Alessandro Metz, presidente di Mare Jonio: Il sequestro della nave e la persecuzione da parte di Salvini non fermeranno il salvataggio degli migranti. Intervista a cura di Argiris Panagopoulos* “Salvini non può fermare il salvataggio di persone in pericolo in mare, nonostante le intimidazioni, le minacce e le persecuzioni nei confronti della nave Mare Jonio e RescueMed. Continueremo, nonostante il sequestro di Mare Ionio, perché abbiamo la solidarietà dell’ Italia che alza la testa davanti al razzismo, alla xenofobia e al fascismo” ha detto ad “Avgi” l’attivista Alessandro Metz, uno dei tre proprietari della Mare Jonio, che appartiene alla ONG RescueMed e che per Salvini rappresenta i… centri sociali di sinistra. Avete salvato 49 persone per farvi mettere… sotto accusa? Quando la barca della nostra ONG Mare Jonio ha raggiunto le acque territoriali italiane ha avuto una intimidazione da una barca della Guardia di Finanza, che ha chiesto di spegnere i motori e fermare l’imbarcazione con 49 immigrati a bordo. È stato qualcosa di inaudito chiedere di fermare i motori con il vento a forza 7 e le onde di due metri e mezzo, che avrebbero messo a rischio la vita dei naufraghi, dell’equipaggio e la nave stessa. Il Mare Jonio ha risposto che non c’erano le condizioni di sicurezza per fare questo e che la maggior parte degli immigrati erano in cattive condizioni di salute dopo il loro salvataggio avvenuto poche ore prima e che era necessario che la nostra barca si avvicinasse alla costa. L’Autorità Portuale di Lampedusa ci ha permesso di ancorare a circa trecento metri dalla costa. La Guardia di Finanza è salita a bordo della nostra nave e ha fatto controlli scrupolosi per diverse ore, lasciandoci un documento che diceva che non aveva trovato nulla che potesse violare la legge. Contemporaneamente, Salvini scatenava una serie di attacchi sempre più pesanti contro la Mare Jonio e l’ONG Mediterranea e contro tutti quelli che erano in quel momento sulla nostra imbarcazione. Salvini ha chiesto di arrestarvi tutti Sì, i suoi attacchi hanno raggiunto una punta di delirio, chiedendo l’arresto di tutti e il sequestro della nostra nave. In pratica, il ministro dell’Interno ha dato istruzioni dettagliate su cosa dovesse fare l’autorità giudiziaria. Queste minacce hanno portato a un forte confronto politico. Il Movimento Cinque Stelle, il partner governativo di Salvini, ha dato sostegno alla sua politica contro la nave Mare Jonio e gli immigrati. Salvini e Di Maio si sono identificati completamente, mentre contemporaneamente, il primo ministro Conte, rispondendo alle interrogazioni dei parlamentari alla Camera, ha sostenuto che si sarebbe dovuto chiudere rapidamente il caso e che andavano prese tutte le misure necessarie contro la Mare Jonio. La cosa peggiore è che il ministro degli Interni ha detto alla giustizia cosa dovrebbe fare, chiedendo arresti e sequestri, cosa che non rientra nelle sue competenze. Queste posizioni di Salvini sono di un peso enorme vista la separazione dei nostri poteri e la nostra democrazia. Dopo il controllo della Guardia di Finanza, che è sotto la giurisdizione di Salvini, hanno montato l’indagine della magistratura nei confronti della decisione della Mare Jonio, sostenendo che non ha obbedito all’ordine di fermare le macchine con il vento a forza 7 e le onde alte due metri e mezzo. Noi vogliamo sapere chi ha dato questo ordine di rischiare la vita di così tante persone. La vostra nave ha bandiera italiana, a differenza di quelle delle altre ONG che avevano bandiera spagnola, tedesca o olandese. Come era possibile vietare il tuo attracco in un porto italiano? Questa è stata la più grande contraddizione che Salvini si è trovata davanti, perché non sapeva come poter vietare ad una nave italiana, con bandiera italiana e con equipaggio italiano di far sbarcare le persone soccorse in un mare fortemente agitato. Così ha scelto il conflitto ai massimi livelli e la minaccia chiedendo il nostro arresto e il sequestro della imbarcazione, sapendo che non poteva impedire lo sbarco delle persone salvate dal momento che la nave è italiana. Ha deciso di passare immediatamente al livello della repressione. Pertanto, le autorità giudiziarie di Agrigento hanno immediatamente avviato un’indagine, inizialmente contro ignoti. Più tardi ci hanno notificato il sequestro della nave da parte della Guardia di Finanza, che dà al procuratore 48 ore per decidere se convalidare il sequestro della Guardia di Finanza o meno, comunicando anche al comandante della Mare Jonio che era indagato per favoreggiamento dell’immigrazione illegale, e comunicando anche a noi proprietari della nave il sequestro della stessa. In parole semplici, le accuse di Salvini vi equiparano a complici dei trafficanti e di mercanti di schiavi in Libia. Il Comune e il popolo di Lampedusa hanno però accolto al porto gli immigrati e la Mare Jonio con gli applausi … Lampedusa ha ancora una volta dimostrato la sua umanità, perché è un’isola di accoglienza per le persone salvate nel mare. I profughi e gli immigrati hanno gridato “Libertà”, “Libertà” e la gente li ha applauditi. Il sindaco anche se è di centrodestra conserva i valori dell’accoglienza, come l’ex sindaco di centrosinistra Giusi Nicolini. A Lampedusa su questo non ci sono differenze tra le forze politiche, perché vivono in mezzo al Mediterraneo e sanno cosa vuol dire salvare vite sapendo anche che queste vite hanno bisogno di accoglienza e assistenza. Loro sanno che quando il mare si agita diventa un nemico duro e sanno che il salvataggio delle persone viene sempre prima di tutto ed è sopra a tutte le altre cose. Questa è la gente di Lampedusa, che sa che queste persone sono state salvati due volte, dall’annegamento in mare e dai campi di concentramento in Libia, visto che molte persone salvate portavano evidenti segni delle torture subite. Siamo orgogliosi perché abbiamo salvato 49 persone, di cui 12 minorenni. Abbiamo dalla nostra parte la legge internazionale e la legge eterna del mare, che impone di salvare le persone.

Di Nardi

Davide Nardi nasce a Milano nel 1975. Vive Rimini e ha cominciato a fare militanza politica nel 1994 iscrivendosi al PDS per poi uscirne nel 2006 quando questo si è trasformato in PD. Per due anni ha militato in Sinistra Democratica, per aderire infine nel 2009 al PRC. Blogger di AFV dal 2014

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