La spesa militare “sta guidando gli Stati Uniti alla bancarotta”, scrive lo scrittore statunitense John Whitehead in un articolo sulla rivista CounterPunch, avvertendo che la sua nazione è stata “attaccata dal complesso industriale militare sostenuto dagli sfruttatori delle guerre degli Stati Uniti dai politici corrotti e governi stranieri.”
Lo scrittore chiede ai suoi lettori americani di “non lasciarsi ingannare dal pensare che i loro soldi delle tasse guadagnati con così tanto sforzo vengano usati per la sicurezza nazionale e urgenti bisogni militari”.
Al contrario, osserva che alla fine dell’anno fiscale, le agenzie governative, incluso il Dipartimento della Difesa, stanno spendendo “i restanti dollari delle tasse” per giustificare nuove richieste di denaro l’anno successivo.
In particolare, secondo una recente indagine, tra gli articoli acquistati durante l’ultimo mese dell’anno fiscale figura una poltrona per 9.241dollari; una porcellana cinese per 53,004; alcool per 308.994; mazze da golf per 673.471; materiale musicale per un totale di 1,7 milioni; o coda di aragosta e granchio per 4,6 milioni, tra le altre cose rimosse dai militari, che in totale rappresentavano “una spesa inutile” di 97 miliardi di dollari, afferma Whitehead.
“Chiunque suggerisca che l’esercito ha bisogno di denaro è un criminale o non ha idea o è corrotto, perché l’esercito non soffre di mancanza di fondi, ma di una supervisione adeguata”, secondo Whitehead.
“È successo a Roma, e sta succedendo di nuovo”
Secondo Whitehead, gli USA stanno spendendo “molto più di quello che guadagnano”, e sta chiedendo molti prestiti ai governi stranieri e alla sicurezza sociale per mantenere il governo operativo e continuare a “finanziare le sue guerre senza fine all’estero”, mentre il sistema educativo della nazione è “patetico” “, le infrastrutture sono “obsolete” e il sistema sanitario è” troppo costoso e inaccessibile per chi ne ha più bisogno.”
“Se questa è una formula per rendere gli Stati Uniti di nuovo grandi, non funziona”, lamenta lo scrittore, che accusa il governo di “spendere i soldi che non ha su un impero militare che non può pagare”.
Comunque sia, l’analista avverte che, nel tempo, “inevitabilmente, gli imperi militari cadono perché troppo estesi e spendono fino a morire”. “È successo a Roma, sta succedendo di nuovo”, sottolinea lo scrittore, per concludere che “l’impero statunitense sta già collassando”.
