A Tallinn è esploso lo scandalo per la dichiarazione rilasciata dall’ambasciatore russo sull’espulsione dei Nazisti dagli Stati baltici

Le figure politiche estoni non hanno apprezzato le parole dell’ambasciatore russo Aleksandr Petrov – che ha affermato che gli abitanti della repubblica ricordano e onorano l’impresa dei soldati sovietici durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale. Il Ministro degli Esteri Urmas Reinsalu e l’ex primo ministro Mart Laar si sono esibiti in furiose filippiche.

La loro indignazione è stata causata dalla dichiarazione di Aleksandr Petrov al corrispondente della TASS. L’ambasciatore ha affermato che, dal giorno della liberazione di Narva il 26 luglio, in Estonia si svolgono numerosi eventi dedicati al 75° anniversario della liberazione della repubblica dagli aggressori Fascisti. La loro preparazione è condotta a stretto contatto con organizzazioni di veterani, circoli di ricerca e associazioni di compatrioti.

Dobbiamo ricordare quale prezzo è stato pagato per l’espulsione dei Nazisti dalla terra estone”, ha detto Petrov. “Il monumento ai soldati-liberatori nel cimitero militare di Tallinn ce lo ricorda. Decine di migliaia di soldati sovietici hanno dato la vita nelle battaglie più difficili sul territorio dell’Estonia. Sarebbe auspicabile notare in particolare che nei ranghi dell’Armata Rossa i soldati estoni hanno combattuto eroicamente a fianco di rappresentanti di molti altri gruppi etnici e nazionalità. Il titolo di Eroe dell’Unione Sovietica fu assegnato ad uno di loro – Arnold Meri – nell’agosto del 1941”.

Eventi commemorativi si sono tenuti anche a Tartu. Hanno avuto luogo anche a Tallinn, Paldiski, Haapsalu e altre città. “È simbolico che in onore della liberazione della capitale dell’Estonia, una salva di 21 colpi rimbomberà a Mosca nel quadro del programma “Ricordo della Vittoria””, ha detto Petrov. Questo è successo il 22 settembre.

L’ambasciatore ha osservato: “Non è un segreto che oggi vengono fatti molti tentativi per falsificare la storia della Grande Guerra Patriottica, incluso quello di distorcere il ruolo dell’Armata Rossa nella liberazione dell’Estonia dagli aggressori tedeschi. E qui è estremamente importante che i veterani prendano una posizione attiva e dicono la verità su quegli eventi storici”.

Le sue parole sulla falsificazione sono state immediatamente confermate dal Ministro degli Affari Esteri dell’Estonia Urmas Reinsalu, che tra l’altro è un ex ministro della Difesa della repubblica. “È necessario ricordare che quando il 22 settembre le unità dell’Armata Rossa occuparono Tallinn, le truppe tedesche non erano più in città e la resistenza venne principalmente dai volontari estoni che erano tornati dalla Finlandia”, ha detto Reinsalu in una conferenza stampa il 19 settembre. “Sulla torre Ermanno il Lungo venne ammainata la bandiera blu, nera e bianca e ne venne alzata una rossa”.

Questa è una mezza verità, e di fatto una bugia. Nessuno ha ammainato la bandiera blu, nera e bianca dell’Estonia. Quando il 22 settembre i carri armati sovietici entrarono in città, il pennone sulla torre fu colpito da una raffica di mitragliatrice e la bandiera cadde. Ma questo è un dettaglio che nasconde una bugia: insieme alla bandiera estone, una bandiera Nazista con una svastica, di dimensioni maggiori, sventolava sull’asta della bandiera. Anch’essa venne abbattuta.

A quel tempo i tedeschi effettuarono l’evacuazione e, per così dire, delegarono il potere al governo nazionalista a favore di Hitler, ma una parte dei militari della Wehrmacht rimase in città. Dobbiamo aggiungere qui che la divisione estone delle SS, che combatteva contro l’Armata Rossa, operava nella repubblica? Questo è un fatto a conoscenza di tutti.

E sì, c’era l’Eroe dell’Unione Sovietica Arnold Meri, che dopo il crollo dell’URSS fu sottoposto a repressione in Estonia. L’8° Corpo Fucilieri estone creato nel 1942 faceva parte dell’Armata Rossa. Ha partecipato alle operazioni a Narva, a Tallinn e nell’arcipelago estone, nelle battaglie in Curlandia, e combatté contro le truppe della divisione estone delle SS. E, a giudicare dalle parole dell’attuale ministro degli Esteri dell’Estonia, egli è sinceramente dalla parte dei suoi compatrioti delle SS, cioè dei Nazisti.

