TINA MODOTTI IN UNIONE SOVIETICA E IN SPAGNA.


Francesco Cecchini


Tre risposte di Tina Modotti del gennaio 1932 alle domande di un questionario del Komintern, dipartimento Organizzazione. Documento fornito dal suo archivio dalla storica e biografa di Tina Modotti Christiane Barckhausen Canale. L’originale è nell’archivio del Komintern al quale Christiane Barckhausen Canale ha avuto accesso. Il nuovo archivio Tina Modotti è ideato e curato dallla scrittrice Canale Barckhausen si trova ora nell’ex Convento Santa Maria delle Grazie, ora Museo Etnografico, a Bonefro ( Campobasso), prima era a Berlino. Raccoglie vari documenti inediti sulla vita di Tina Modotti
Posizione nel partito. Il Partito Comunista è il primo partito nel quale ho militato in vita mia. Entrai nel 1927 in Messico ( nella capitale) nel Partito Comunista Messicano. Mi iscrissi al parito dopo essere stata per qualche tempo simpatizzante. Prima sono stata membro della Lega Antimperialista e della Lega Antifascista, entrambe in Messico D.F.. Le raccomandazioni per accgliermi nel Partito Comunista mi sono state date dal compagno Rafael Carillo e dal compagno, entrambi allora membri del Partito Comunista Messicano. Il numero della mia tessera di partito è: 22.18142 Poco dopo la mia desione al Partito Comunista Messicano iniziò una persecuzione del movimento rivoluzionario. Nel 1929 il Partito Comunista Messicano dovette entrare in clandestinità e altre organizzazioni rivoluzionarie come per esempio i Sindacati Rossi e il Soccorso Rosso, etc., furono perseguitati dal governo. Tra aprile e ottobre del 1930, in questi 6 mesi che vissi in Berlino non partecipai alla vita del partito. Le ragioni furono le seguenti: non ero sicura di rimanere a Berlino o no, così aspettai alcune settimane prima di presentare la mia domanda di entrare nel partito. Dopo averla presentata dovetti aspettare qualcosa come 4 mesi per una risposta. Finalmente ricevetti la risposta per il mio ingresso poche settimane prima di venire nell’URSS. Il motivo per il quale tentennai se rimanere in Berlino furono le difficoltà a guadagnarmi la vita. Senza dubbio feci alcune cose, come, su incarico del partito, alcune foto per giornali rivoluzionari di Berlino ( Arbeiter Illustrierte Zeiteng, etc. )
Lavoro nel partito. Attualmente lavoro un poco con stranieri. Sono anche in un gruppo di donne italiane. Una volta sono stata delegata per il partito. Ciò fu poco tempo fa durante la ultima conferenza di partito del quartiere Krasnia. Si, ho esperienza di lavoro clandestino, perché è quello che ho fatto nell’ultimo anno che vissi in Messico. Ogni tanto scrivo articoli per la nostra stampa. Ho scritto anche un opuscolo sulla lotta rivoluzionaria dei contadini in Messico. In Città del Messico sono stata membro di una cellula di strada del partito e ora sono membro della cellula di partito del MOPR ( Comitato Esecutivo e Comitato Centrale della sezione russa).
Partecipazione nella vita sociale. Sono stata membro della Lega antifascista, della Lega Antimperialista, del Soccorso Rosso e di una organizzazione di fotografi operai in Berlino. Qui sono membro del Sindacato e anche della Soviakin. In Messico sono stata funzionaria non renumerata del Comitato Nazionale del Soccorso Rosso. In questo ruolo sono stata attiva fino a che sono stata arrestata ed espulsa.
Tina Modotti visse in Unione Sovietica dal 1930 al 1935, comprese missioni all’estero. Gli archivi del Komintern testimoniano la sua attività. Fu iscritta al Partito comunista sovietico e nel 1932 partecipò allorganizzazione del Primo
Congresso Mondiale del Soccorso Rosso Internazionale e preparò una mostra ed un album fotografico: Il lavoro del Soccorso Rosso Internazionale. Il giorno di Natale del 1935 Tina abbandonò lUnione Sovietica per raggiungere e Vittorio Vidali in Spagna, a Madrid. Durante la Guerra Civile spagnola con il nome di Maria Sanchez fu respondabile del Soccorso Rosso, infermiera e scrisse per la rivista Ayuda.
Maria Teresa Leon, moglie di Rafael Alberti nel XXX anniversario della morte così scrisse nella rivista Rinascita: Desidero che un giorno un giovane incida nelle rocce della Sierra di Guadarrama un nome che nessuno possa cancellare dalla nostra memoria: Tina Modotti, nuestra Maria. Domenica 21 giugno 2007 a La Pedriza, municipio di Manzanares del Real è stato collocato un pezzo di roccia con incisa la frase suggerita da Maria Teresa Leon.
La vita di Tina Modotti è stata intensa, attrice di teatro e di cinema a San Francisco e a Los Angeles, fotografa impegnata in Messico, rivoluzionaria in Unione Sovietica ed in Spagna. Tina ha anche amato molto, Edward Weston, Guerrero, Vidali, ma il suo grande amore è stato Antonio Julio Mella, morto assassinato tra le sue braccia. Quando Tina morì a Città del Messico fu trovata una foto di Antonio nella sua borsetta.

MOSTRA FOTOGRAFICA SU TINA MODOTTI A SAN PIETROBURGO.

https://rosphoto.org/events/tina-modotti-art-love-revolution-eng/

ll centro espositivo ROSFOTO in collaborazione con lIstituto Italiano di Cultura di San Pietroburgo, lArchivio nazionale russo di storia sociale e politica e la galleria Bilderwelt/Reinhard Schultz presentano dal 17 settembre al 3 novembre 2019 la mostra dedicata a Tina Modotti, fotografa e rivoluzionaria.
L’esposizione a San Pietroburgo propone una ricca selezione di opere dell’autrice di vari periodi: dalle Donne di Tehuantepec fino a ritratti poco conosciuti, foto delle piante, murali, marionette di Louis Bunin. Saranno presenti circa 70 fotografie di Tina Modotti e alcune foto del suo maestro e per alcuni anni compagno di vita Edward Weston della collezione di Reinhard Schultz. Una parte importante della mostra è dedicata allattività di Tina Modotti a Mosca e ai suoi contatti con i leader politici e le personalità artistiche dellUnione Sovietica: A. Kollontaj, V. Majakovskiy, S. Eisenshtein, E. Stasova e altri.
Significativa la dichiarazione di Paola Cioni, direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di San Pietroburgo, membro del gruppo di donne di Controparola: “Come direttrice dellIstituto di Cultura di San Pietroburgo e come donna considero un dovere e un onore contribuire allorganizzazione di una mostra a lei dedicata”.

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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