Sfruttati contro altri sfruttati. Poveri contro poveri. Con estrema crudeltà, invocando la morte per inedia dei rom e dei sinti. Fomentati dai neofascisti, calpestano il pane destinato agli “zingari”. “Devono morire di fame”, urlano gli italiani. Diventa una questione razziale mentre si tratta solo di umanità. Le periferie degradate della Capitale e di altre grandi città sono dimenticate e lasciate al proliferare di una malavita causata dalla povertà e dalla disperazione: la criminalità organizzata italiana e uno straordinario ufficio di collocamento per tutti coloro che sono senza un futuro distinguibile, minimamente chiaro. Le misure economiche del governo non serviranno ad attenuare questi ventri molli di crisi sociale profonda. La sinistra viene percepita come “amica” del “nemico”, di chi ruba il lavoro agli italiani, di “ragazzotti sempre bene in forma” che sbarcano sulle coste della penisola e che “invadono” il Paese e, quando prova ad affermare che la questione economica, quindi del lavoro, è al centro di tutto, la macchina della propaganda sovranista e neofascista sforna precipizi mentali che fanno scendere il livello della discussione sul necessario ricorso al rasoterra banale di un niente analitico: nessun approfondimento è possibile, solo semplificazionismi e riduzioni ad uno scarno e ossificato dibattito tutto imperniato oggi sugli sbarchi e domani, per l’appunto, come accade sui rom, sui sinti, sui camminanti. Dunque la sinistra, che è portatrice di stimoli egualitari, di progressismo e di unità di classe, non riesce a dimostrare oggi che le cause dell’odio razziale istillato dai sovranisti sono tali proprio perché dentro al vuoto lasciato dalla sconfitta del movimento dei lavoratori e da quello comunista negli anni ’80 e ’90, non è subentrata una visione nuova delle dinamiche sociali fondate su una chiara differenza tra sfruttati e sfruttatori, ma, a partire dall’onda berlusconiana in avanti, ha prevalso l’individualismo e la teoria americana del “self made man”. Quindi un “si salvi chi può” durante la crescente crisi delle bolle speculative e i riversamenti che ha avuto con le ricadute nel Vecchio Continente protetto non da politiche sociali a livello europeo ma da banche, speculatori e affaristi che ogni tanto non vedono di cattivo occhio stabilirsi una “pace sociale” nella riformulazione della guerra tra i poveri in salsa modernista. La grande assente, dunque, è la coscienza di classe della classe stessa e poi, si sa, storicamente gli “zingari” rubano, stuprano e sono delinquenti a priori, geneticamente parlando. Tranquilliziamo i proletari moderni che non sanno di esserlo: si può sempre ricorrere alla “soluzione finale”. Apriamo dei campi dove internarli, con dei forni crematori e li facciamo passare ancora una volta per il camino dopo averli gassati con il Zyklon B. In venti minuti se ne possono uccidere molte decine. Una volta sterminati gli “zingari”, se vi danno fastidio, magari perché possono molestarvi o minacciare la sacra riproduzione della specie italica rappresentando una famiglia “non naturale”, possiamo sciogliere tutte le unioni civili, dire che “le famiglie omosessuali non esistono” e mandare alla “soluzione finale” anche gay come me, lesbiche, trans con cui andate alla sera dopo aver cenato con vostra moglie e i figli a casa poco prima… Se, poi, ancora non trovate pace, possiamo anche prendercela con chi ostacola la imponente avanzata dei sovranisti, ossia dei neofascisti moderni: comunisti, ambientalisti, anarchici, femministe, tutte le “zecche” dei pericolosissimi centri sociali possiamo trattarli con il gas e farne cenere. Infine, siccome una civiltà occidentale di romana discendenza prevede anche il fondarsi su una religione pura, gli ultimi ma non ultimi della scala neonazista degli “sgraditi” possono ancora oggi essere i “Testimoni di Geova”: sono fastidiosi, cercano di convincerci che rinasceremo tutti su questa terra un giorno. Sono strani, diversi anche loro, come gli apolidi e come gli ebrei. Il cattivismo e il crudelismo di chi calpesta il pane almeno dimostra una cosa: non sono “compagni”perché essere “compagni”, etimologicamente parlando vuol dire “condividere il