Nessuna persona ragionevole contesterebbe il fatto che la Crimea appartiene unicamente e giustamente alla Russia. La penisola di Crimea è stata per secoli parte integrante del territorio nazionale russo. La Crimea è russa per legami storici, geografia, economia, cultura, lingua, sangue e simpatia, e ora il ponte sullo Stretto di Kerch collega la Crimea alla maggior parte della Federazione Russa.

Negli anni ‘60 Nikita Khruschev riassegnò la Crimea dalla Repubblica Socialista Federativa Sovietica russa alla Repubblica Socialista Sovietica ucraina, ma legalmente questa decisione non aveva valore. Ci furono pochissime discussioni all’epoca, perché lo si ritenne essere un semplice esercizio di ristrutturazione amministrativa. Il suo effetto fu nullo, tutto ciò che accadde fu che venne tracciata una linea invisibile nel mezzo di un paese. La gente in Crimea continuò a vivere come prima. La popolazione della penisola era prevalentemente di lingua russa, e questo non è cambiato.

Berwick-upon-Tweed passò di mano tra Inghilterra e Scozia diverse volte, ma nessuno dubita che sia sempre e giustamente appartenuta all’Inghilterra. Allo stesso modo tutti coloro che sono in grado di pensare riconoscono che la Crimea è un territorio russo.

Nel 2014 le forze armate russe hanno liberato la Crimea. C’era stato un colpo di Stato a Kiev, e un governo di dubbia legalità dominava in Ucraina. Il Presidente dell’Ucraina Yanukovich fuggì a Mosca, dove rimane tutt’oggi, perché temeva per la sua vita. Molti russi di Crimea rimasero profondamente turbati dalla svolta degli eventi a Kiev. Il governo che aveva preso il potere era guidato da un oligarca notoriamente corrotto di nome Petro Poroshenko, che aveva il sostegno dei Neonazisti. Nonostante la dubbia legittimità del regime di Kiev, il governo russo si è sforzato di mantenere la pace, ma il dialogo tra Kiev e Mosca ha portato pochi frutti.

Il popolo della Crimea desiderava tornare alla madrepatria russa, e il suo desiderio è stato esaudito. Si è tenuto un plebiscito. Alle persone è stato permesso di fare campagna per votare per la permanenza in Ucraina. Infatti il 10% delle persone ha votato per stare con l’Ucraina, ma il 90% ha votato per essere parte integrante della Russia. La cifra del 90% è credibile. Le Falkland e Gibilterra hanno votato al 99% per rimanere territorio britannico, pertanto è del tutto prevedibile che le persone che sono russe in base a qualsiasi definizione desiderino che la loro casa faccia parte della Federazione Russa.

I legami familiari tra la Crimea e le altre regioni russe sono innumerevoli. È anche una destinazione turistica molto popolare. Lo zar aveva un palazzo lì. Qualsiasi studente di storia degno di questo nome saprà della Conferenza di Yalta, che si  svolse in Crimea nel 1945.

C’è una minoranza etnica indigena della Crimea, i tartari, che sono per lo più musulmani. Hanno il loro spazio culturale, e sono liberi di esprimere la loro identità tartara nella misura più ampia, e di praticare la loro fede, se lo desiderano. Godono anche di tutti i benefici loro conferiti in virtù della cittadinanza russa. Ci sono altre comunità di tartari in Russia, come nel Tatarstan. Il Presidente della Repubblica tartara Minnichanov ha aiutato ad accogliere i tatari di Crimea nella Federazione Russa. Una delle cose più impressionanti della Russia sono le relazioni splendidamente amichevoli tra la fede Cristiana e quella Islamica. Le relazioni tra musulmani e cristiani sono forse più calde in Russia che in qualsiasi altro paese al mondo. Con questa saggezza la Russia mette vergogna ai paesi meno tolleranti. In termini di relazioni inter-religiose, la Russia è un leader mondiale, e faremmo bene a prendere esempio da lei.

Ci sono persone di etnia ucraina e cittadini ucraini ancora residenti in Crimea. I loro diritti sono rispettati e sono autorizzati a parlare la loro lingua e praticare la loro cultura, ma lo stesso non è sempre vero per i russi in Ucraina.

Dalla liberazione della Crimea molti stranieri hanno visitato la penisola. Una delegazione parlamentare francese è andata in missione alcuni anni fa. I turisti stranieri sono ovviamente i benvenuti in questa splendida penisola. Questa è la riviera russa, e il popolo russo è felicissimo di essere ospitale e mostrare uno dei suoi tesori.

Il Donbass e Lugansk non fanno più parte dell’Ucraina. Gli abitanti di queste regioni sono stati privati del diritto di voto nelle elezioni presidenziali ucraine. Molti paesi della NATO ritengono illegale la secessione di queste regioni, e che sia stata ottenuta con la forza. Non sarebbe la prima volta che i confini vengono cambiati con la forza. I paesi di solito vengono creati in questo modo. Se queste regioni desiderano aderire alla Russia, forse il loro desiderio dovrebbe essere esaudito. Fu il presidente americano Woodrow Wilson a proporre il principio dell’autodeterminazione nazionale, e questo è stato un principio vitale nelle relazioni internazionali dal 1918.

