Francesco Cecchini

SANTIAGO MALDONADO

Dopo 78 giorni di ricerche, il corpo senza vita di Santiago Maldonado, di 28 anni, fu trovato  nel letto del fiume Chubut, all’interno del Pu Lof de Resistencia a Cushamen, la comunità Mapuche che occupa una parte dell’Estancia Leleque, appartenente al Gruppo Benetton, a Chubut. Santiago Maldonado era sparito il primo agosto 2017.

Ora la giustizia argentina ha chiuso il caso Maldonado ed escluso che vi sia stata una sparizione forzata. Giovedì 29 novembre il giudice federale argentino Gustavo Lleral, che ha condotto l’inchiesta sulla morte di Santiago Maldonado lo scorso anno, ha deciso di chiudere il caso. Il giudice ha respinto l’ipotesi che si trattasse di una sparizione forzata seguita da morte, ma che Santiago è morto affogato per cause accidentali. Inoltre ha  sollevato dall’accusa l’unico imputato il gendarme Emmanuel Echazú. Fondamento di questa decisione é stata la perizia dell’INTI ( Instituto Nacional de Tecnología Industrial ) che ha negato che il corpo di Santiago fosse stato tre mesi in acqua, nonostante l’evidente stato di deterioramento. Significative le dichiarazioni della ministra di Sicurezza del governo Macri, Patricia Bullrich : ” La verità ha vinto al racconto.” Inlotre la Bullrich affermò che coloro che tentarono di coinvolgere le forze dell’ordine hanno ingannato la società e creato paura. La decisione è stata accolta dai movimenti che reclamano verità e giustizia con indignazione. Sicuramente la famiglia di Santiago ricorrerà in appello contro questa sentenza e, inoltre, si rivolgerà alla Corte Interamericana de Derechos Humanos, affinché revisi il caso.

Il link con un precedente articolo pubblicato su Ancora Fischia il Vento è il seguente:

https://www.ancorafischiailvento.org/2018/07/23/el-camino-de-santiago-maldonado-un-documentario/

 

 

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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