pane”. Non calpestarlo. Le immagini di questi italiani poveri fomentati dai neofascisti ad odiare altri poveri è disarmante e richiama alla mente la crisi delle democrazie europee dopo il tracollo di Wall Street nel 1929 che apri definitivamente le porte in Germania a quel rilancio dei “volkish” che trovarono un collante e una guida nella retorica vuota di un uomo che non faceva altro che mentire nei comizi che iniziava a tenere fuori dalla base bavarese in cui era nato e cresciuto il NSDAP, il partito nazista. Non è necessario che la storia si ripeta in quelle forme esteriori: sarebbe impossibile. Ma le similitudini si percepiscono e si può lentamente giungere ad abituarsi a limitazioni sempre maggiori di libertà in nome di una “sicurezza sociale” che, dice la narrazione sovranista e fascista, è causata dai migranti, dai rom, dai sinti. Perché per mantenere costante la percezione (quindi la dovuta esagerazione) del pericolo che minaccia economia, valori, tradizioni e cultura del Paese, serve costruire sempre un nemico, inventarlo, magari recuperarlo dal passato: accadde così in Germania laddove, a differenza del fascismo italiano, al mito della grandezza tedesca ereditata da Federico di Prussia, passando per il principe Otto Bismarck e il kaiser Guglielmo I, veniva parallelizzato e associato il teorema dell’ebreo causa principe della rovina del Reich. In alcuni comizi, a seconda delle circostanze, Hitler marcava maggiormente ora l’antisemitismo se parlava ad esempio in Baveria e Sassonia o in Turingia e Schleswig-Holstein, ora invece passava all’antimarxismo e alla condanna del bolscevismo se si rivolgeva ai potenti signori minerari e agli industriali della regione della Ruhr. La crisi economica dovuta alla restituzione del debito di guerra e, successivamente, dopo il putch di Monaco, alla grande depressione che da oltreoceano arrivava in Europa, fecero da fertilizzante eccellente per un movimento considerato inefficace nel procurarsi quel tanto di consensi da sbarcare persino nel parlamento federale. Anche in questo caso, le similitudini con l’oggi sono impressionanti: la crisi agricola del 1926-1928 diede a Strasser, Himmler e Hitler l’intuizione che fece volgere la propaganda dell’NSDAP dai riottosi ceti proletari industriali, sindacalizzati e in parte aderenti al Partito Comunista di Germania (DKP) di Thälmann. Una serie di circostanze favorevoli (crisi economica, impoverimento crescente, debiti verso paesi esteri, inflazione, disoccupazione alle stelle, ecc.) e congiunturali di cui possono approfittare forze di destra estrema, possono riportare in auge corrispondenze antisociali e antidemocratiche che rinverdiscono un triste e oscuro ancora troppo recente passato. Su queste fondamenta si sviluppa la battaglia sovranista contro le differenze: di genere e di sesso, di sentimenti e di cultura, provando ad imporre la morale cattolica sulla famiglia, affermando che questa, quella “naturale” (spacciata per “tradizionale”) è l’unica possibile perché l’unico fine della famiglia è la procreazione. Il che modifica anche tutta una moderna concezione della sessualità che abdica alla libertà del piacere per abbracciare il solo dovere coniugale. I sovranisti non inventano per ora nulla di nuovo… ma potrebbero ancora stupirci. L’attenzione e la coscienza sociale e critica devono alzarsi a livelli di allarme e tutte le forze progressiste, i sindacati e le associazioni culturali devono fare fronte contro questo regime della cattiveria, dell’odio e della crudeltà che inganna gli sfruttati e sposta il problema del lavoro (e dei morti sul lavoro) da questione di classe a questione razziale. L’allarme deve essere massimo. Solidarietà e vicinanza all’Associazione Nazione Rom, a tutti gli emarginati e discriminati…

https://www.lasinistraquotidiana.it/ce-sempre-la-soluzione-finale/

Di Nardi

Davide Nardi nasce a Milano nel 1975. Vive Rimini e ha cominciato a fare militanza politica nel 1994 iscrivendosi al PDS per poi uscirne nel 2006 quando questo si è trasformato in PD. Per due anni ha militato in Sinistra Democratica, per aderire infine nel 2009 al PRC. Blogger di AFV dal 2014

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy