Una militante con la bandiera del Rif

Francesco Cecchini

Nota basata su un articolo pubblicato da La Haine del 16 settembre 2019 a firma di Reza Benzaza.

Hirak è una parola araba che significa movimento. In Algeria hirak sono le manifestazioni iniziate il 22 febbraio 2019 per protestare contro la candidatura a un quinto mandato presidenziale e poi estese a contestare un intero sistema di potere. In Marocco l’hirak è un movimento nato in maniera spontanea dopo la tragica morte di Mohsine Fikri, nella città di Alhucemas, nel Rif, il 28 ottobre  2016.  

Mohsine Fikri era un venditore di pesce travolto da un camion della spazzatura, dopo che la sua merce era stata sequestrata dall polizia. La lotta però della popolazione del Rif contro il regime marocchino è antica di decenni. Lo scopo è mettere fine alla hogra, l’abuso di potere da parte di pochi, protetti dalla monarchia marocchina. Le prime parole di un giovane disoccupato dupo la morte di Moshine Fikri sono state: ” In questo paese la giustizia non è uguale per tutti, la giustizia mai si applica a quelli in alto.”  Questo giovane Nasser Zefzafi, diventato uno dei leader delle proteste, è stato imprigionato, condannato a 20 anni di prigione; l’anno scorso è stato finalista del premio Sacharov per la libertà di coscienza che il Parlamento Europeo assegna ogni anno. La morte di Moshine Fikri a quella di cinque giovani torturati a morte nella prigione di Alhucemas, dopo la rivolta del 20 febbraio 2011. Un’assassinio rimasto impunito; la versione ufficiale parla di un crollo di una banca e in quel giorno le video camere non funzionavano.

L’hirak (Movimento Popolare del Rif) iniziò in Alhucemas per espandersi in tutto il Rif ed anche in Europa dove esistono 20 comitati di sostegno.

Nelle assemblee, che venivano organizzate in tutto il Rif si sono definite le rivendicazioni sociali, economiche e culturali:  un Centro Oncologico, una Università e la fine dello status di militarizzazione, Alhucemas dal 1958 vige un decreto di militarizzazione.

Un Centro Oncologico è di importanza vitale. Nel Rif non esiste nessun Centro Oncologico, il cancro è una malattia molto diffusa e la radice sono l’uso del gas tra il 1921 e il 1924 da parte della Spagna e del napalm da parte del Marocco tra il 1956 e il 1959.

La repressione è stata terribile, miglia di persone imprigionate e le condizioni di imprigionamento in Marocco sono durissimi.  Moltisssini costretti a fuggire dal Marocco

Nel Parlamento eurpeo è stato formato un gruppo di AMICI del Rif che lavora assieme ad attivisti del Rif per trovare una soluzione al conflitto e per fare pressioni al Marocco per liberare i prigionieri.

Il popoli del Rif e del Sahara Occidentale sono due spine nel fianco al regime del Marcocco. Entrambi i popoli vogliono autonomia e indipendenza.

Mappa del Rif

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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