Novant’anni non sono poi tanti: noi possiamo ragionevolmente sperare di arrivare a quel traguardo (anche perché per avere la pensione dovremo lavorare fino agli ottanta). Però pensate a com’era il mondo novant’anni fa, quando all’Universal’s Colony theatre di New York venne proiettato per la prima volta Steamboat Willie, un cartone animato di appena sette minuti che due giovani non ancora trentenni, Walt Disney e Ub Iwerks, avevano realizzato nelle settimane precedenti in un garage. Steamboat Willie fu il primo cartone animato a presentare una colonna sonora con musiche, effetti sonori e dialoghi, anche se non intelligibili, completamente sincronizzata; fu un successo e grazie a quel successo è nato il mito di Mickey Mouse, che proprio con quel cartone animato fece il suo esordio sul grande schermo e cominciò una fortunata carriera che continua ancora. E per questo proprio oggi festeggiamo i novant’anni di Topolino, come chiamiamo in Italia quel personaggio.

Nel mondo del 1928 non era così comune vivere fino a novant’anni, dovevi essere molto ricco o molto sano. E comunque ci pensava la guerra a ucciderti. Quando Mickey Mouse cominciò il suo lungo viaggio la Grande guerra era finita da appena dieci anni ed era un ricordo ancora molto vivo.

E una nuova guerra stava covando sotto le ceneri delle macerie di quel terribile conflitto. Un anno dopo sarebbe crollata la borsa di Wall street, dando il via a una crisi economica su larga internazionale che segnò in maniera drammatica, specialmente in Europa, i decenni successivi. I fascismi in Europa prendevano vigore e portavano il mondo a un nuovo conflitto.

Mickey Mouse non lo sapeva mentre fischiettava, fingendosi il capitano del battello a vapore su cui faceva il mozzo e mentre corteggiava Minni “suonando” una capra. Solo per pochissimi anni gli fu possibile essere un monello scapestrato: in fretta dovette mettere la testa a posto e diventare un detective. Poi naturalmente partecipò anche alla seconda guerra mondiale e poi alla “guerra fredda” e alla corsa allo spazio, insieme al suo amico Eta Beta. Certamente Mickey Mouse nel 1928, mentre era sul battello a pelare patate, non poteva immaginare che dall’altra parte dell’Atlantico una scrittrice geniale aveva pubblicato proprio quell’anno un piccolo libro intitolato Orlando, la storia incredibile di un personaggio che invece non metterà mai la testa a posto.

Forse anche Mickey Mouse, come Orlando, un giorno si è chiesto

Siamo dunque fatti in modo tale da dover prendere la morte a piccole dosi, giorno per giorno, per continuare ad affrontare l’impresa di vivere?

Ma poi non ha avuto tempo, ha dovuto attraversare il Novecento, diventando anche lui quello che dovevano diventare i miti del “secolo breve”, uno strumento per far vendere ogni genere di prodotto, un ambasciatore del consumismo capitalista tra i bambini. Il topo ribelle e anarchico di Steamboat Willie è diventato il testimonial di un’azienda di telefonia.

Alla fine novant’anni sono tanti: come siamo invecchiati male, Topolino.

 

 

se avete tempo e voglia, qui trovate quello che scrivo…

Di Luca Billi

Luca Billi, nato nel 1970 e felicemente sposato con Zaira. Dipendente pubblico orgoglioso di esserlo. Di sinistra da sempre (e per sempre), una vita fa è stato anche funzionario di partito. Comunista, perché questa parola ha ancora un senso. Emiliano (tra Granarolo e Salsomaggiore) e quindi "strano, chiuso, anarchico, verdiano", brutta razza insomma. Con una passione per la filosofia e la cultura della Grecia classica. Inguaribilmente pessimista. Da qualche tempo tiene il blog "i pensieri di Protagora" e si è imbarcato nell'avventura di scrivere un dizionario...

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