Gilets gialli: “l’uomo della provvidenza, in Francia come in Italia, non funziona”
Mentre  un numero consistente di osservatori comparano  i gilet gialli  con quello che è successo in Italia, dal Movimento 5 stelle a Matteo Salvini,  Paolo Ferrero, attento osservatore dei movimenti sociali italiani, relativizza.
Paolo Ferrero è stato segretario nazionale di Rifondazione Comunista ed è stato ministro della solidarietà sociale durante il Governo di Romano Prodi. Questa personalità della sinistra italiana ha seguito da vicino il movimento dei forconi del 2012, che esprimeva la collera dei cittadini sulle rete sociali e bloccavano le strade. Essi denunciavano le tasse, la disoccupazione, il costo della vita, le caste, ecc.Sguardi. Come viene percepito in Italia  il movimento dei  gilets  gialli ?
Paolo Ferrero  Nonostante che in Francia, questo movimento si allarghi e porti delle rivendicazioni interessanti, le radio e le televisioni italiane non ne parlano quasi mai se non per far vedere  “i violenti”.E’ una forma di censura dei media gestita dal governo o dai grandi finanzieri dell’industria come Berlusconi, Fiat, etc.  Non hanno nessun interesse che questo movimento venga conosciuto in Italia. D’altronde, informano molto poco sulle lotte sociali in Francia o altrove.
Esistono in Italia movimenti simili?
In Italia, Il movimento dei “forconi” nel 2012 e 2013 raggruppava contadini, piccoli artigiani, commercianti etc.  Erano molto concentrati sulla questione delle tasse e la destra vi era molto presente mentre in Francia, il movimento è ampio nelle rivendicazioni e nella sua composizione.Penso che questi due fenomeni non siano identici. I gilets gialli sono prima di tutto un movimento sociale che emerge nella società e invia un messaggio ai politici neoliberali. Provengono dalle classi medie periferizzate per le quali nessun uomo politico  riesce ad arrestare il degradare del loro livello di vita e non sanno fin dove arriverà questo capitombolo sociale.La vera domanda, quella della evidente sofferenza sociale, non solo quella dei più poveri, ma anche quella degli impiegati, delle classi medie, che vedono ridursi il loro livello di vita e non trovano ricambio politico.  La Francia come l’Italia hanno avuto la tendenza a cercare l’uomo della provvidenza. In Francia, due questioni hanno trovato  la convergenza: una società che non funziona più, senza una vera risposta politica o sindacale; la constatazione che Macron non è l’uomo della provvidenza nel quale avevano riposto le proprie speranze. E’ diventato un totem! In Italia, il Movimento 5 stelle comincia a vivere una crisi simile a quella che vive Macron. Numerosi sono quelli che pensano che il Movimento 5 stelle potrebbe cambiare le cose e si rendono conto che oggi che non è più questo il caso. Per il momento Salvini vede la sua influenza in aumento, Ma per quanto tempo ancora? Gli uomini della provvidenza durano sempre meno! Berlusconi ha durato una decina di anni, Monti 6 mesi, Quanto  dureranno Salvini o Grillo?
Il movimento dei Forconi ha alimentato i partiti politici?
Erano al di fuori di un contesto classico; al di fuori delle discussioni sindacali. Erano molto mescolati, Hanno alimentato il  Movimento 5 stelle e anche la  Lega Nord.  All’inizio Berlusconi ha proposto di incontrare i leaders del movimento dei Forconi. Dopo ci ha rinunciato considerando il movimento troppo anti istituzionale. Quanto invece alla sinistra italiana, con le sue divisioni storiche, non ha saputo far fronte.  Quando è arrivato al potere, Monti era molto favorevole all’austerità e noi eravamo gli unici ad opporvisi. Allora come “Federazione della Sinistra” eravamo piazzati bene nei sondaggi  Ma durante l’estate, il Partito dei Comunisti Italiani ha ricominciato a discutere con il Partito Democratico per fare delle alleanze elettorati e ha distrutto la Federazione della Sinistra.  In un sol colpo è stata bruciata la possibilità di costruire, contro il governo Monti, un punto di vista di sinistra chiaro ed unitario. Non abbiamo capitalizzato questo movimento. E Grillo che, in partenza, non era contro Monti perché  era  un uomo della società civile, si è rivoltato contro di lui solo quando ha preso misure drastiche. Nel 2013 era allo stesso livello della Federazione della sinistra. E’ salito dopo la fine del governo Monti e dopo il movimento dei Forconi,