Ma il ministro non lo nasconde nemmeno. Il 14 luglio 2012, nella città di Kuressaare, sull’isola di Saaremaa, ad un incontro dell’“Unione dei Combattenti per la Libertà” – ecco come in Estonia chiamano i veterani della divisione estone delle SS – Reinsalu, allora appena nominato ministro della Difesa, ha espresso gratitudine agli anziani membri delle SS. Ha dichiarato che il loro “contributo, basato sul principio della successione legale, è stato cruciale per la Repubblica dell’Estonia e allo stesso tempo ha salvato l’onore del nostro popolo”.

Le SS e il principio della successione legale… Sembra improbabile. Ma è quello che ha detto. Bene, che tipo di obiettività riguardo all’Armata Rossa, che ha liberato l’Estonia dai Nazisti, ci si può aspettare da un ammiratore degli uomini delle SS? E quali istruzioni darà al nostro ambasciatore? Sì, sì, istruzioni. “Nel prossimo futuro il Ministero degli Affari Esteri convocherà l’ambasciatore russo e gli presenterà le sue spiegazioni e istruzioni relative al punto di vista della Repubblica dell’Estonia in relazione a tali questioni”, ha affermato Reinsalu.

Mart Laar, ex primo ministro, ex ministro della Difesa ed ex consigliere del presidente della Georgia Mikheil Saakashvili, che aveva spaventato la popolazione parlando di uno schieramento di carri armati russi a Tallinn mai avvenuto, non poteva essere da meno. Per qualche ragione, Mart Laar è ora definito uno storico. Ed ecco come uno storico ha valutato l’impresa di coloro che hanno liberato il suo paese: “L’Estonia ricorda senza dubbio le loro azioni – come le città sono state distrutte, i villaggi sono stati bruciati e le donne e i bambini sono stati uccisi”. Sì, Mart Laar non si riferisce ai Nazisti, ma ai soldati sovietici. Cosa è successo nella sua testa dopo un ictus è difficile da dire, ma non può rimanere inascoltato.

È lo stesso che sostenere che il bombardamento atomico di Hiroshima e Nagasaki sia stato effettuato dall’Unione Sovietica. Beh, questo è già stato detto! È noto che alcuni giovani giapponesi sottoposti a propaganda selvaggia credono in una simile “interpretazione” di questi eventi tragici. Anche in Estonia alcuni residenti potrebbero credere che ciò di cui parlava Mart Laar sia stato fatto dai soldati sovietici e non dai Nazisti.

Non è un segreto che i politici degli stati baltici chiamino l’intero periodo sovietico “occupazione sovietica”. E quindi bisogna inventarsi qualcosa per cambiare la storia, come ha fatto Mart Laar.

Ma dall’aprile 2007, quando le autorità estoni hanno deciso di rimuovere un monumento in un cimitero in onore dei soldati-liberatori dal Fascismo – il “Soldato di Bronzo” – dal centro di Tallinn, non c’è nulla di cui stupirsi. Ve lo ricorderò io: hanno disperso i manifestanti nel modo più crudele.

Non c’è nulla di cui essere sorpresi, ma è anche impossibile tacere. “Siamo contrari a qualsiasi tentativo di glorificare i criminali Nazisti e i loro complici, nonché l’aspirazione di mettere i liberatori e gli aggressori sullo stesso livello”, ha dichiarato Aleksandr Petrov. “Agli iniziatori di tali atti provocatori dovrebbe essere ricordato ciò che sarebbe accaduto all’Estonia se il Reich tedesco avesse vinto – un destino non invidiabile, perché il nome Estonia sarebbe scomparso dalla mappa dell’Europa a causa della germanizzazione totale delle terre baltiche. Siamo convinti che solo una valutazione obiettiva del nostro tragico passato comune sarà in grado di salvare l’Europa da una ripetizione di errori passati”.

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Articolo di Sergej Orlov pubblicato il 23 settembre 2019 su Stalker Zone
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per Saker Italia.

http://sakeritalia.it/europa/stati-baltici/il-ministro-degli-esteri-estone-non-abbiamo-chiesto-noi-ai-russi-di-liberarci-da-hitler/

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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