
Lorenzo Vita
Era chiaro da subito che lo scontro fra Italia e Francia si sarebbe trasformato in qualcosa di molto serio. Emmanuel Macron non è un presidente che tende al dialogo. Ha una sua linea estremamente chiara, espressa da quando è salito al potere. E sull’Italia e lo scontro con il governo giallo-verde non transige. Gli attacchi nei confronti di Roma sono stati innumerevoli, dai migranti a Fincantieri, passando per il deficit e la Libia. Ed è proprio su quest’ultima che sembra concentrarsi l’Eliseo per colpire le strategie di Roma.
I caccia francesi, in questi giorni, hanno iniziato a colpire in Ciad. Di stanza nella base di N’Djamena, i Mirage dell’aviazione di Parigi hanno colpito incessantemente l’area fra i due Paesi africani. Una campagna militare silenziosa che, unita all’avanzata di Khalifa Haftar nell’area meridionale libica, dimostra che Parigi non è disposta a cedere sul fronte africano. Lo aveva fatto capire dalle prime mosse dell’Eliseo e Jean-Yves Le Drian prima della Conferenza di Palermo. E lo stra facendo capire ora, colpendo indiscriminatamente in Sahel e nel Fezzan.
Il coordinamento militare fra Parigi e Haftar preoccupa l’Italia. L’avanzata dell’uomo forte della Cirenaica nelle aree dove Eni detiene larga parte dei giacimenti petroliferi può essere un problema. Il motivo, come scritto su questa testata, è che l’Italia “in questi mesi prova a proseguire sulla via della ‘strategia inclusiva’ volta a portare la nostra diplomazia anche verso l’est della Libia. Ma con un paese oramai per i due terzi in mano al generale, ogni equilibrio rischia di svanire”.
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