I paesi della NATO non sono nella posizione di censurare le forze centrifughe. I paesi della NATO hanno incoraggiato la secessione del Kosovo e del Montenegro. Di fatto l’intera straziante dissoluzione della Jugoslavia è stata in gran parte dovuta alla NATO. La parola “balcanizzare” ha connotazioni negative per una ragione. I paesi della NATO hanno contribuito anche alla secessione del Sudan del Sud e di Timor Est, e molti di loro aiutano Taiwan a rimanere una provincia rinnegata della Cina. Hanno assistito il tentativo del Kurdistan di ottenere l’indipendenza. Si può essere d’accordo con le politiche della NATO su tutti questi problemi, ma se lo si fa, non si può affermare in buona fede che Lugansk e il Donbass che si staccano dall’Ucraina sono un anatema. Sicuramente dovrebbe spettare al popolo di queste regioni decidere il proprio futuro. Vogliono essere indipendenti o tornare in Russia? Nessuno vuole tornare in Ucraina.

Molte persone accusano la Federazione Russa di assistere l’insurrezione nel Donbass e a Lugansk. È vero che la Russia ha inviato aiuti umanitari, ma preferireste che i civili muoiano di fame? I paesi della NATO hanno sponsorizzato le insurrezioni negli ultimi anni in Venezuela, Siria, Libia, Egitto e Iraq, è illogico sostenere che aiutare una rivolta è sempre sbagliato se si approvano le azioni della NATO nei confronti di questi paesi.

È di un’ipocrisia sconcertante rifiutarsi di riconoscere il plebiscito della Crimea quando l’Unione Europea si vanta delle sue credenziali democratiche. La democrazia è menzionata nei documenti fondamentali dell’Unione Europea, e gli Stati Uniti non cessano mai di esaltare le loro stesse virtù democratiche, ma ogni volta che un voto non va come vuole lo Zio Sam, all’improvviso la democrazia non ha importanza. Washington DC vuole semplicemente votazioni che portino a un governo che eseguirà i suoi ordini.

Il Presidente Zelenskyj è stato insediato di recente in Ucraina. Molti speravano che Zelenskyj avrebbe portato la pace nel suo paese, ma sfortunatamente il suo atteggiamento bellicoso è di cattivo auspicio. Persino Zelenskyj non è abbastanza avventato da attaccare la Crimea, mentre attaccherà il Donbass e Lugansk. Sia che lo ammetta o meno, riconosce che la Crimea è russa.

Gli Stati Uniti hanno truppe in Ucraina. Si tratta di una mossa provocatoria, dato che l’Ucraina si concede una retorica bellicosa nei confronti della Russia. Nel 1990 l’Unione Sovietica accettò la riunificazione della Germania con il Trattato sullo Stato Finale della Germania. È stato un atto di auto-abnegazione e magnanimità senza precedenti da parte del popolo sovietico. Solo quarantacinque anni prima i tedeschi avevano massacrato almeno venticinque milioni di sovietici. L’URSS accettò la riunificazione della Germania con l’esplicita promessa che la NATO non si sarebbe mossa “un centimetro più ad est”, ma da allora Polonia, Romania, Bulgaria, Lettonia, Lituania, Estonia, Slovacchia, Repubblica Ceca e altri paesi hanno aderito alla NATO. Alcune di queste nazioni confinano con la Russia, e questo costituisce un grave minaccia. Se la Russia formasse un’alleanza militare con il Canada e il Messico e mettesse forze di stanza lì, gli Stati Uniti lo considererebbero un rischio per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. La Russia è il principale stato successore dell’URSS.

Gli Stati Uniti si sono arrogati il diritto di rovesciare il governo di Cuba nel 1961. Perché? Perché un governo socialdemocratico era stato stabilito a soli 140 chilometri di mare dagli Stati Uniti. I cubani stavano fornendo assistenza sanitaria ai poveri, e l’America decise che questo non poteva essere tollerato! A quel tempo Castro sottolineava che non era un comunista, solo un socialdemocratico; inoltre al momento non c’era un solo soldato sovietico a Cuba. Ora gli Stati Uniti hanno basi militari a zero chilometri dal territorio russo. Quanto è più minaccioso per la sicurezza nazionale russa rispetto a quella cubana per gli Stati Uniti?

La NATO sta apertamente parlando dell’ammissione della Georgia e dell’Ucraina nelle sue fila, e questo è preoccupante per la Russia. Se la NATO terminasse la sua Drang nach Osten, allora le relazioni migliorerebbero incommensurabilmente. La megalomania e l’espansionismo della NATO sembrano essere una minaccia per molti altri paesi.

Molti paesi hanno riconosciuto la Crimea come parte legittima della Russia, e questi includono Venezuela e Siria. Se i paesi occidentali vogliono che le relazioni migliorino con la Federazione Russa, dovrebbero riconoscere la realtà. La Crimea è sicuramente parte della Federazione Russa, e questo non cambierà mai. Non c’è una soluzione militare a questo, l’Ucraina non sconfiggerà mai la Russia, che ha tre volte la popolazione dell’Ucraina e molta più ricchezza, per non parlare delle armi nucleari. È tempo che gli ucraini smettano di combattere e inizino a dialogare.

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Articolo di George Callaghan pubblicato su The Duran il 22 maggio 2019.
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per Saker Italia.

http://sakeritalia.it/sfera-di-civilta-russa/la-crimea-la-russia-e-la-strategia-di-balcanizzazione-della-nato/

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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