“Uscire dall’emergenza dei rifiuti si può. E’ questione di scelte politiche ed organizzative e, soprattutto, dalla morsa delle lobby dell’incenerimento”. Il Domenicale di Controlacrisi, a cura di Federico Giusti

Lottare oggi contro l’incenerimento non è facile, soprattutto se i fautori del riciclo vengono dipinti come utopisti e sognatori di una civiltà pre industriale.E’ inutile nasconderlo, per un’alternativa all’incenerimento servono finanziamenti pubblici e investimenti privati per iniziare l’opera ma senza la volontà politica e la disponibilità di capitali andremo poco lontano

Eppure da almeno 40 anni i movimenti ambientalisti hanno documentato la pericolosità, per l’ambiente e la cittadinanza, degli inceneritori legando l’incenerimento all’aumento delle malattie cardio respitarorie e non solo quelle.Prima di parlare bisogna tuttavia capire, dati alla mano, l’impatto sulla salute e sull’ambiente dei termovalizzatori.

La posizione della lobby dell’incenerimento è chiara: in Italia ci sono la metà dei termovalorizzatori presenti in altri paese europei, meno di 50, bruciano poco, sono scarsamente utilizzati e prevalentemente nel centro Nord. Ma la raccolta differenziata? La filiera del riciclo ? Il controllo reale sui rifiuti e sul loro smaltimento senza impatto ambientale?

Al Governo prosegue proprio in questi giorni il braccio di ferro tra Lega e 5 Stelle, i primi da sempre fautori dell’incenerimento per assecondare la linea Confindustriale. Come finirà il contenzioso non è facile dirlo
Ma quali sono i dati ufficiali?

Il 25% dei rifiuti finisce in discarica, il 49% dei rifiuti urbani ricuperato come materiali rigenerabili, il 20% trasformato in energia. I Paesi senza discarica sono quelli che bruciano di piu’, parliamo del Nord Europa dove tuttavia esiste una filiera del riciclo funzionante con la diffusa opportunità di smaltimento del rifiuto ottenendo in cambio agevolazioni sulle tariffe o bonus da spendere negli ipermercati. Pensate di andare a un centro commerciale e di avere una area dove consegnare carta, vetro e multimateriale ricevendo in cambio un buono spesa, siamo certi che molti cittadini non avrebbero remore a utilizzare questi canali se in cambio ottengono la riduzione del costo della spesa. Ma una volta raccolti i materiali vanno utilizzati e riciclati in maniera debita e qui la filiera inizia a manifestare le prime macroscopiche falle.

Della quarantina di inceneritori presenti in Italia la stragrande maggioranza sono al Nord e in Toscana ce ne sono ben 9.La scommessa di Confindustria è costruire impianti piu’ grandi e funzionanti a pieno ritmo e ovviamente gestire il business.

Ma perchè allora opporsi all’incenerimento?

Meglio di noi lo hanno spiegato comitati, associazioni ambientaliste che operano nei territori.

Proviamo allora a confutare dei luoghi comuni fornendo poche e ragionevoli motivazioni ai nostri lettori ricordando che l’obiettivo da perseguire è ridurre l’impatto negativo sulla nostra salute e sull’ambiente
La gestione dei rifiuti è un problema soprattutto organizzativo, la tecnologia esiste e dovrebbe essere utilizzata a fini sociali, al contrario si guarda solo al contenimento dei costi del lavoro (spesso nelle discariche operano dipendenti da cooperative o ditte in appalto che ricorrono a contratti sfavorevoli)
La raccolta differenziata “porta a porta” soprattutto per chi ha abitazioni piccole potrebbe essere agevolata dotando i palazzi di piccoli cassonetti interrati per la differenziata, giusto per non ritrovarsi “monnezza” accatastata in pochi metri quadrati.
mancano gli impianti di compostaggio nelle aree rurali dove ci sono agricoltori
non sono sufficienti le isole ecologiche, servono impianti pensati per il recupero dei materiali da utilizzare nella filiera produttiva
dotare ogni centro vendita e ipermercato degli strumenti per acquistare alla spina latte, bevande, detergenti
nelle aree ecologiche mancano degli artigiani per la riparazione e il riutilizzo di quanto invece viene conferito alla discarica. Parte di questi prodotti potrebbe essere rivenduto o donato ai bisognosi, basti pensare all’economia degli scarti , una fonte di reddito e di lavoro
tariffe agevolate per chi smaltisce rifiuti in maniera corretta favorendo il riciclo e il riuso
impianto di recupero e selezione dei rifiuti, in questo modo sarebbe possibile recuperare altri materiali riciclabili sfuggiti alla raccolta differenziata, individuare e isolare i rifiuti tossici prima del loro arrivo alla discarica pubblica

http://www.controlacrisi.org/notizia/Ambiente/2018/11/18/52028-uscire-dallemergenza-dei-rifiuti-si-puo-e-questione-di/

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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