivi a usare ogni mezzo.
Ma non si può speculare sulla morte di una giovane vita per incassare consenso politico. Siamo all’ennesima strumentalizzazione sulla pelle delle donne e degli ultimi. Quello che abbiamo visto in questi giorni è uno schifo.
Ma c’è un limite a tutto.
Doneremo l’eventuale risarcimento della querela alle associazioni che si occupano di violenza di genere con cui collaboriamo ogni giorno.
E continueremo la nostra lotta contro tutti gli stupri, contro tutti gli abusi che ogni giorno subiscono le donne di questo paese dentro e fuori le mura domestiche, contro le discriminazioni sociali e l’assenza di servizi pubblici.

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Da giorni leggiamo le cose più assurde sul nostro conto sui giornali di destra, da giorni i loro lettori ci scrivono in privato augurandoci la morte, lo stupro, la tortura, e tante altre piacevolezze…

Stamattina poi il colmo. Libero, che negli ultimi anni si è distinto per un giornalismo violento, pubblica il titolo che vedete.
Mette in bocca alla nostra portavoce, Viola Carofalo, parole che non ha mai detto, diffamando e calunniando. Rappresentandoci esattamente al contrario di come siamo.

Addossare a qualcuno frasi che non ha mai detto è da querela, e infatti così procederemo. Abbiamo già dato mandato ai nostri avvocati.

Ma perché tutto questo schifo? Libero è stato il culmine, ma stamattina anche Matteo Salvini ci onora della sua attenzione dandoci dei “digustosi”. Tutti i gruppi e le testate di destra si sono mossi in maniera quasi coordinata per far scattare un “caso” inesistente…

Il perché ci sembra ovvio. La verità è che la destra di questo paese ha cavalcato, come purtroppo già accaduto con Pamela, il violento omicidio di Desiree. Lo ha usato per incassare consenso nei sondaggi, visto che le elezioni sono a breve. E per produrre legittimità intorno all’approvazione del Decreto Sicurezza la settimana prossima, che servirà a Salvini a chiudere la partita con i 5 Stelle, subordinando definitivamente il Governo alla propria direzione politica.

In quest’ottica deve essere distrutta ogni voce critica come la nostra. Il post che avevamo ripubblicato, prendendolo dalla bacheca di una militante di una associazione femminista, indignata e arrabbiata per la vergognosa speculazione sulla vita di Desiree, dava fastidio.

Dava fastidio perché è girato tantissimo, facendo notare a centinaia di migliaia di persone che il tragico caso di Desiree è assurto a questo livello di notorietà perché poteva essere strumentalizzato. Il post aveva l’ardire di constatare che quando gli stupratori e gli assassini sono italiani, stranamente l’attenzione dei politici e dei media è inferiore: si negano i fatti, si attacca la vittima, ci si profonde in giustificazione dei violentatori… Un fatto inoppugnabile, che chiunque abbia a che fare con il mondo dell’informazione sa: i like si fanno solo se c’è “l’uomo nero” di mezzo, mica se si parla della carenza di proposte dei nostri governanti, delle loro oscure manovre, del perché i giovani italiani emigrino, di come si lavora oggi in Italia, di quanta ricchezza ci venga sottratta per finire nelle tasche di poche famiglie…

Siamo stati fra i pochi ad avere il coraggio di dire quello che milioni di persone pensano: che non si può strumentalizzare politicamente la morte di una giovane vita per produrre ancora più odio, emarginazione e violenza.

Siccome siamo gli unici in Italia ad avere il coraggio di dire queste cose in modo chiaro, il nostro movimento è credibile e in crescita. E questo fa paura alla destra e ai fascisti, che vorrebbero un paese autoritario, in cui a comandare fossero solo loro. In cui le fake news possano creare un clima di istupidimento, di violenza e di paura.

Per questo devono rallentare, incrinare l’immagine e la fiducia, di un movimento politico giovane e pulito come il nostro. Per far questo sono disposti a tutto. Ma non ci faremo certamente spaventare, questi soggetti li conosciamo benissimo.

Invitiamo tutte e e tutti a farci sentire, a far sentire una voce di umanità, a non lasciare il monopolio della parola solo a chi diffonde bugie e odio per mantenere, grazie alla guerra fra poveri, il suo potere.

PS: doneremo l’eventuale risarcimento della querela alle associazioni che si occupano di violenza di genere con cui collaboriamo ogni giorno. E continueremo la nostra lotta contro tutti gli stupri, contro tutti gli abusi che ogni giorno subiscono le donne di questo paese dentro e fuori le mura domestiche, contro le discriminazioni sociali e l’assenza di servizi pubblici.

http://contropiano.org/news/politica-news/2018/11/01/piccoli-goebbels-crescono-il-caso-di-libero-contro-viola-0109050

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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