Europee, la piattaforma elettronica di Pap ha scelto per l’alleanza con De Magistris ma il confronto politico non è finito. Il punto sul listone a sinistra Europee, Pap ha votato: sarà alleanza con il sindaco di Napoli Luigi De Magistris alle Europee. E’ il risultato della consultazione, che ha coinvolto poco più di duemila iscritti (nella prima consultazione hanno votato in 1600, per lo statuto furono più di 4mila alla fine di ottobre), organizzata tra il 24 e il 26 gennaio da Potere al Popolo sulla piattaforma poterealpopolo.net. Al quesito «Come deve andare alle elezioni europee Potere al Popolo?» il 53% dei votanti (il 47% contrario) ha aderito alla proposta: «In alleanza. Bisogna partecipare insieme ad altre forze che condividono i nostri contenuti, anche senza il simbolo di Potere al Popolo». Al quesito «Se si va in alleanza, con chi deve andare Potere al Popolo?» il 70% ha aderito alla proposta: «Bisogna partecipare alle elezioni con De Magistris e le altre forze politiche che accettano i nostri contenuti ma senza il nostro simbolo». Il 20% invece ha scelto l’alternativa: «Potere al Popolo deve partecipare alle elezioni insieme al Pci che concorda con i nostri contenuti ma con entrambi i simboli (bicicletta)». Dall’interno di Pap si sostiene che, anche se lo scarto tra le due proposte (che a lume di naso corrisponde alle due forze principali dentro l’organizzazione: ex Opg e Rete dei comunisti) è di pochi voti, non ci sarebbe spaccatura alla luce dei rischi di entrambe le scelte (essere oscurati in una alleanza larga o rischiare di non reggere la seconda opzione). «La consultazione ha visto la partecipazione di 2030 persone, numero in crescita rispetto alla precedente votazione. A breve renderemo note le tappe che Potere al Popolo! intraprenderà nei prossimi giorni per verificare le possibilità di alleanza e confronto con le forze che fanno parte della coalizione che si è aggregata intorno a Luigi De Magistris», si legge in una nota che, sui dati della consultazione, precisa: «Viste le caratteristiche della piattaforma, ogni aderente poteva votare su ognuno essi “approvo”, “disapprovo”, “mi astengo”. Per questo motivo il totale delle percentuali è diverso dal classico 100%. In realtà non è detta ancora l’ultima parola, Cremaschi infatti precisa dal sito di Contropiano: «Per la vecchia politica Potere al Popolo avrebbe già deciso di allearsi con la coalizione di De Magistris… Non è così. I soliti commenti della solita informazione superficiale abituata alle vecchie procedure della politica, danno già per scontata l’alleanza di Potere al Popolo alle elezioni europee con la coalizione avviata Luigi De Magistris. Non è così». In realtà la sua sortita potrebbe alludere alla “solita” tensione fra i due proprietari restanti del logo di Pap e a un dibattito che resta sottotraccia tra apocalittici e integrati. «La coalizione di De Magistris – si può leggere ancora – condividerà, accetterà questi nostri punti di fondo nel suo programma e nella sua collocazione? Allora l’alleanza sarà possibile, fermo restando che Potere al Popolo non si scioglierà e andrà avanti con le sue lotte, le sue iniziative e con la sua organizzazione e radicamento nel territorio. Se invece le risposte saranno giudicate insoddisfacenti, allora PaP deciderà di non proseguire nell’alleanza. Tutta questa verifica si dovrà concludere entro il 17 febbraio. il dialogo con De Magistris è già iniziato, sulla base dei quattro punti, la scorsa settimana. DeMa, da parte sua, ha detto che «i punti pubblicati nel documento di Potere al Popolo appaiono in linea con quanto stiamo anche noi proponendo per le Europee», spianando la strada a una soluzione che, in prima battuta, era risultata minoritaria nella consultazione degli iscritti. Ma, quelle parole lasciano in sospeso il posizionamento sull’Europa (di “superamento” dei trattati ormai ne parla anche la Meloni) e tra le questioni in sospeso c’è anche il pronunciamento anche a sostegno di Maduro. «Sulla base delle risposte a questi punti e del profilo complessivo che assumerà quest’alleanza, Potere al Popolo! deciderà la prosecuzione o meno di questo percorso», recita il comunicato finale. Entro la metà di febbraio dovrebbe concludersi, in un verso o in un altro, il confronto e, nel caso di mancato accordo, la parola tornerà alla mitica piattaforma elettronica. Sulle elezioni amministrative, no del coordinamento nazionale ad alleanze con centrosinistra e zone collegate, come Sinistra Italiana. «Il nostro obiettivo continua a essere quello di tradurre alle elezioni europee questa proposta in una lista unitaria in Italia che raccolga tutte le soggettività di sinistra e di movimento che si collocano sul piano della critica radicale dei trattati europei e dell’UE. Portiamo avanti questo orientamento nel Partito della Sinistra Europea, nel GUE/NGL e sul piano nazionale. E’ un obiettivo che è condiviso dalla stragrande maggioranza dei partiti comunisti in Europa con cui abbiamo promosso l’appello “per un’Europa delle lavoratrici, dei lavoratori e dei popoli”», scrive Maurizio Acerbo sul sito di Rifondazione, il partito di cui è segretario e che fin dal primo momento segue gli sforzi promossi dal sindaco di Napoli Luigi De Magistris per costruire un “fronte popolare ampio” «che si collochi in Italia e in Europa – puntualizza Acerbo – su una posizione di fermo contrasto del nazionalismo e del razzismo e al tempo stesso in netta rottura programmatica con le politiche neoliberiste e antipopolari. Ovviamente si tratta di una proposta politica alternativa rispetto al listone proposto da Calenda-Martina-Zingaretti che costituisce l’ennesima riproposizione delle politiche fin qui condotte dal PD e dal centrosinistra». Dibattito acceso anche dentro Diem25, la sigla di Varoufakis, ex ministro di Tsipras che ha sbattuto la porta dopo il referendum e successivo voltafaccia del premier greco sul memorandum: «l’ala elettorale italiana assumerà una struttura orizzontale e collegiale senza più un coordinatore o coordinatrice, motivo per cui la mozione di sfiducia nei confronti del coordinatore presentata da uno dei suoi componenti è stata ritirata – si legge su un documento interno – ogni rappresentante dell’Ala Elettorale ha concordato sui vincoli fondamentali in base ai quali procedere o meno nella costruzione dell’alleanza che si va costruendo insieme a DemA, Sinistra Italiana, Rifondazione Comunista, Possibile e Altra Europa: non è accettabile per noi la presenza di soggetti sovranisti (…) Occorre risolvere la questione del nome di coalizione (l’idea originaria era Demos, ndr) e del suo simbolo, soprattutto per quanto riguarda l’utilizzo del simbolo di Altra Europa, tenendo fermo che escludiamo possa essere utilizzato il nome Tsipras. Si apre così lo scenario di dover raccogliere le firme a partire dalla fine di febbraio».

Di Nardi

Davide Nardi nasce a Milano nel 1975. Vive Rimini e ha cominciato a fare militanza politica nel 1994 iscrivendosi al PDS per poi uscirne nel 2006 quando questo si è trasformato in PD. Per due anni ha militato in Sinistra Democratica, per aderire infine nel 2009 al PRC. Blogger di AFV dal 2014

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