“Con la logica del cosiddetto male assoluto il Pd si prepara a fare altri danni contro i ceti deboli. Appunti di una piattaforma sociale”. Il Domenicale di Controlacrisi, a cura di Federico GiustiC

Le priorità del Governo Conte bis non sono le nostre ma uscita dal Governo la Lega potremo dormire sonni tranquilli? Il vero problema era forse rappresentato dal sovranismo di carta, da Salvini inviso ai poteri forti dell’Ue?
Risposta negativa, attorno a noi un clima di smobilitazione (non che nei mesi scorsi corressero fiumi di sangue per le strade), perfino La Repubblica parla esplicitamente del ruolo della Ue nell’uscita dalla compagine governativa di una forza politica ostile alle regole europee e propensa a sfasciare gli equilibri che il Governo Conte è chiamato a difendere.
Ora, sempre sulla stampa nazionale, la sfida da vincere per il Governo è quella di riconquistare la fiducia del Nord, dell’imprenditoria che conta allontanandola dalla Lega e in questo modo assicurare la discesa agli inferi del capitano.
Non è casuale che proprio in queste ore si stia definendo la manovra economica, anzi da Cernobbio inviano un chiaro messaggio al nuovo esecutivo: se approverete misure favorevoli al business , ossia riduzione del cuneo fiscale e delle tasse, finanziamenti alle imprese, congelamento dell’aumento dell’Iva e nuovo impulso alle grandi opere infrastrutturali, i padroni sosterranno la nuova Maggioranza e i partiti che ne fanno parte.
E, ancora una volta, il Pd (ma anche Leu con il Ministro Speranza) si ritroveranno a difendere gli interessi economici dei padroni perchè la logica del cosiddetto “male assoluto” (prima Berlusconi ora Salvini) ha portato quanto resta della cosiddetta sinistra in un vicolo cieco e senza uscita.

La Cgil vuole rafforzare previdenza e sanità integrative, una legge che certifichi la rappresentanza sindacale per avere quel monopolio sindacale indispensabile a dettare la linea in materia di contratti e conservare una rendita di posizione tra enti bilaterali, fondi pensioni e organismi vari.

Nessuno invece va parlando di un problema rilevante, anche se a molti invisibile. ossia l’intricato panorma degli appalti. Da troppi anni assistiamo a gare di appalto al ribasso, tutto spesso avviene nel rispetto della cosiddetta legalità, legalità che si ripercuote negativamente sui salari di lavoratrici, spesso part time, che subiscono riduzioni contrattuali e perdite economiche. Non si tratta solo di vigilare per prevenire fenomeni corruttivi ma di non cedere alle logiche dell’offerta economica piu’ vantaggiosa.
Rivedere il codice degli appalti significa anche mettere nero su bianco il primato delle clausole sociali, alias la conservazione dei posti di lavoro ma non generiche e facilmente aggirabili. Le clausole vanno ripensate e rafforzate per stabilire la conservazione automatica dei posti di lavoro,nei cambi di appalto, alle medesime condizioni senza ridurre le ore e i contributi alla forza lavoro, Urge capovolgere la priorità del profitto e dell’autonomia di impresa sancita dalle normative comunitarie e dalla Giurisprudenza.

Siamo certi che su questi argomenti potremmo portare in piazza milioni di persone e scontrarci su argomenti reali con un esecutivo al cui interno si trovano i fautori del jobs act. E a quanti hanno poca memoria val la pena ricordare che non si baratta il decreto sicurezza con la salvaguardia del jobs act .

http://www.controlacrisi.org/notizia/Politica/2019/9/8/52996-con-la-logica-del-cosiddetto-male-assoluto-il-pd-si-prepara/

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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