Le rivendicazioni dei gilets gialli hanno un eco in Italia?
Potenzialmente sono molto popolari in Italia! Ma il problema è che in questo momento l’Italia sta vivendo un sentimento di impotenza e di attesa rispetto alle  azioni del governo. Ci troviamo in una fase diversa del ciclo di psicologia sociale. Mi sembra che la Francia si sta abbassando la fiducia in Macron in Italia, la fiducia nel governo sta ancora durando.
Esiste un movimento di protesta contro l’Unione europea?
L’entità europea vive una crisi evidente. L’UE si è sviluppata su politiche neoliberiste molto dure che molte personalità politiche non vogliono superare. La destra ha gioco facile nel portare avanti una illusoria battaglia sul sovranismo. Per me bisogna portare avanti una battaglia contro le politiche neoliberali e contro il razzismo e il nazionalismo. Per il momento, la destra a una lunghezza di vantaggio; pretende di aver trovato  le soluzioni – illusorie – e propone il ritorno alla nazione, al concetto di razza bianca.  Utilizza fondamentalmente una attitudine reazionaria. La posta in gioco, a sinistra, è dunque quella di costruire una lotta sociale che non poggi unicamente sugli obiettivi di classe ma vi aggiunga la questione delle periferie, degli spazi sociali marginalizzati o a rischio. L’analisi di classe é necessaria ma non sufficiente. Ci sono problemi di percezione semplificati. E’ intorno a questi punti che conviene costruire una proposta politica.  Bisogna ricostruire una dialettica che poggi sul conflitto dal basso contro le  elites, i banchieri, i monopoli…  L’appello della CGT a unire le lotte mi sembra importante.
Come rispondere a questi movimenti
Prima di tutto, secondo me, è importante non opporsi al movimento, dialogare con il movimento. Un movimento non può svilupparsi in modo lineare. Ma tenendo ferma la domanda sociale occorre costruire un progetto a partire dalla redistribuzione radicale della ricchezza Questo passa  attraverso  forme di organizzazione a scala locale e forme di partecipazione pubblica anche al di fuori dai partiti politici tradizionali. Bisogna mantenerli ma costruire anche dei raggruppamenti larghi che poggino, per esempio,  sull’antirazzismo. La questione più importante è quella dell’organizzazione perché l’attività politica tradizionale non coinvolge più molte persone. Fino agli anni 80, dopo la seconda guerra mondiale, la sinistra ha fatto le sue lotte in un contesto dove c’era ne sviluppo e mediazione politica. Tutti gli strumenti utilizzati dalla sinistra (sindacato, azione parlamentare, ecc.) per migliorare la situazione dei popoli sono oggi indeboliti dal contesto neo liberale. Dobbiamo dunque inventare dei nuovi strumenti per aver una politica di sinistra.La destra ha oggi una facilitazione, quella di parlare di nazionalismo, di una identità forte, quando la costruzione di una identità popolare è tanto più difficile perché colpita duramente dal neoliberismo. Ricostruire una identità popolare di classe è il punto fondamentale.

http://www.regards.fr/societe/article/gilets-jaunes-vu-d-italie-la-crise-du-mouvement-5-etoiles-est-similaire-a-celle

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

Un pensiero su “Gilets gialli: “l’uomo della provvidenza, in Francia come in Italia, non funziona””
  1. Quello che sta accadendo in Europa e in Occidente, cioe’ nella parte ricca del pianeta e’ semplicemente la presa di coscienza dei poveri e dei quasi poveri che il sistema li sta abbandonando al loro destino di sfruttati. I poveri e i quasi poveri a questo oppongono la loro richiesta di poter vivere e vivere bene. Per adesso non ce l’hanno con i ricchi e’ allo stato che si rivolgono. Ma le politiche neoliberali degli stati sono diretta emanazione del potere dei ricchi sui governi. Alla fine si superera’ la mediazione degli stati e la collera si rivolgera’ direttamente verso i ricchi e non sara’ invidia sociale ma solo richiesta di giustizia sociale. E gli apprendisti stregoni alla Salvini e Grillo/Di Maio saranno spazzati via.

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