Incidenza politica e rapporti di forza Vorrei che mi si credesse quando scrivo che vivo con profonda sofferenza tutto questo e che speravo, forse ingenuamente, che le tentazioni governiste fossero state superate e che anche in presenza di un eventuale governo PD – M5S, una parte di LeU, quindi Sinistra italiana, non accettasse di sostenerlo o comunque non accettasse di lanciare messaggi di simpatia per provare ad usare una “incidenza politica” che non ha nessuna speranza di concretizzarsi in riforme vere e proprie. Forse non sono ben chiari i “rapporti di forza”. Ma davvero Sinistra italiana pensa di portare in seno ad un governo PD-M5S-LeU la questione dirimente dell’ecologia con il PD a favore del TAV, della giustizia sociale con Cinquestelle e PD proni nei confronti del liberismo e della tutela della democrazia con mezzo probabile governo che fino a pochi giorni fa ha votato ogni proposta disumana fatta dalla Lega? A me sembra che una sinistra di questa fatta non solo abbia perso la bussola ma non l’abbia mai avuta. O forse la voglia di uscire dalle problematiche della ricostruzione di una vera sinistra di alternativa è tanta da abbracciare nuovamente la più facile via del governismo ad ogni costo. Il documento della Direzione nazionale di Sinistra italiana, in tutti i sensi, è “stupefacente”… Leggiamo alcuni stralci: “PD e M5S hanno iniziato ad incontrarsi con un’agenda che sembra chiudere tanto con il renzismo, quanto con Salvini. Ora è il momento che la discussione si allarghi anche alla sinistra. Noi riteniamo infatti di avere le idee e le persone giuste per rappresentare il cambiamento necessario e vogliamo metterle in campo già nelle prossime ore. Si tratta di partire da alcune questioni fondamentali: –La Democrazia Italiana è attraversata da tempo da una profonda crisi, che anticipa la deriva degli ultimi mesi e rischia di sfociare nel richiamo dell’uomo forte che reclama “tutti i poteri” nelle proprie mani. […] Occorre quindi mettere subito in campo una riforma del sistema elettorale a partire da una legge Proporzionale pura, che ristabilisca un pieno pluralismo della rappresentanza e riporti al centro del dibattito i contenuti del confronto politico. –La crisi ambientale e climatica rappresenta ormai una vera e propria emergenza . Occorre accelerare la transizione ecologica e investire sull’economia circolare, su un grande piano verde di risanamento ambientale e di mobilità’ sostenibile, a partire da un massiccio investimento nel trasporto pubblico e nel ricambio del parco mezzi italiano, nonché nella movimentazione su ferro delle merci. -Di fronte alla Lega che si presenta nel segno della Flat Tax serve una manovra imperniata sulla progressività e sulla redistribuzione, orientata al lavoro, all’innalzamento di salari e pensioni e all’estensione dei diritti. Deve invece finire l’era della precarietà: torniamo alla normalità del contratto a tempo indeterminato con piene tutele, combinato esclusivamente con poche e motivate occasione di contratto a termine. Su questi e su altri temi pensiamo sia possibile cominciare a definire una proposta per il Paese a partire dalla ricerca di una interlocuzione con il PD e il M5S, ma soprattutto con tutte le persone che pensano sia necessario e urgente dare una alternativa al Paese.”. Proposte socialdemocratiche nel campo liberista e populista Una agenda, sinteticamente espressa, di tutto rispetto, degna di un governo quanto meno socialdemocratico. Comprendo l’intenzione anche benevola delle compagne e dei compagni di Sinistra italiana: aprire varchi di confronti, magari anche contraddizioni in seno ad un governo PD – M5S con proposte fortemente progressiste. Ma davvero, torno a ripeterlo, si ritiene che questi varchi possano essere aperti con chi ormai vanta un lungo corso di teorizzazione e applicazione pratica delle peggiori politiche anti-lavorative e anti-operaie? Si può pensare di aprire un varco sul “contratto nazionale di lavoro” con chi ha fatto il jobs act? Difendere la “democrazia italiana” con chi, solamente tre anni fa scarsi, voleva stravolgere l’impianto parlamentare della Repubblica e farne una dipendenza alle volontà del governo? Se non vi è ingenuità dietro questo programma di legislatura proposto da Sinistra italiana, che mi sento di condividere appieno, allora vi è una sottovalutazione ampia circa i referenti di quello che pare un appello alla compartecipazione per la realizzazione di detti punti. Non credo che tutto ad un tratto il PD sia disposto a mettere da parte la stagione del precariato (quindi della tutela del liberismo applicato al lavoro moderno) per far largo ad una nuova stagione di impianto di uno stato-sociale coerente con i bisogni delle lavoratrici e dei lavoratori. La sinistra di alternativa ha bisogno di alibi per tornare a dialogare e pontificare con il PD, cercando di uscire dal “minoritarismo” in cui si era “cacciata” con Rifondazione Comunista? Se siamo a questo punto, siamo ad un punto davvero morto. Serve una collocazione all’opposizione: civile e sociale nei confronti di governi come quello uscente; sociale nei confronti di quello che sta per nascere. Non è possibile dare un sostegno ad un governo liberista… Davvero non ci si rende conto, nella base di un partito, che un sostegno al probabile nuovo esecutivo serve solo ad ingraziarsi il PD zingarettiano in vista del voto politico? Vogliamo anche noi comunisti agire in tal senso? Se questa dovesse essere la linea di Rifondazione Comunista, sarebbe complicato conciliare quella che era la voglia di ricostruzione della sinistra di alternativa e il nuovo corso che addirittura