Emmanuel Macron, head of the political movement En Marche !, or Onwards !, and candidate for the 2017 presidential election, delivers a speech during a campaign rally in Lyon, France, February 4, 2017. REUTERS/Robert Pratta - RTX2ZM7Q

“Chars Leclerc, Mirage 2000-9, radar Cobra, blindati Aravis, elicotteri Cougar e Dauphin, cannoni Cesar…”:  secondo il rapporto di un’indagine congiunta della ONG ‘Disclose’ un equipe di indagine di Radio Francia, la coalizione armata guidata dall’Arabia Saudita avrebbe usato armi francesi per attaccare lo Yemen, “anche su aree civili”.

Queste rivelazioni contraddicono quindi la versione della Francia per giustificare alcuni dei suoi controversi contratti di armi. Parigi ha sempre spiegato che le armi vendute ai suoi partner erano usate in posizioni difensive, principalmente nel contesto della lotta al terrorismo.

Pubblicato il oggi sul sito di ‘Disclose‘, queste rivelazioni si basano in particolare sul documento trapelato relativo alla classificazione “difesa confidenziale”, scritto il 25 set 2018 da agenti della Direzione dei servizi segreti militari, secondo la ONG. Comprende la “lista dettagliata delle armi francesi coinvolte nella guerra in Yemen”.

Su questa base, l’inchiesta rivela, ad esempio, una mappa della regione che mostra dove sono state utilizzate le armi vendute dalla Francia all’Arabia Saudita e agli Emirati Arabi Uniti. “Popolazione interessata da possibili attacchi di artiglieria: 436.370 persone”, si legge nel rapporto confidenziale dell’ONG sul bombardamento della coalizione.

“Questi documenti sono stati presentati ad un incontro all’Eliseo, il 3 ottobre 2018, alla presenza di Emmanuel Macron”, secondo l’ONG Disclose in un tweet per presentre la sua indagine

Disclose.ngo@Disclose_ngo · 11h

Des documents “confidentiel défense” destinés à #EmmanuelMacron contiennent des informations d’intérêt public sur l’utilisation des armes FR contre les civils au Yémen.Disclose décide de les publier en intégralité. #Yemenpapers #Madeinfrance

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Disclose.ngo@Disclose_ngo

Ces documents ont été présentés lors d’une réunion à l’Elysée, le 3 octobre 2018, en présence d’#EmmanuelMacron. Le gouvernement a pourtant continué à déclarer “ne pas avoir connaissance que des armes [françaises] soient utilisées” au #Yemen. #Yemenpapers #madeinfrance pic.twitter.com/CWjm6UejMe10710:02 – 15 apr 2019Informazioni e privacy per gli annunci di Twitter

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Tra le altre rivelazioni, l’inchiesta sostiene anche che “carri armati Leclerc partecipano all’offensiva”, contraddicendo il ministro francese della Difesa, Florence Parly, che ha sostenuto, il 20 gennaio 2019 di non essere a conoscenza “che le armi [Francesi] fossero usate “direttamente in questo conflitto”. Da parte sua, il rapporto dell’indagine specifica per esempio: “Nel novembre 2018, i carri armati francesi sono al centro della battaglia di Al Hodeïda”.

Inoltre, mentre gli attacchi più mortali del conflitto sono state effettuate per via aerea, l’indagine, ha svelato che “i combattenti sauditi sono dotati di una meraviglia tecnologica disegnata da ingegneri francesi: le Pod Damocles “, un dispositivo impiantatosotto gli aerei da combattimento, che consente al pilota di sganciare qualsiasi tipo di missile.

“La Francia non è tra i principali fornitori di armi dei paesi impegnati nello Yemen”.


Alla domanda circa le rivelazioni dell’inchiesta, il primo ministro ha voluto dare “qualche risposta”, mettendo le mani avanti parlando di “partenariati strategici interessi di sicurezza comune” tra Francia, Arabia Arabia e gli Emirati Arabi Uniti.

Al di là delle spiegazioni geopolitiche per queste collaborazioni, la lettera del governo sottolinea le osservazioni già fatte dal Ministro competente, dicendo che “le armi francesi che dispongono i membri della coalizione sono usate principalmente sulla difensiva, a al di fuori del territorio yemenita, ma non in prima linea.” Precisando che “la Francia non è tra i primi fornitori di armi dei paesi impegnati nello Yemen”.

Da l’antidiplomatico

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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