Francesco Cecchini

La storia della Colombia è sempre stata caratterizzata da violenti espropri di terre a comunità contadine, indigene e discendenti di africani. Un esempio, forse l’inizio degli spostamenti forzati. Negli anni dal 1946 al 1958, periodo noto come La Violencia, più di due milioni di persone furono espropriate delle loro terre, alle quali dovettero rinunciare a causa di un nuovo modello agroindustriale. In quel periodo, i principali autori dello spostamento forzato di massa furono gruppi legali e illegali, formati dai partiti conservatori e liberali di quel tempo.
Nonostante sia stato firmato un accordo di pace tra governo colombiano e FARC-EP a novembre del 2016, più di due anni fa quindi, la pace non c’è ancora e gli spostamenti forzati di popolazione continuano.
Un rapporto dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) ha informato che oltre 30.500 persone sono state costrette forzosamente ad abbandonare i propri territoritra gennaio e novembre 2018 a seguito di conflitti. Una delle cause di questo aumento degli spostamenti forzati di popolazioni è stato il vuoto di potere lasciato dopo che le FARC-EP hanno abbandonato i territori che controllavano , il che ha portato diversi gruppi diversi, per la maggior parte di estrema destra fuori della legge, a occupare queste aree. Secondo il Comitato Internazionale della Croce Rossa vi sono per lo meno 5 nuovi conflitti armati che hanno ultimamente colpito comunità in tutta la Colombia. Il Consiglio norvegese per i rifugiati (CNR) ha pubblicato ad agosto un rapporto che registrava 19.220 sfollati in Colombia durante la prima metà del 2018, un importo che rappresenta il 106% in più rispetto allo stesso periodo del 2017, anno in cui 9.075 colombiani sono stati buttati fuori dalle loro terre. Ciò ha riguardato innanzitutto il nord di Santander, la regione di Catatumbo, Antioquia nella regione di Bajo Cauca, Chocó e Nariño nella regione del Pacifico In queste region è avvenuto 95% dei spostamenti forzati.
Il Centro di Memoria Storica della Colombia ha lavorato per otto anni con storie, immagini e ricerche affinché il paese non dimentichi la tragedia del dolore e della guerra accumulati in 50 anni di conflitto armato. Con questo scopo, il suo direttore Gonzalo Sanchez, aveva stipulato un accordo per 140 milioni di pesos colombiani con Cine Colombia per la proiezione e diffusione del documentario “Non c’era tempo per la tristezza” in sette dei cinema nel paese, come si fa con i corti nazionali. Tuttavia, il presidente di Cine Colombia, Munir Falah, ha considerato che il documentario era molto forte e aveva scene troppo crude, dimenticando che questo era stato fatto sulla realtà del conflitto in Colombia.
Il Centro di Memoria Storica della Colombia ha prodotto nel 2015 un libro di 610 pagine, Una Nación Desplazada, che documenta la tragedia dei conflitti armati. Il link è il seguente:


http://www.centrodememoriahistorica.gov.co/descargas/informes2015/nacion-desplazada/una-nacion-desplazada.pdf

Questo è il documentario del Centro che Cine Colombia non ha voluto proiettare:

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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