va oltre il concetto geopolitico di “centrosinistra” allargandosi a terreni populisti. Praterie per i sovranisti Mi è stato detto che, esponendo critiche di questo genere, non faccio altro che esprimere una linea di “autoesclusione“. Ma l’autoesclusione è quanto di più lontano possa esservi dalla mia cultura politica: ho sempre interpretato la politica delle alleanze nel rispetto dell’autonomia dei comunisti, guardando ad una unità non fine a sé stessa, ma dove si potesse esercitare la propria parte fattivamente, non da semplici spettatori o portatori d’acqua con le orecchie. Non ho mai creduto ad una purezza ideologica per i comunisti e tanto meno materiale, fatta di azioni autoreferenziali o di bei proclami alla fine della fiera inconcludenti. Ho persino scritto in questi mesi che occorreva creare un “fronte” sociale e politico che avversasse il sovranismo e tornasse a dinamizzare proprio l’etica politica e la proposta politica stessa nella popolazione muovendo dai valori resistenziali e, quindi, costituzionali. Ma ciò sarebbe stato fattibile sul piano civile, civico e morale più che su quello del patto di governo che include anche e soprattutto tematiche economico-sociali. Un governo PD – M5S avrebbe questi due assi che troverebbero interessi comuni da portare avanti per sostenere politiche liberiste già viste, trite e ritrite. I punti esposti da Sinistra italiana saranno anche nobili ma a me paiono solo un canto di disperazione di una sinistra che si aggrappa a questo insperato probabile scenario nascente di un governo democratico-grillino per riemergere dallo stato di stallo de “La Sinistra“. Ecco perché non decollava e non decollerà mai. In realtà Sinistra italiana puntava e punta ad altro: ad essere nuovamente sinistra del centrosinistra prima e sinistra del PD-M5S oggi. Ciò non aiuta affatto la ricostruzione di una sinistra antiliberista come ci siamo proposti fino ad oggi, scrivendolo in millanta documenti nazionali e locali. Ritengo che la posizione di Sinistra italiana ed in parte anche di Rifondazione Comunista (che mi sembra orientata ad un appoggio – seppure esterno – al governo) sia un suicidio; l’ennesimo per una certa sinistra, l’andare a fare da stampella ad un ancora probabile esecutivo che non rimetterà al centro il contratto nazionale di lavoro come chiede SI; che non metterà uno stop alle grandi opere; che si propone di seguire pedissequamente i dettami della Commissione europea e che chiede ai grillini, su questo, un impegno che penso non sia un gran onere da concedere per i pentastellati. Ho riflettuto pure sui numeri al Senato della Repubblica e ho trovato conferma nelle esperienze passate. Non si ha potere di “ricatto” contrattuale così. Verranno in soccorso del governo PD – M5S (se si dovesse formare) altre forze del gruppo misto per rendere ininfluente l’apporto numerico di LeU o di SI. Queste sono sempre armi a doppio taglio: ciò che non potranno far passare con il sostegno dei corifei di giornata, lo faranno fare a voi di SI e di LeU dicendovi che la sopravvivenza dell’esecutivo dipende da voi e che non potete assumervi l’onere di farlo cadere per far arrivare Salvini a Palazzo Chigi. Non vedo nulla di buono per la ricrescita sociale e della sinistra da un governo di tale natura. Fino a due giorni fa i grillini votavano i peggiori crudeli decreti della storia repubblicana, mentre il PD non ha certo abdicato al suo ruolo di protettore del liberismo pur essendo appellato e mostrato come forza “di sinistra” in Italia. Di più ancora, il taglio dei parlamentari è forse garanzia di difesa della democrazia? Certo, si allontana per ora lo spettro del sovranismo totalizzante sul Paese, per cui potremo dire che questo governo nuovo ci sarà avversario sul piano sociale e meno su quello civile. Ma tant’è senza giustizia sociale non può esservi nemmeno preservazione e avanzamento dei diritti civili. Al momento sono invisibili, ma vaste praterie di consenso si apriranno per i sovranisti che adopereranno l’arma del vittimismo da un lato e della purezza ideologico-politica dall’altro per mostrarsi vergini, privi di contaminazione con forze che hanno ceduto al potere, al mantenimento del medesimo e che si sono legate mani e piedi ai dettami di Bruxelles. Questa sarà la nenia che risuonerà e convincerà gli italiani a meno che il probabile governo PD – M5S non decida di frapporsi tra i ceti più deboli e i grandi poteri economici e dare all’Italia una stagione di riforme sociali vere: allora sì, il programma breve enunciato nel documento di Sinistra Italiana sarebbe una svolta. Ma tutti gli indicatori che abbiamo ci fanno invece presagire che saremo davanti ad un esperimento di collaborazione tra due forze molto differenti, come del resto erano la Lega e l’M5S prima di siglare il “contatto”, che troveranno accordi su punti di principio che oggi mostrano come paletti irremovibili. Paradossalmente potrebbe essere di più l’M5S ad interpretare una linea “di sinistra” rispetto al PD. Intanto, così la sinistra di alternativa così muore e chi ne vuole tutelare l’autonomia viene compresso dalla morsa della “dura necessità” di salvaguardare la democrazia. Purtroppo la democrazia che hanno in mente è solo formale: di sociale non avrà praticamente niente.

Di Nardi

Davide Nardi nasce a Milano nel 1975. Vive Rimini e ha cominciato a fare militanza politica nel 1994 iscrivendosi al PDS per poi uscirne nel 2006 quando questo si è trasformato in PD. Per due anni ha militato in Sinistra Democratica, per aderire infine nel 2009 al PRC. Blogger di AFV dal 2014

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